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05/08/2008

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“Toccatemi tutto ma non gli uliveti”

Clicca per Ingrandire Una ricetta per ripopolare e rendere più fruibile il centro storico di Monte Sant’Angelo. L’intervista è “costruita” sulla base delle dichiarazioni del sindaco Andrea Ciliberti rilasciate a “NewsGargano”.

NEWSGARGANO - Si discute del centro storico di Monte e dei demeriti delle varie amministrazioni che non hanno saputo valorizzarlo.
CILIBERTI - Esatto, nessuno però si chiede perché il più bello e caratteristico centro storico della Puglia abbia due soli esercizi commerciali. Il problema dunque è più complesso di quanto possa sembrare a prima vista. Le risorse economiche del paese sono quelle di una città di 14mila abitanti, ma la complessità della sua gestione è paragonabile a quella di una popolazione almeno doppia.

NG - Più il turismo religioso.
C. - A Monte il turismo religioso è caratterizzato da circa 2 milioni e mezzo di presenze l’anno, mentre i turisti che vi dimorano per almeno una notte, attratti dalle sue bellezze artistiche e ambientali, sono assai scarsi (5-10mila l’anno). Centinaia di montanari hanno comprato la casa estiva a Lido del Sole e in altre località turistiche, mentre pochissimi hanno comprato la seconda casa a Macchia. Nell’area industriale di Macchia i montanari che hanno trovato lavoro sono circa il 5 percento degli oltre 1.500 assunti nelle aziende del contratto d’area.

NG - Attraverso quali direttrici passa lo sviluppo della città?
C. - Le principali sono tre: riequilibrio occupazionale nelle aziende del contratto d’area; potenzialità di sviluppo di Macchia; trasformazione e potenziamento del turismo a Monte. Analizzare singolarmente lo sviluppo del centro abitato di Macchia, del centro storico di Monte o dell’area adiacente al Santuario o l’impossibilità di utilizzare Piazza Galganis per qualche serata e soffermarci solo sulla relativa mancata attività di ristoro spiega perché a distanza di tanti anni le cose di Monte sono rimaste invariate.

NG - Punto nodale il riequilibrio occupazionale nelle aziende del Contratto d’Area.
C. - Mancano 3-400 posti di lavoro, che i responsabili del Contratto hanno sottratto ai disoccupati di Monte. Responsabili sono coloro che hanno permesso ai sindaci Ds-Pd di Manfredonia, Principe e Campo, di fare il bello e cattivo tempo su un’area che è situata nel nostro Comune.

NG - E Macchia?
C. – Eh sì, potenzialità di sviluppo di Macchia. Circa vent’anni fa l’amministrazione Pci-Dc fu sul punto di risolvere il problema dello sviluppo turistico di Macchia e Monte, ma una guerra fratricida all’interno del Pci contro l’allora sindaco Troiano, impedì l’approvazione in Consiglio comunale di un progetto di circa 100 miliardi di lire predisposto dall’Impresa Pasquale Ciuffreda (la stessa che ha realizzato la Chiesa di Padre Pio). Il progetto prevedeva la funivia Macchia-MSA, un centro alberghiero a Macchia, interventi di messa in sicurezza di tutte le coste con formazione di nuove spiagge per circa 10mila persone e numerosi insediamenti turistico-alberghieri sul litorale. Del finanziamento Ue, la Spagna utilizzò anche la parte destinata all’Italia. Parlare del futuro sviluppo di Macchia significa innanzitutto accorciare le distanze attraverso la realizzazione di una strada che colleghi in 4-5 Km il centro abitato di Macchia Libera con la strada provinciale detta ‘La corta’, all’altezza dell’impianto di depurazione. Contemporaneamente bisognerà fare del centro abitato di Macchia la Marina di Monte S. Angelo.

NG – Lo stato dei progetti?
C. - Alcuni sono in corso di realizzazione (fra qualche mese inizierà la costruzione di 280 alloggi nel Comparto di Macchia Libera e verrà realizzato un primo tratto di intervento sulle coste a Chianca Masitto). Il nostro impegno è di completare l’opera. Il confronto con le altre forze politiche e sindacali dovrà avere come obiettivo lo sviluppo del nostro territorio. Ma i nostri uliveti non dovranno essere trasformati in terreni edificabili.

NG - Alla voce “turismo” cosa avete inserito.
C. - Trasformazione e potenziamento. Gli amministratori di Vieste, Peschici e Rodi non hanno fatto nulla per i loro centri storici, diciamo la verità. E i due milioni e mezzo di pellegrini nella quasi totalità arrivano da S. Giovanni Rotondo, rimangono a Monte 3-4 ore, il tempo appena sufficiente per visitare il Santuario e il Castello e soffermarsi lungo i negozi di Via Garibaldi e Via Castello. Certo eliminare le storture, le tegole colorate, gli infissi in alluminio, le serrande o impedire l’ampliamento delle porte per trasformare le case in garage fa parte della buona amministrazione, ma non è sufficiente a rendere il centro storico anima pulsante dell’economia della Città.

NG - Cosa fare dunque?
C. - L’unica via che appare percorribile sembra essere quella di agire sul turismo trasformando le attuali offerte. I pellegrini dovranno essere la risorsa principale. Bisognerà costruire un parcheggio sotto lo Junno. Ci vogliono una decina di piccoli alberghi a conduzione familiare di 30-50 posti letto cadauno e poi alcuni alberghi tipo Bed and Breackfast di almeno 50 posti letto. Anche la zona Carlo d’Angiò subirà delle trasformazioni notevoli, adeguata alla voci del tempo e alle mutate esigenze di città di turismo. Eppoi aspettiamo il riconoscimento per la basilica da parte dell’Unesco.

 newsgargano

 

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