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23/12/2015

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LA FAVOLA DI BABBO NATALE

Clicca per Ingrandire La storia di Babbo Natale, l’eroe della più popolare festa cristiana, ha origini lontane. In origine era niente meno che San Nicola, vissuto nel quarto secolo, dal quale deriva il nome con cui è noto nel mondo anglosassone: Santa Klaus. Amico di tutti i bambini, paffuto e sorridente, col suo completo di panno rosso bordato di pelliccia bianca, il sacco carico di doni, la magica slitta trainata da renne che, accompagnata nella notte di Natale dal suono di campanelli, solca i cieli di tutto il mondo, porta doni a grandi e piccini.

Un personaggio molto simile a Santa Claus, si scriveva, è realmente esistito: si tratta di San Nicola. Nato nella turca Patara da una ricca famiglia, divenne vescovo di Myra in Lycia nel 4° secolo. Con molta probabilità partecipò il 325 al Concilio di Nicea. Alla sua morte, le spoglie furono deposte a Myra fino al 1807 quando, trafugate da un gruppo di marinai pugliesi, furono portate a Bari, città dove sono tuttora conservate e di cui San Nicola è il Patrono. Il Santo è anche protettore dei bambini e degli scolari.

Sulla storia di San Nicola, si diffusero moltissime leggende. Una delle più famose è quella di cui parla Dante nel “Purgatorio”. San Nicola era addolorato dal pianto di tre poverissime giovanette e del loro padre, un nobile caduto in miseria ormai troppo povero per procurare una dote sufficiente a sposare le figlie. Intenerito dal pianto e dalle preghiere del pover’uomo, Nicola decise di aiutarlo lanciando per tre notti dalla finestra un sacchetto carico di monete d’oro.

Le prime due notti le cose andarono come previsto, la terza San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Fu così che, arrampicatosi sul tetto, gettò le monete dal camino dove erano stese ad asciugare le calze del nobiluomo e delle figlie. Da qui la fantasia popolare che fa diventare San Nicola portatore di doni. Si festeggia il 6 dicembre, data in cui il vecchio Santo, in groppa al suo fedele asinello, distribuisce regali ai tanti bambini che ancora credono in lui.

La leggenda fece il giro dell’Europa. Quando i primi immigrati olandesi sbarcarono a New Amsterdam, l’odierna New York, portarono con loro anche l’immagine di San Nicola (“Sinter Klaas”) che, posta sulla prua della nave, proteggeva i marinai durante il lungo viaggio. La figura del Santo affascinò anche i coloni inglesi: è del 1809 il libro “Una storia di New York” in cui si parla di “Sancte Claus”, un vescovo in miniatura che nella notte di Natale volava sui cieli in groppa a un cavallo bianco portando doni.

Il 1921 apparve un poemetto di William Gilley in cui “Sante Claus”, vestito di pelliccia, guidava una slitta trainata da una renna e portava i suoi doni. Due anni dopo seguì il racconto di Clement Clarke Moore nel quale si legge che la notte della vigilia di Natale un piccolo uomo sfrecciava nei cieli su una slitta trainata da otto renne, ognuna col suo nome, recando doni a tutti i bambini del mondo. La figura di Babbo Natale ha così pian piano preso forma, ma per arrivare a quella che tutti noi oggi conosciamo bisogna aspettare gli anni ’30.

La Coca Cola, infatti, in cerca di nuove idee per reclamizzare la bevanda nel periodo natalizio, diede il compito al celebre illustratore, Haddon Sundblom, di inventare la nuova campagna pubblicitaria. Fu proprio lui a trasformare il piccolo uomo della storia nel grosso e paffuto Babbo Natale che tutti quanti oggi conosciamo. Lo vestì di rosso e bianco che, neanche a dirlo, erano i colori della famosa bevanda.



 Intrage.it (foto babbo-natale.it)

 

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