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15/02/2016

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TURISMO: QUALITÀ TERRITORIALE E SERVIZI

Clicca per Ingrandire La Bit, anche se non più all’altezza dei bei tempi, rappresenta un momento nel quale fare un po’ il punto. Fra un mese, con la Pasqua precoce si vedranno le prime aperture della nuova stagione. In queste settimane gli operatori stanno spolverando i computer, aggiornando i programmi di posta intasati da mesi di stasi e meritata vacanza. E’ il tempo dei migliori auspici e delle promesse di tour operator, agenzie di viaggi e della miriade di soggetti che svernano all’ombra degli impegni e delle fatiche degli operatori. E’ anche il periodo in cui assessori al turismo e sindaci si affannano a promettere ancora una volta che “quest’anno sarà la volta buona per risolvere tutto” e sanare anni di attese, facendo dimenticare che ciò che si chiede alle istituzioni non è di inventarsi una capacità - che i più non hanno - di fare promozione alle strutture ponendosi a caccia di premi e riconoscimenti.

Troppo spesso non se ne conosce la serietà e ci si trova a fronte di strumenti di Green Washing, termine inglese per dire che si cerca di far credere di avere fatto molto mentre ci si limita a dare una pennellata di verde all’esistente. La funzione primaria che si richiede alle istituzioni è fare meglio il proprio mestiere operando su tutela del territorio, qualificazione di accoglienza, ambiente, servizi e sicurezza. Questi aspetti sono emersi anche nel dibattito sorto in occasione della Bit allorché gli operatori del turismo hanno dichiarato di credere nella ripresa del settore, anche con riferimento alla situazione di grave incertezza di alcune destinazioni turistiche dell’area del Mediterraneo, ma di non contare sul governo.

La lettura di un nota apparsa su “Il Fatto Quotidiano” fornisce uno spaccato dei giudizi degli operatori. “Ci crediamo - riferisce qualcuno - non perché lo dice il ministro, ma perché facciamo sacrifici tutti i giorni”. Fra i problemi più gravi viene citata la mancanza e lo stato delle infrastrutture che mancano perfino della manutenzione ordinaria, da non confondere quindi con la corsa alle grandi opere, anzi. “Da me c’è una strada interrotta da dieci anni, i turisti si perdono”, si lamenta un’albergatrice.

Il 2015, secondo Federalberghi, le presenze in albergo sono aumentate del 3,6 percento, ma l’occupazione del comparto è calata dello 0,7. “Per recuperare il terreno perduto negli anni precedenti ci vorrà almeno un lustro di risultati col segno positivo”, ha commentato il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. E alla Bit c’è chi sottolinea i danni che la crisi ha inflitto al settore, “ha abbassato il nostro livello di qualità di servizio, è stato un duro colpo per le strutture ricettive e la ristorazione”. E come si sa, l’Italia non può competere sui prezzi ma soltanto sulla qualità territoriale e dei servizi.

Intanto, aveva suscitato perplessità e preoccupazione fra gli albergatori la decisione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, di sospendere il via libera alla convenzione per il 2015 con Ryanair che prevedeva un primo finanziamento di 13,8 milioni di euro “per promuovere la Puglia sul proprio sito”. Il governatore aveva voluto prendere tempo per esaminare più approfonditamente la situazione, anche alla luce delle inchieste che negli scorsi mesi hanno riguardato proprio Aeroporti di Puglia e i suoi accordi col vettore low-cost.

“La Puglia che lavora - aveva affermato in una nota Francesco Caizzi, presidente Federalberghi Puglia - e genera reddito col turismo non può pensare di fare a meno dei voli Ryanair, compagnia ‘low cost’ che ha movimentato 3,1 milioni di passeggeri fra gli aeroporti di Bari e Brindisi, oltre la metà dei passeggeri totali e quasi l’80 percento di quelli stranieri. Noi albergatori siamo i primi, insieme al presidente Emiliano, a richiedere trasparenza e legalità sull’impiego dei fondi pubblici. Però - aveva concluso, - in questo caso useremmo il massimo della cautela (anche mediatica) per non rischiare di gettare a mare svariati milioni di investimenti che negli ultimi anni hanno portato la Puglia nel grande giro del turismo nazionale e internazionale”.

E allora, in merito alla decisione di cui sopra, il governatore Emiliano ha subito annunciato che “non c’è e non c’è mai stata alcuna intenzione di sospendere i voli Ryanair. Aeroporti di Puglia - ha spiegato - ci ha fatto sapere di avere già pagato le società del gruppo che si occupano di trasporto e promozione turistica di Bari e Brindisi (dell’aeroporto di Foggia si è persa ogni traccia; ndr), come previsto dal contratto di trasporto e promozione turistica che nulla c’entra coi voli ‘low cost’ della suddetta compagnia. Voli, dunque, che possono proseguire regolarmente alle stesse condizioni attuali”.


 europaviva21.it + Redazione

 

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