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13/07/2008

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TUTTI PAZZI PER PAZ

Clicca per Ingrandire Chissà perché uno deve diventare mito quando muore. E ne abbiamo di esempi. Per tutti: Totò. Da un po’ di tempo sta salendo nella scala dei miti giovanili in particolare (ma non è detto non stia nel cuore di tanti “matusa”) colui che è stato definito il miglior fumettista del mondo: Andrea Pazienza.

Genio del disegno, esuberante e vulcanico, dalla creatività incontenibile, ebbe vita breve: morì, “male”, a 32 anni. Al genio, spesso e volentieri, si accompagna la sregolatezza, è un dato di fatto. Ma nella sua “sregolatezza”, alternata a periodi di “normalità”, Paz, come lo conoscono tutti, seppe dimostrare per intero il suo valore. Basti citare il nome dei suoi personaggi atipici e dissacranti: Pentothal, Zanardi, Pompeo, o le collaborazioni con Fellini (il manifesto per “La città delle donne”) e Benigni (che gli dedica postumo “Il piccolo diavolo” non avendone accreditato il contributo alla sceneggiatura), i videoclips (Alberto Fortis e Beatles), le copertine di dischi (Roberto Vecchioni), le campagne pubblicitarie, le scenografie teatrali (quante locandine), le partecipazioni alle più importanti riviste italiane del fumetto (Linus, Frizzer+Frigidaire, Tempi Supplementari, Avaj, Tango, Zut, Comic Art), costumi e abiti per stilisti, cartoni animati, pubblicità…

Visse il “suo” trentennio, che va dal 1956 all’88, fra San Benedetto del Tronto, dove nacque, San Severo, dove abitò, San Menaio di Vico del Gargano, dove trascorreva le vacanze, Pescara e Bologna, dove studiò, New York, dove ha vissuto, e Montepulciano, dove improvvisamente morì. Tempi di contestazione, di ribellione a tutto, di dissacrazione. E Paz ne fu un vessillo. Oggi, però, torna di moda soprattutto per la valentìa, il lato poetico delle sue storie in versi e immagini, l’amore-odio per la vita.

Proprio a San Menaio, su quel Gargano “realistico e trasfigurato che rese protagonista di alcune delle più belle storie a fumetti realizzate, terra d’elezione del suo immaginario”, gli hanno preparato una “festa” dal 19 luglio al 24 agosto nel ventennale della scomparsa: esposizione di tavole inedite e “malinconiche” fotografie, quadri dai suggestivi scorci e disegni inediti fatti per gli amici durante i soggiorni estivi, anche un libro catalogo e una introduttiva performance cabarettistica, in perfetto stile-Paz, del suo più grande amico e compagno d’avventure e di studio, Gino Nardella.

Disse al padre: “Se mi dovesse succedere qualcosa, voglio solo un po' di terra a San Severo, e un albero sopra”.

E così è stato.

Piero Giannini

 Quotidiano "Puglia"

 

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