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06/12/2014

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mi chiamo Marilena Dagnese, sono una mamma e al contempo sono la vicepresidente dell'Associazione Superamento Handicap di Cerignola (Fg). Scrivo questa lettera non solo in veste di vicepresidente della medesima associazione, ma innanzitutto perché sono la mamma di Niccolò Preziosa, un ragazzo disabile con difficoltà motorie il quale il 3 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità, ha presenziato a Palazzo Chigi per un lodevole evento dal titolo “Giornata Internazionale delle persone con disabilità 2014-La sfida per l’inclusione: il futuro delle persone con disabilità” organizzato dai Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali, dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e da quello della Salute, in collaborazione con le federazioni Fish e Fand.

Niccolò è stato invitato a parteciparvi in qualità di ‘testimone per le buone prassi a scuola’, in cui la scuola secondaria di primo grado “Giuseppe Pavoncelli” di Cerignola si è resa protagonista attiva nell’offrire una preziosa opportunità di crescita e formazione e nel non considerare mai mio figlio una persona diversa dagli altri. Ciò è stato reso possibile grazie alla straordinaria sinergia venutasi a creare fra la nostra famiglia, l’intero corpo docente, la psicologa-assistente all’autonomia e alla comunicazione, l'assistente domiciliare specializzata, i compagni di classe e l’Ente comunale di Cerignola il quale, è mio dovere sottolineare, provvede già da anni a non ledere il diritto all'istruzione e all'inclusione scolastica dei nostri ragazzi, ergendosi in tal modo a pioniere della garanzia di tale diritto, facendo sì che diventassimo esempio per le buone prassi di altre scuole italiane.

Certamente per Niccolò si è reso necessario un percorso didattico cucito su misura per lui dalla sua psicologa assistente all'autonomia e comunicazione, dalla sua insegnante di sostegno, da tutto il corpo docente e dal sostegno prezioso dell'assistente a casa. Così, grazie al supporto di ausili didattici e informatici, gli è stato permesso di studiare come gli altri, senza diversità di trattamento nel sostenere le prove di verifica e le interrogazioni, principalmente grazie allo spirito e scambio umano che è prima di tutto reciproco arricchimento che ha investito tutti coloro che hanno accompagnato Niccolò nel suo percorso scolastico, riuscendo a fargli conseguire la licenza media inferiore con 10 e lode, segno non della compassione dei suoi docenti, ma testimonianza della sua fatica, del suo impegno, della sua volontà di dimostrare e poter dire a tutti che “io ci sono, io ce la posso fare a essere anche un'eccellenza”.

Tuttavia non è solo di mio figlio che voglio parlare. Mi rivolgo a tutti gli organi della comunicazione affinché, parlandone, mi aiutino a denunciare, facendo arrivare all’attenzione degli organi competenti, la pesante situazione che molte famiglie si trovano ad affrontare. Il motivo che mi spinge a scrivere questa missiva concerne un problema che tocca corde e cuore di noi genitori e al momento vede ledere i diritti dei nostri figli proprio in materia di diritto all'istruzione e all’inclusione scolastica nelle scuole d'istruzione secondaria superiore. Come cambiare lo stato attuale delle cose? Parlandone, scrivendo, facendosi sentire e dando voce a chi voce non sembra averla in questo delicato momento.

Faccio parte, come vicepresidente, dell'Associazione Superamento Handicap, di cui è presidente Simone Marinelli, da anni impegnato nelle lotte per la tutela dei diritti dei disabili. Da sempre la nostra Associazione è impegnata in prima linea nella tutela dei diritti delle persone con disabilità, con maggiore riguardo ai minori presenti sul territorio e con la mission di migliorare la loro qualità di vita, raccogliendo - in sinergia con la Cooperativa Sociale SuperHando di Cerignola, la quale gestisce anche il servizio dell'Assistenza all'Autonomia e alla Comunicazione presso le scuole dell'infanzia, primarie, secondarie di primo grado del Comune di Cerignola (Fg) - le problematiche di quelle famiglie che, lamentandosi di essere lasciate sole dalle stesse istituzioni, si rivolgono alla nostra associazione per essere supportate nelle loro battaglie per il rispetto dei diritti dei loro figli.

Ebbene, con la presente mi faccio portavoce di tutte le altre famiglie che come me si trovano a subire le lungaggini burocratiche e conseguentemente i problemi che ne derivano a causa di una cattiva organizzazione provinciale. Vi illustro brevemente il nostro problema. Le famiglie dei ragazzi con disabilità psicofisiche che frequentano le scuole d'istruzione secondaria superiore della provincia di Foggia richiedono per i loro figli l'assistenza specialistica di personale qualificato all'interno della scuola e, a circa tre mesi dall'inizio dell'anno scolastico, non hanno ancora visto assegnare l’assistenza specialistica che si possa occupare dell'autonomia e della comunicazione di questi ragazzi, fornendo al contempo un prezioso supporto ai docenti di sostegno e alle famiglie stesse. Tengo a sottolineare che tale ritardo è una consuetudine verificatasi già in altri anni scolastici e che l'assegnazione degli assistenti è una competenza delle Province e non dei Comuni.

Le ragioni di tale ritardo addotte, ad esempio, dalla Provincia di Foggia ma anche da altre Province, ricadono sulla difficoltà di reperire i fondi per tale assistenza, ledendo così il diritto allo studio. Pertanto, capita anche che siano le famiglie ad accollarsi le spese per pagare un assistente e mandare i figli a scuola oppure, in assenza di tale supporto, l'alunno frequenta la scuola solo nelle ore in cui è presente il docente di sostegno. Ciò non è ammissibile! Mio figlio Niccolò adesso frequenta la prima superiore del Liceo Tecnologico indirizzo Scienze applicate. A ottobre ho esposto ricorso al Tar di Bari perché chi sta provvedendo al pagamento della sua assistente all’autonomia e alla comunicazione è la sua famiglia e non la Provincia, che invece dovrebbe garantire proprio tale servizio.

Tutto questo non collima affatto con quanto ho dichiarato sopra e col significato della Giornata Internazionale delle persone con disabilità. E le buone pratiche per una buona scuola che fine fanno in questo passaggio dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado? Mi trovo dunque a riflettere su una questione non indifferente: tutte le famiglie che, considerando il periodo di crisi economica, non possono permettersi di sostenere le spese per il pagamento di un’assistente specialistica, devono rinunciare a un loro sacrosanto diritto. Puntualizzo che nella provincia di Bat il servizio di assistenza specialistica è partito da un po' e la Regione Puglia ha pertanto svolto il suo dovere. A quanto pare sembrerebbe piuttosto una questione di disorganizzazione della Provincia di Foggia che fra l'altro, indipendentemente dalla Regione Puglia, dovrebbe prevedere già un impegno di spesa.

A questo punto chiedo ai lettori se sono disposti a impegnarsi denunciando come me, facendo in modo che si possa risolvere una volta per sempre questo grave problema che continua a ledere il diritto allo studio di tanti ragazzi i quali prima di quel grado di istruzione, ovvero le scuole d'istruzione secondaria di primo grado, stavano aprendo le proprie ali e ora invece, nel successivo grado d'istruzione che è in capo alla Provincia, le ali se le vedono tarpate!

Marilena Dagnese

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