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14/01/2016

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ANIMALI DOMESTICI: CATEGORIA PROTETTA

Clicca per Ingrandire Cani, gatti, cavalli e conigli ma anche pesci rossi, tartarughe, canarini e galline si preparano a invadere il cortile della Chiesa Madre di San Nicola di Mira a Rodi Garganico in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate che si terranno anticipatamente sabato 16 gennaio. La tradizionale festa, organizzata ormai da sedici anni dal Parroco don Michele Pio Cardone, nasce dopo che lo stesso parroco decise di adottare un cane pastore tedesco abbandonato nelle vie della città. I bambini della Parrocchia lo chiamarono Rex (foto 1 sotto; ndr). Purtroppo Rex, che tanti ricordano con affetto, è morto di vecchiaia il 28 marzo 2013.

Ormai a Rodi Garganico celebrare il santo protettore degli animali è una delle ricorrenze più sentite e attese dai cittadini ma anche da quelli dei paesi limitrofi che giungono in città coi loro animali domestici, per la tradizionale benedizione impartita dal Parroco. Questa è una festa capace di unire grandi e piccoli che, in questa giornata, si ritrovano per mettere i loro animali domestici sotto la protezione del santo dalla lunga barba bianca. Una manifestazione dalla grande attrattiva e veramente coinvolgente che in questi anni ha fatto registrare un numero sempre maggiore di presenze nella città.

Alle 18 verrà celebrata la Santa Messa alla quale seguirà una lotteria dove i possessori degli animali potranno vincere ‘gustosi’ premi per i loro piccoli e amati animali. Anche per la vicina edizione si è pensato di fare, in questo tempo di crisi, una lotteria per aiutare i proprietari degli animali, perché oggi avere un animale in casa comporta un bell’impegno anche, da un punto di vista economico.

Sant’Antonio è invocato in Occidente come patrono di macellai, contadini e allevatori, protettore degli animali domestici e reputato potente taumaturgo capace di guarire malattie terribili. Solitamente è raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella. Tradizionalmente la Chiesa benedice il 17 gennaio animali e stalle ponendoli sotto la protezione del santo. La tradizione deriva dal fatto che l’ordine degli Antoniani aveva ottenuto il permesso di allevare maiali all’interno dei centri abitati, poiché il loro grasso veniva usato per ungere gli ammalati colpiti dal fuoco di Sant’Antonio (sfogo pruriginoso della pelle simile alla varicella). I maiali erano nutriti a spese della comunità e circolavano liberamente nel paese portando al collo una campanella.

Il 17 gennaio quindi si celebra la festa liturgica di Sant’Antonio Abate, da distinguersi da Sant’Antonio da Padova. Nell’iconografia, infatti, viene sempre rappresentato con un maialino per distinguerlo. Secondo la leggenda, è stato proprio Sant’Antonio Abate a fornire l’umanità del fuoco. Un giorno, mentre era nel deserto, gli venne chiesto di aiutare gli uomini donando loro delle fiamme. Il Santo decise di recarsi, col suo maialino, all’inferno. I diavoli lo cacciarono ma il suo maialino riuscì ugualmente a entrarvi. I diavoli, non riuscendo a mandarlo via, chiesero l’intervento di Sant’Antonio Abate che si riprese il maialino ma accese col fuoco dell’inferno il suo bastone. Una volta tornato sulla terra diede il fuoco agli uomini che, per riconoscenza, gli dedicarono grandi falò.

Anna Fasulo

 Comunicato

 

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