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25/04/2016

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NUOVI (E DIVERSI) MIGRANTI

Clicca per Ingrandire Lo diciamo da tempo, ma uno dei principali ed evidenti effetti della crisi economica che non vuole mollare il Belpaese checché ne dica la politica, è la nuova massiccia ondata di migranti italiani, molti giovani e giovanissimi, che partono in Europa alla ricerca di un’occupazione più o meno stabile, che ai più sembra impossibile in Italia. Una delle mete principali è la Svizzera, dove è la stessa stampa elvetica a confermare che siamo tornati a occupare la prima posizione in classifica in fatto di immigrazione.

Dopo la grande ondata degli anni ’50 e ’60, che ha visto migliaia di nostri connazionali ingrossare la manodopera d’Oltralpe, anche ora si conferma come la comunità straniera più numerosa. Differenza sostanziale fra migranti del secondo dopoguerra e migranti moderni? Coloro che arrivavano in Svizzera lo facevano quasi esclusivamente per svolgere lavori umili, mentre oggi, accanto ai tanti che continuano a cercare di scappare via da un destino triste e senza lavoro specie dalle regioni del Sud, vi è chi - come sostenuto alla “Sonntagszeitung” da Gianni D’Amato, professore esperto di migrazione all’Università di Neuchâtel - “ha fra 20 e 45 anni, ha studiato e qui vuole fare carriera”.

Molti dei nostri connazionali che emigrano e arrivano in Svizzera, infatti, sono laureati e appartengono “a una élite che trova spesso collocazione con funzioni direttive”. I nuovi immigrati trovano lavoro in banca o come specialisti in marketing o consulenti aziendali delle grandi città elvetiche, soprattutto nella Svizzera tedesca. Il professore ha inoltre aggiunto che i nuovi immigrati “guadagnano dal 5 al 10 percento in più rispetto a quegli italiani immigrati in Svizzera prima del 2009”. Peraltro, la comunità italiana ha superato quella tedesca in fatto di immigrazione.

Secondo quanto sostenuto sui giornali elvetici, nell’anno appena passato è stata la comunità straniera che ha visto l’aumento maggiore di immigrati ed è tornata a essere la più numerosa con oltre 315mila presenze. A fine 2015, infatti, il saldo netto di immigrazione è stato di 11mila unità in più, il triplo del 2009. In forte aumento anche i francesi, mentre i tedeschi, che per diversi anni hanno rappresentato la comunità più numerosa, stanno cominciando a diminuire. Per quanto specificato dal direttore Comunicazione della Camera di Commercio Italiana per la Svizzera, Giangi Cretti, gli italiani se ne vanno perché in Italia vi sarebbero poche possibilità di fare carriera e quando si trova lavoro sarebbe mal pagato.

Sono molti gli italiani che scelgono la Svizzera tedesca perché “apprezzati in quanto considerati emigranti modello”. Ben altra è la situazione in Ticino - come più volte evidenziato dal presidente dello “Sportello dei Diritti” Giovanni D’Agata - dove più volte si sono verificati episodi di xenofobia che hanno visto colpiti nostri connazionali. A conferma, il citato Cretti, segnalando il rapporto ‘complicato’ fra italiani e ticinesi, afferma: “I ticinesi parlano italiano e vivono la cultura italiana, ma non vogliono essere italiani e quindi se ne distanziano”. E aggiunge: “La diffidenza nascerebbe dal fatto che i ticinesi temono gli italiani perché porterebbero loro via il posto di lavoro”.



 Redazione (foto youtube.com)

 

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