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16/08/2008

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ITINERARI PER VERI TURISTI (4)

Clicca per Ingrandire Monte Saraceno, sperone proteso sul mare, è formato da tre colline con altezza variante dai 230 ai 260 metri. Un'altezza certamente non rilevante, ma il secco divario aritmetico, tra pianura mare e roccia, ne accentua il senso del vuoto. Sin dalle remote origini, la storia di Mattinata o della vecchia “Matino” coincide con quella del vicino Monte Saraceno.

Gli antichi abitatori del territorio furono i Matini: tribù della civiltà euroasiatica dei Dauni, sbarcati nel promontorio garganico dalla vicina Illiria intorno all'8°-7° secolo a.C., anche se l'intera area fu popolata fin dal 6°-5° secolo a.C., come attestano gli insediamenti neolitici e paleolitici rinvenuti.
Attratti dalla felice posizione della rada coronata da un sistema collinare degradante a ferro di cavallo, i Matini s'insediarono nella piana e su uno sperone roccioso che chiamarono Monte Matino, l'attuale Monte Saraceno, così denominato in seguito all'arroccamento dei Saraceni, avvenuto intorno all'anno Mille.

La necropoli-santuario di Monte Saraceno, circondata dall'antichissima Matino, conserva le più mirabili testimonianze dei Dauni. Una civiltà pacifica, dedita all'agricoltura, alla caccia e alla pesca: chiusa nell'intimo tribale fino all'autoestinzione. Poco al di sopra della strada, tra il rosmarino e la macchia, appena sferzate dal tempo, s'intravedono in serie pressocché continua le prime delle oltre 500 tombe della necropoli.

Incavate nella roccia calcarea a forma di utero o borsa, ospitavano la salma rannicchiata secondo i riti delle zone di origine euroasiatiche. In cima si mostrano scoperte, come cavità, ma erano comunque presenziate da segnacoli in pietra: teste, steli, scudi o falli. Nelle tombe, sparse su gran parte del Monte, sono stati rinvenuti vasi dauni e predauni, fibule illiriche, fogliate e ad aree, manufatti di ambra e vaghi di pasta vitrea.

Le abitazioni di questa che fu l'antichissima Matino, circondavano la Necropoli ed erano costituite probabilmente da capanne di frasche e pelli a forma circolare o a ferro di cavallo sorrette da un palo centrale. All'estremità del Monte, s'intravede la millenaria via sacra dei Dauni che collega col mare sottostante

COME ARRIVARE - Risalire per 5 chilometri la Ss. 89 Mattinata-Manfredonia fino alla diramazione di “Sellino Cavola”, posto panoramico di straordinario effetto. Lasciata l'auto, percorrere per circa un chilometro una stradina incassata fra roccia e pini marittimi, avendo come costante la veduta del paese con gli uliveti della pianura, la baia e il sovrastante profilo di Monte Sacro. Il sentiero percorre in cresta l'intero sperone roccioso di Monte Saraceno.

 Redazione (foto sotto, da 3 a 8, di Paolo Latino)

 

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