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16/07/2014

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LA CRISI: PAURA DI NON FARCELA? IMPARA A SUPERARLA

Clicca per Ingrandire Per molte persone la recessione sta creando profonde paure in merito alla perdita di lavoro, proprietà, risparmi, amore, rispetto, tranquillità, autostima… In poche parole, una vita priva di significato.
In questi ultimi mesi, inoltre, ansia e depressione hanno subìto un incremento evidente. Quanto rilevo sempre più spesso nelle persone che incontro è che a molti, in questo periodo, mancano proprio le risorse psicologiche per affrontare questa situazione “di emergenza”. Ci stiamo dimenticando, però, che ognuno di noi possiede dentro di sé un insieme di risorse alle quali può attingere, in ogni momento, per risolvere difficoltà e problemi che si trova di fronte.

Per poter tirare fuori da sé e rispolverare le risorse necessarie per affrontare le sfide giornaliere dobbiamo necessariamente effettuare un “percorso di crescita personale” che ci porti a scoprire non solo quali siano le nostre risorse ma a saperle anche utilizzare in maniera efficace in tutte le occasioni. Un ‘must’ di questo particolare periodo storico deve essere il miglioramento, l’evoluzione, tutti concetti che sentiamo sempre di più in tv e sono sinonimi di “cambiamento”. Il cambiamento, però, come ho già avuto modo di spiegare in un altro mio articolo, spaventa.

Da sempre, infatti, desiderio di stasi (il caldo grembo, la tranquillità, la “zona di comfort”, la morte anche) e desiderio di movimento (ricerca, conoscenza, miglioramento, cambiamento) coesistono nell’animo umano alternandosi nel ruolo di guida e determinando la crescita effettiva dell’individuo. Ogni volta che il vecchio equilibrio viene messo in discussione stiamo in realtà vivendo ciò che viene chiamata una “crisi”.

Va da sé il valore positivo che può assumere la crisi, in quanto motore indispensabile al cambiamento e all’ampliamento della coscienza, anche se alcune persone (coloro che hanno maggiori difficoltà a vivere i momenti di crisi e anche a comprenderne la natura essenzialmente positiva e trasformatrice) hanno costruito la propria esistenza all’interno di confini rigidi e poco permeabili, fra ciò che conoscono di se stesse e del mondo, e ciò che è ancora sconosciuto, diverso e potenzialmente perturbante ma al tempo stesso migliorativo.

Più le persone sono rigide e intolleranti, più costruiscono confini impenetrabili intorno a sé. Ma se, disgraziatamente, qualcuno o qualcosa (come sta avvenendo in questo periodo nel mondo) riesce dall’esterno a penetrarvi, allora la crisi sarà particolarmente devastante per loro. Si tratta di persone con grandi debolezze e insicurezze, per le quali il confronto con la diversità, con l’altro da sé, col cambiamento, può realmente costituire una minaccia alla sopravvivenza.

Ogni giorno, purtroppo, stiamo assistendo alla resa di molti imprenditori che preferiscono morire piuttosto che tirare fuori nuove risorse, strategie, idee per andare avanti comunque in qualche modo. Non credo sia giusto rinunciare così facilmente alla capacità che ogni essere umano possiede di ribaltare a suo favore ogni situazione difficile. Credo che, quando questo avviene, le cause siano da cercare nell’inconsapevolezza delle reali risorse di cui si dispone. Inoltre, sono convinto che, quando l'uomo conosce profondamente se stesso, non si lascia più condizionare o determinare così facilmente dagli eventi esterni.

Un uomo o una donna ‘consapevoli’ sanno relazionarsi efficacemente con qualsiasi tipo di realtà, difficoltà o avversità. Sanno scegliere fra l'essere vittime o essere leader. Questa è una possibilità, è una scelta a cui tutti siamo chiamati in questo periodo. La crisi è ovunque, è mondiale. E dunque anche tu, che proprio in questo momento hai scelto di leggere questo articolo, sei chiamato a scegliere se essere vittima o artefice della tua vita. Pensaci!

In definitiva, quindi, possiamo dire che l’intensità percepita della crisi è direttamente proporzionale alla rigidità dei confini che ogni persona costruisce intorno a sé e segnano il limite fra ciò che ci appartiene e ciò che invece non ci appartiene, fra ciò che conosciamo e ciò che ci è sconosciuto, il poter dire “ho sempre fatto così… e mi è sempre andata bene” e invece il dire “che cosa posso fare di diverso e nuovo per poter andare avanti e adattarmi alle nuove circostanze?”

Se tali confini sono sufficientemente permeabili ogni elemento proveniente dall’esterno (idee, persone, opportunità…) potrà facilmente entrare nella coscienza senza che ciò comporti una destrutturazione totale dell’individuo. La crisi sarà, cioè, indolore o quasi, garantendo continuità a crescita e apprendimento. Se farai in questo modo, potrai tornare a casa la sera, guardare i tuoi cari negli occhi e dire con fierezza di aver scelto di lottare per crescere e per farcela, piuttosto che lamentarti e nutrire di energia negativa te stesso, la tua famiglia e le persone che ami. Coraggio! E ricorda sempre che ogni crisi (economica, lavorativa, personale, di coppia…) nasconde sempre opportunità di crescita e miglioramento.

Salvatore Panza


NB. Se avete quesiti da porre all’estensore dell’articolo, psicologo di professione, postate un commento o, se preferite una comunicazione privata, inoltratelo direttamente alla sua casella di posta elettronica: salvatore_panza@virgilio.it (per altre informazioni visitate il sito: www.salvatorepanza.it oppure telefonate al 340.23.51.130).

 Redazione

 

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