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26/02/2016

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OLIO STRANIERO: EUROPARLAMENTO CI RIPENSA

Clicca per Ingrandire “L’approvazione - dicono alla Coldiretti Puglia - da parte dell’Europarlamento di due dei quattro emendamenti che impongono l’obbligo di origine del prodotto importato e il divieto di proroga del provvedimento sono certamente da leggere in positivo, soprattutto consentono di guadagnare altro tempo, dato che ora il provvedimento dovrà essere riesaminato dal Consiglio Ue. Ma l’Italia deve continuare a battersi. Il perché è presto detto.

“Sarebbe un enorme errore l’accesso temporaneo supplementare sul mercato europeo di olio d’oliva tunisino a dazio zero, 35mila tonnellate extra per il 2016 e altrettante il 2017, oltre alle 56mila 700 attuali, che porta il totale annuale degli arrivi ‘agevolati’ oltre quota 90mila tonnellate, praticamente tutto l’import in Italia dal Paese africano. L’importazione riguarderebbe, fra l’altro, tutti i tipi di olio di oliva tunisino per cui non devono essere rispettati i requisiti ambientali e fitosanitari rigidi cui i prodotti europei devono attenersi, immettendo sul mercato italiano un prodotto di discutibile qualità e sicurezza alimentare, oltre a creare una evidente quanto sleale concorrenza”.

Per questo il presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, chiede con forza di dare completa applicazione alle norme già varate con la legge salva olio (9/2013) e accelerare il percorso del disegno di legge che reca le “nuove norme in materia di reati agroalimentari” elaborato dalla commissione presieduta da Gian Carlo Caselli, magistrato e presidente del comitato scientifico dell’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.

“Di fronte al moltiplicarsi di frodi - denuncia il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, - con le indagini, che hanno coinvolto anche grandi gruppi. per olio di bassa qualità venduto come extravergine o quello straniero spacciato per italiano bisogna stringere le maglie della legislazione per difendere un prodotto simbolo del ‘Made in Italy’ e della dieta mediterranea, e togliere il segreto sulle importazioni di materie prime alimentari dall’estero perché, sapere chi sono gli importatori e quali alimenti importano, rappresenta un elemento di trasparenza e indubbio vantaggio per consumatori e tutela del ‘made in Italy’ agroalimentare. Il flusso ininterrotto di prodotti agricoli, che ogni giorno dall’estero attraversano le frontiere, serve a riempire barattoli, scatole e bottiglie da vendere sul mercato come Made in Italy”.

E’ una operazione di trasparenza che va fatta, considerato che a livello mondiale si registra un aumento costante del consumo di olio d’oliva che ha fatto un balzo del 50 percento negli ultimi vent’anni, mentre nel corso dell’ultimo decennio le importazioni complessive di oli d’oliva in Puglia sono cresciute più rapidamente delle esportazioni, confermando il sostanziale deterioramento della posizione competitiva della filiera pugliese sui mercati esteri. Le importazioni complessive di oli d’oliva ammontano in media a circa 87mila tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano sulle 38mila tonnellate.

Teresa De Petro


NB. Leggi nota di Elena Gentile in LE ULTIME DAL PALAZZO

 Federazione Regionale Coldiretti Puglia

 

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