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27/01/2015

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LA pOLITICA SENZA P MAIUSCOLA

Clicca per Ingrandire Brutta pagina quella scritta in queste ore. Ma quel raffazzonamento che da noi chiamano “politica” ci ha abituati a ben altre chiassate. Chi ricorda più quella idea di “Villaggio garganico”, pieno di sole e di fiori, formato dall'unione materiale e spirituale dei Comuni, dove la popolazione avrebbe potuto ballare felicemente più e meglio della setta degli “arancioni”. Materia di grandi dibattiti, portata avanti per anni da professori Giuseppe d'Avolio e dal compianto Filippo Fiorentino? Probabilmente nessuno!

Siamo pronti ad azzuffarci, guerreggiarci, ostacolarci per una processione, un evento, per piazzate e cazzate inutili, ma se da queste si passa a cose e fatti più seri - una politica di sistema territoriale, una sanità di prossimità, un distretto per la raccolta dell'immondizia, una rete turistica, la messa a reddito dei beni comunali, un welfare orizzontale, qualche progetto per captare i fondi europei 2014-2020, - allora ci accorgiamo del deserto culturale e della miseria politica che ci circonda.

Chi sono i nostri amministratori, quale percezione hanno del loro compito, chi li ha formati e a chi rispondono dei loro danni, i ritardi, della loro inutilità. Assistere a un Consiglio comunale, o peggio, a una rara riunione di partito, è come partecipare a una riunione spiritica dove si aspetta il tremolio del tavolo. Questo mondo, asfittico e dannoso, si vivacizza solo in prossimità di una qualche elezione per regalare una manciata di voti al padrino del momento. Basta, non c'è più nulla.

Ricostruire una “Politica” a Vico del Gargano, e nel Gargano, con le maschere vichesi del “Razzi, che ride sempre”, del “Trota”, della “Minetti”, dei tanti “Scilipoti”, è compito difficile, diciamo pure impossibile. A chi chiediamo il punto di arrivo se manca totalmente una visione politica. Come facciamo a costruire una “Politica” se mancano fondamento e ragionamento sul dissenso e sul controllo, vera vita di una comunità.

Da troppo tempo Vico del Gargano vive una sorta di limbo sociopolitico, né carne, né pesce, e il consociativismo della pentammucchiata e delle feste, farina e funerali, ha aggravato questa condizione. Non esiste una sfera di motivazioni alte, impegno per progetti e cose che contano veramente per tutti, abbiamo solo una pletora di spicciafaccende. Ora ci accorgiamo della improvvisa verticalizzazione scolastica. Peschici brinda, Carpino brinda, Vieste si adegua, Vico del Gargano piange. Vecchio spettacolo, anzi stravecchio.

Le elezioni regionali bussano alle porte e i nostri leccadeterani si preparano a oliare la lingua. Mentre all'orizzonte appare, minacciosa, la nuova ecotassa per i Comuni inadempienti sulla raccolta differenziata. Ma questo è argomento di una prossima puntata.

Michele Angelicchio


 Redazione

 

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