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03/05/2016

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POESIA x (e di) TUTTI: CHI È DI SCENA? Chantal Mazzacco (2)

Clicca per Ingrandire In attesa che i lettori si decidano a superare timidezza e… preoccupazioni, inviandoci le loro produzioni egoisticamente chiuse in un cassetto, torna ad allietarci con l’ariosità del suo poetare la pluripremiata Chantal Mazzacco, già ospite di questa rubrica. Per conoscere l’excursus lirico di questa poetessa udinese, basta digitare “Il percorso di Chantal” nello spazio apposito - sotto la testata (CERCA GLI ARTICOLI) - del motore di ricerca di questo giornale. Seguirà, come sempre, il puntuale commento del curatore Vincenzo Campobasso. Buona lettura.


ARIA DI DOMENICA MATTINA

Bambini nel prato
a rincorrere aquiloni e parole di giochi
Dolci suoni di un’infanzia lontana.
Sapori di erba e guance arrossate,
un futuro tutto da venire…

Mi ricordo la mano di mio padre,
e i nostri passi nel bosco da scoprire.
I miei occhi al cielo
tra alberi di noccioli e
scoiattoli impazziti,
inciampava il piccolo piede
su una tana di talpa laboriosa…
Nuovi fiori ignoravano
il nostro passaggio...
Raccontavi di meraviglie,
fate, civette e
di strani abitanti del bosco
e uccelli al risveglio…
Aria di domenica mattina..
Stupore, paura e scoperta.
Terra di Francia…

Niente è più tornato come quel tempo
ora che tutto è compiuto
E tu padre mi guardi da un altro mondo
Ed io ti ricordo…
Una mano, un bosco... una domenica mattina


IL COMMENTO DI VINCENZO CAMPOBASSO = “Una mano, un bosco… una domenica mattina”. Due elementi tanto materiali quanto affettivi: la mano, quella paterna, un bosco, l’avventura, la scoperta di tante cose ancora ignote, la base della conoscenza, l’anelito al futuro; un elemento temporale, la domenica, la festa, la gioia, la spensieratezza, non il leopardiano sabato che prelude a un giorno in cui le preoccupazioni si ridestano, in funzione di una nuova settimana di lavoro o di studi.

Ciò è nel pensiero della poetessa che, ormai adulta, ritorna al passato, alla fanciullezza, ai passi talvolta incerti, non solo per il “piccolo piede”, ma anche, probabilmente, perché, come i poeti sognatori o come i filosofi metafisici, tenendo gli “occhi al cielo” finiva per inciampare “su una tana di talpa laboriosa”. La domenica mattina pare essere magica, con l’aria che racconta “di meraviglie, di fate, di civette” che volano al nido per dormire, “di strani abitanti del bosco e uccelli al risveglio”.

La nostalgia, che prende l’animo umano quando si è lontano dagli affetti o dai luoghi amati, costante nella vita di tutti, pare marcata e sempre presente nella poesia di Chantal che, nella sua “Aria di domenica mattina”, associa tutti i pensieri alla “Terra di Francia”, il luogo dove, evidentemente, si è consumata la propria infanzia, protetta da quella “mano” che ora non è più lì a non farla cadere.



 Redazione (foto familydea.it)

 

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