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14/12/2014

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LA MEGLIO GIOVENTÙ (1)

Clicca per Ingrandire Che cosa trasforma un semplice spazio in un luogo? Per il filosofo Martin Heidegger era l’abitare. L’abitare dell’uomo che crea storie e lascia tracce. Se poi “questo spazio è stato abitato con passione - afferma Giulia Maria Crespi, ex presidente del Fai (Fondo Ambiente Italiano) - allora diventa un luogo del cuore. Potrebbe essere un’isola, un’abbazia o una spiaggia, ma anche un albero perché è importante amare e difendere anche le piccole cose. Alla domanda “qual è il vostro luogo del cuore”, il primo degli studenti della 3ª Cat dell’Iiss “Mauro Del Giudice” di Rodi che proponiamo (ne seguiranno altri, tutti segnalati da Teresa Maria Rauzino) ha risposto: “Santa Barbara”, una piccola grande Chiesa dei Cavalieri di Malta, simbolo del degrado di Rodi Garganico. Di seguito la sua relazione.

«Prima del centro abitato di Rodi Garganico, si estende una piccola baia, stupenda per la sua posizione ad arco, in mezzo ai profumi delle zagare. La baia prende il nome da un' antichissima chiesetta dedicata a Santa Barbara, che un tempo sorgeva solitaria a guardia di questa piccola insenatura. La sua esistenza è attestata già in un documento del 1091, come dipendenza dell'Abbazia di Benevento. Più tardi fu custodita dai Cavalieri di Malta, ordine ospedaliero benedettino nato la prima metà dell'11° secolo a Gerusalemme e divenuto, in seguito alla prima crociata, ordine religioso cavalleresco cristiano, dotato di un proprio statuto a cui fu affidata la cura e la difesa dei pellegrini diretti in Terra Santa.

«I Cavalieri di Malta ricoprirono un importante ruolo nel piccolo centro garganico, scacciando la pirateria che minacciava le attività commerciali di Rodi nel 16° secolo. Il 1645 la chiesa fu restaurata e arricchita di un prezioso quadro su tela raffigurante Santa Barbara. Da tempo ormai cadente, lascia intravedere ancora resti di affreschi raffiguranti Santi e miracoli. Purtroppo della chiesa oggi restano ormai solo parti diroccate dei muri maestri, ove un tempo svettava un decoroso campanile a vela. Il tetto è ormai caduto da tempo e la facciata è stata selvaggiamente deturpata dal furto dello stemma raffigurante un leone (ordine dei Cavalieri di Malta) e del portale della chiesa. Questa chiesetta millenaria è oggi simbolo di degrado, incuria e abusivismo» (Antonio Manicone).

Questa la descrizione del ‘luogo del cuore’ di uno studente che, davanti all'indifferenza del paese, non può nulla per far splendere questa chiesetta, come lo è stata un tempo, se non visitarla in compagnia della scuola e della sua professoressa - che, come lui, è molto interessata al benessere dei beni monumentali del proprio paese - e ammirare solo ciò che la natura si riprende lentamente.



 Redazione

 

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