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18/04/2015

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NEL DELIRIO DI UNA STORIA INFINITA

Clicca per Ingrandire Riprendiamo da Ondaradio (a Puntodistella infatti non è arrivato nulla), il “j’accuse” del coordinatore della sede del Liceo Scientifico di Peschici, Angelo Piemontese, per la semplice ragione che non si può assistere con indifferenza allo strazio di una (?) generazione. Di seguito il testo.

“Giungendo in prossimità di Peschici, lo si nota subito: lo scheletro abbandonato di un edificio in costruzione. E’ l’edificio delle Superiori di Peschici. Da quasi tre anni i lavori sono fermi per una serie incredibile di contrattempi dopo il loro avvio risalente al 22 novembre 2011. A seguito della gara di appalto della Provincìa, i lavori furono affidati alla Ditta Sinco di Bitonto, dopo che la vincitrice era stata esclusa per una lite fra i soci. La Sinco ha affidato il lavoro in subappalto alla Ditta Mongelluzzi di Peschici, che ha portato a termine la struttura così com'è oggi. Poiché, però, non aveva avuto il compenso pattuito, a luglio 2012 la Ditta Mongelluzzi abbandonava i lavori.

“Per la mobilitazione di genitori e alunni, il sindaco aveva ottenuto dal Commissario Costantini (Provincia di Foggia; ndr) l'ingiunzione alla Ditta Sinco di riprendere i lavori per fine agosto 2013. Ciò, però, non è avvenuto, come si può verificare dai sopralluoghi fatti dai Vigili Urbani su richiesta del sindaco peschiciano Tavaglione. Stanchi di continuare a vedere i nostri giovani chiusi in locali assolutamente non idonei, genitori docenti alunni si sono di nuovo mobilitati e una rappresentanza, guidata dal sindaco, il 17 aprile 2014 è stata ricevuta a Palazzo Dogana dal Commissario Costantini e dai dirigenti degli uffici interessati.

“Lì - c'ero anch'io - ci siamo sentiti ripetere che la Provincia stava provvedendo alla rescissione del contratto con la Ditta Sinco, che non aveva mai ripreso i lavori, e sarebbe stata indetta una nuova gara d'appalto. Alla mia precisa domanda se non c'era una terza ditta che avesse partecipato alla gara d'appalto, mi è stato risposto seccamente “no!” In questa infinita storia, però, magicamente nella scorsa estate si è saputo che una terza ditta esisteva e il titolare era interessato a completare il lavoro. Finalmente, lo scorso mese abbiamo saputo che l'edificio sarebbe stato completato, dopo che era stato rescisso il contratto con la Sinco e che l'altra ditta aveva accettato. Tutto bene, penserete. Errore! Proprio mentre un sopralluogo accertava che, finalmente, si poteva riprendere a lavorare, ultimo colpo di scena: la Ditta Sinco aveva intentato causa bloccando di nuovo tutto.

“Una riflessione, a questo punto, è d'obbligo: di fronte alla situazione di disagio dei giovani di Peschici, in presenza di edifici vecchi e fatiscenti sparsi in Puglia e in ogni parte d'Italia, al cospetto dei proclami governativi, come è possibile che possa esistere una situazione del genere? Come mai, pur essendoci la copertura finanziaria e in presenza di un lavoro in gran parte eseguito, si tollera una situazione del genere? Come può il cittadino - leggasi giovani e famiglie di Peschici - vedere misconosciuto uno dei diritti fondamentali codificati dalla Costituzione: quello allo studio? Cosa hanno fatto di male gli studenti peschiciani per studiare in aule pollaio?

“E’ ora che la politica dia risposte chiare! È ora che la nuova Amministrazione Provinciale risolva una questione che sembra ridicola, ma è solo tragica. Intanto i genitori si stanno informando se possono agire legalmente, in modo che siano snidati i responsabili e il sogno di varie generazioni di studenti sia finalmente realizzato. Speriamo non sia lontano il giorno in cui, sbucando alla curva dello Ialillo, i passeggeri vedranno una magnifica costruzione che un nostro ex-dirigente chiamava la scuola del Paradiso!” (Angelo Piemontese)



 Ondaradio

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 19/05/2015 -- 13:14:01 -- Paolo

Da restare senza parole, Angelo! E non solo per le 'aule-pollaio"! Anche e - credo - soprattutto per l'immagine che i giovani recepiscono del nostro Paese: la farraginosità delle procedure, l'avidità che sovrasta la capacità, la rinuncia a perseguire con fermezza obiettivi evidentemente utili.

 
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