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02/12/2015

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IL BISOGNO DI CELEBRARE IL NATALE

Clicca per Ingrandire Un altro Natale, altri riti per ricominciare l’anno liturgico e un’altra liturgia, quella laica, che ci costringe a celebrare un Natale sdolcinato e forzato, fatto di consumi, probabilmente più contenuti data la crisi che persiste. E noi cristiani non ce la prendiamo con la società e la cultura dominante perché forse anche noi siamo promotori di riti natalizi piuttosto paganeggianti. Si tratta, piuttosto, di approfittare del tempo che ci è dato, dell’opportunità che ancora una volta ci viene donata per permettere a Dio di entrare nei nostri cuori. Non fingiamo di aspettare la nascita di Gesù nella magica notte di Natale! Egli è nato, è morto ed è risorto per noi e lo aspettiamo alla fine della storia. Nel frattempo chiede di nascere nel cuore di ciascuno di noi. Viene il Signore se lo accogliamo nella concretezza della situazione che stiamo vivendo, senza spegnerci travolti dall’abitudine.

Dio chiede di nascere in me, in ognuno di noi, ma mi devo domandare: “Io voglio ancora rinascere, ancora credere, ancora attendere, ancora accogliere, ancora sperare, ancora costruire, ancora vivere?” Natale diventa una rinascita ogni anno, perché ogni anno arrivo con un cuore diverso, con un pezzo di storia in più, con gli occhi pieni di stupore e di nuove delusioni. Sì, ho bisogno ancora di celebrare il Natale. Di fare spazio a Dio. Di lasciare che Dio cambi i nostri cuori. Pensiamo alle tante famiglie povere della nostra Parrocchia, ai tanti giovani della nostra città che non hanno ancora lavoro, a quelli che si drogano e hanno perso la via. Quante volte dobbiamo ripetere le stesse preghiere e ascoltare le stesse parole per poter finalmente lasciare il nostro cuore illuminarsi dalla tenerezza immensa di Dio?

Questo che ci attende è un anno molto importante, è l’anno del Giubileo. Un Giubileo straordinario con dieci anni di anticipo. Un evento storico, a quindici anni dal Grande Giubileo del 2000 voluto da San Giovanni Paolo II. Nell’annunciare l’Anno Santo, infatti, il Pontefice ha spiegato di aver “pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della misericordia”. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo il Papa vuole che i fedeli di tutto il mondo vivano questo evento storico alla luce di una particolare parola tratta dal vangelo di San Luca: “Siate misericordiosi come il Padre”. Il nostro cuore è distratto, spesso siamo travolti dalle tante occupazioni quotidiane e dalle preoccupazioni per il futuro. Sono certo che tutti abbiamo bisogno di ricominciare, di provare ancora a fare della nostra anima, della nostra vita una piccola Betlemme.

Dio viene, non si stanca, non si arrende. Questo anno 2015 è stato uno dei più difficili della recente storia europea, un anno di crisi in generale, di una crescita economica promessa ma non realizzata, di licenziamenti, di scoraggiamento, di alluvioni, di guerre e atti di terrorismo che non hanno mai termine. In questo momento critico la Chiesa ci invita a prepararci a un altro Natale. Anche nella nostra città sono accaduti eventi spiacevoli e atti vandalici. Si cominciano anche a fare gli auguri di Buon Natale a chi si incontra, che purtroppo non sono sempre espressione di un genuino senso di fede, di festa e di solidarietà. Per alcuni non sarà neanche un Natale facile. Per loro, infatti, un nuovo Natale potrà essere nostalgia di una festa lontana nel tempo, memoria di felicità e di armonia scomparse; per altri potrà significare il risvegliarsi di un’esperienza dolorosa, di un lutto non ancora dimenticato.

Ogni persona ha il suo Natale. Se il Natale resta il mio Natale, il tuo Natale, e perdiamo di vista che si tratta del Natale di Gesù, sarà un Natale povero. Se la Chiesa ci ripropone un nuovo anno liturgico e ci fa rivivere questa nuova celebrazione, è perché ne abbiamo ancora più bisogno. Ripartiamo allora con entusiasmo, nonostante la crisi. Coraggio, lasciamo ancora spazio alla Parola, alla profezia, alla speranza. Lasciamo crescere in noi la presenza di Dio, lasciamo scaturire dai nostri cuori il desiderio di pienezza che ci conduce alla salvezza e che solo Dio ci può dare. Santo Natale, dunque. E che sia il Natale di Gesù. Auguri a tutti! In particolare a chi soffre per la malattia, la solitudine e la paura di un futuro senza speranza.

don Michele Pio Cardone


NB. Locandina intera col programma completo in PERIODICI di Città Gargano

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