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27/05/2014

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“MI PARLI DI LEI”

Clicca per Ingrandire Sapete affrontare un colloquio di lavoro? Quali sono le domande che vengono poste più di frequente a un colloquio di selezione? Nonostante ogni colloquio sia diverso dall’altro, ci sono alcune domande fondamentali ricorrenti a cui dovete prepararvi prima di affrontare questa prova. Spesso le domande più semplici sono quelle che nascondono le maggiori insidie: fate attenzione quindi e leggete i miei consigli per non farvi cogliere impreparati. Ecco la lista delle domande più frequentemente formulate dai selezionatori, con relativi suggerimenti per organizzare la propria risposta nel migliore dei modi.

- “Mi parli di lei” = Bisogna rispondere brevemente, distinguendo la vita familiare, la formazione, le precedenti esperienze lavorative e tutto ciò che si è fatto negli ultimi anni. Evitare tutto ciò che non riguarda il caso personale. Non divagare.

- “Come mai ci ha mandato il Curriculum Vitae? Cosa l’ha spinta a rispondere al nostro annuncio” = Vi rivelo la frase che tutti i selezionatori vorrebbero sentirsi dire: ‘Ho mandato il CV perché io voglio questo lavoro… E’ ciò che ho sempre cercato e voluto... E non ho nessuna intenzione di farmi sfuggire questa opportunità’.

- “Perché vuole lavorare con noi?” = Presentare le proprie motivazioni in rapporto al contenuto professionale del posto di lavoro. Poi bisogna manifestare la propria stima nei confronti dell'azienda, dei suoi obiettivi e dei suoi metodi di lavoro. Non adulare esageratamente!

- “Quali sono i suoi punti di forza” = Darne due o tre (tratti che piacciono in generale: intelligenza, flessibilità, onestà, simpatia-empatia, l’essere allineato con la cultura aziendale, team player, piacevole, leader, motivazione...), quelli più utili alla funzione che è stata proposta. Per essere credibili bisogna però provare quanto si afferma.

- “Quali sono i suoi punti di debolezza/di miglioramento” = Trasformare un punto di forza in una debolezza, tipo: ‘A volte pretendo troppo dalla gente, sono abituato a lavorare a certi standard e non tutti sono allo stesso mio livello’.

- “Quali hobby pratica?” = Citare quelli che denotano dinamismo. Evitare di enumerarne troppi perché altrimenti l'interlocutore potrebbe pensare che per il candidato lo svago conti molto più del lavoro.

- “Che cosa legge?” = A meno di non leggere nulla, indicare alcuni periodici e riviste vicini al settore economico dell'azienda. Dare poi una lista di libri di generi differenti.

- “Mi parli delle sue capacità di lavorare sotto pressione” = Potete riferire che date il meglio di voi quando siete sottoposti ad alcuni tipi di pressione. Fornite un esempio che sia collegato alla posizione per la quale venite intervistati. Siate positivi. Potete lavorare bene sotto pressione, potete eccellere sotto pressione e potete anche preferire di lavorare sotto pressione.

- “Per quale tipo di lavoro si sente pronto?” = Bisogna rispondere in funzione del posto per cui si è in corsa, rimanendo se stessi e non indossando i panni di una persona estranea, adattandosi invece alle aspettative dell'interlocutore.

- “Dove si vede fra 3-5-10 anni?” = Assicurate l’intervistatore che volete prendere un impegno di lungo periodo, che la posizione è quello che cercate ed è quello che sapete fare bene.

- “Quale sarà la sua strategia per sviluppare il suo ruolo nell'azienda?” = E’ opportuno mostrare un atteggiamento a metà strada fra l'ambizioso e il paziente. Il messaggio di fondo è: il mio primo obiettivo è quello di riuscire nella missione che mi viene affidata, contribuendo allo sviluppo dell'azienda e al raggiungimento di un'efficienza sempre maggiore.

- “Perché in questa occasione è stato licenziato?” oppure: “Perché ci ha messo così tanto a laurearsi?” = Il selezionatore non fa passare inosservati i buchi nel curriculum. Occorre spiegarne le circostanze con calma e serenità, pronti ad assumersi le proprie responsabilità senza ricorrere alle circostanze e alla fortuna.

- “Perché ha scelto di seguire questo corso di studi?” = L'obiettivo di questa domanda è valutare se il percorso di studi è stato motivato da una scelta ben precisa, da un'ambizione (risposta positiva) oppure no (non ha scelto, è stato costretto dai genitori… Ovviamente risposta sbagliata!).

- “Perché si sente la persona giusta per questa posizione” = Indicare tutte le caratteristiche personali in qualche modo collegate (o collegabili) a questo ruolo. Per esempio, se l'incarico riguarda l'ufficio commerciale, è il caso di sottolineare l'esperienza nel settore e la facilità nell'intrattenere relazioni con gli altri.

- “Quali sono le sue aspettative economiche?” = E’ necessario dimostrarsi rispettosi dello standard retributivo vigente in azienda e, di conseguenza, si preferisce ottenere più informazioni su questo aspetto prima di fare una proposta. Avanzare, in ogni caso, con prudenza.

- “Quali sono le sue motivazioni al cambiamento?” = L'ideale è rispondere che si cercano maggiori responsabilità e autonomia, oltre a obiettivi meglio definiti da raggiungere. Piuttosto che parlare male della società per la quale si ha lavorato o si lavora, affermare invece che si cerca di più. Che è la voglia di crescere professionalmente la principale spinta al cambiamento.

- “Si considera una persona di successo?” = La risposta è “sì”. Illustrate brevemente il perché. Una valida spiegazione è che vi siete posti degli obiettivi, alcuni dei quali sono stati raggiunti e ora vi state impegnando per realizzare anche gli altri. Il vostro capo vi ha espressamente riconosciuto di aver raggiunto importanti traguardi.

- “Ha contattato altre aziende?” = Il vostro obiettivo è svicolare la risposta. Quella ideale è: ‘Ci sono sicuramente altre strade interessanti da percorrere, ma in questo momento quello che mi interessa di più è il ruolo di cui stiamo parlando in questo momento’.

- “Che cosa pensa della sua ultima posizione?” = Può essere un tranello. Anche se ci si è lasciati male con l'ex capo, non è il caso di fare pettegolezzi o esprimere rabbia e risentimento. Si deve cercare di fare un bilancio il più positivo possibile dell'esperienza passata, sia professionalmente sia umanamente.

- “Qual è stato il suo apporto professionale nell'ambito della sua ultima posizione ricoperta” = Con la domanda si vuole entrare nel merito. Nella risposta è utile usare un linguaggio tecnico, illustrando il contenuto della propria mansione e il contributo offerto. Bisogna fornire cifre, resoconti chiari di tutti i risultati positivi raggiunti.

- “Sarebbe in grado di dirigere un'équipe?” = Potrebbe essere una domanda trabocchetto. L'ideale è citare le esperienze di lavoro in team che si sono rivelate positive e la propria attitudine a lavorare con gli altri.

- “Se dovesse reclutare dei collaboratori, quali criteri userebbe?” = Si può rispondere che, dopo aver verificato le loro competenze tecniche, si selezionerebbero le persone attive, adattabili e con capacità di iniziativa, senso di responsabilità e spirito di squadra.

- “Qual è la sua società dei sogni” = Un pizzico di ipocrisia non guasta. Affermare, mostrando convinzione, che la società che offre il posto per cui si è in lista ha notevoli punti di forza. Si possono citare, a esempio, la validità dei prodotti, la qualità dei servizi offerti, le scelte strategiche, le politiche gestionali, bla bla bla.

- “Lei continuerà a formarsi professionalmente?” = Certo che sì! Chi non segue corsi specifici può sempre tenersi informato, leggendo la stampa del settore e tenendosi sempre pronto a partecipare a seminari o incontri di aggiornamento.

- “Quali sono state le sue esperienze negative?” = Inutile negare il fatto che ci siano state esperienze negative. Meglio invece raccontarle con distacco, dimostrando di averle superate e averne tratto un utile insegnamento. Fa una buona impressione chi dimostra di essere ripartito col piede giusto.

- “Che interesse avrebbe la nostra azienda ad assumerla? = Far corrispondere le proprie competenze alla figura professionale che si dovrebbe ricoprire in azienda.

- “E' pronto al trasferimento?” = E’ una domanda che serve spesso al selezionatore per comprendere il grado di motivazione. Si può rispondere che la motivazione c'è, compatibilmente con l'interesse della posizione offerta.

- “Non pensa di avere troppo poca esperienza?” = Non negare l'evidenza, se si è giovani o al primo impiego. Sottolineare, invece, come il proprio entusiasmo e la propria voglia di fare possano compensare la scarsa esperienza. Dichiararsi disponibili a imparare anche dai propri colleghi: imparare da tutto ciò che può rendere operativi nel più breve tempo possibile.

- “Preferisce lavorare da solo o in gruppo” = Rispondere che l'isolamento serve per riflettere, risolvere un problema, fare certe scelte, ma che lavorare in gruppo è necessario per analizzare i risultati, valutare i progetti e ottenere dei miglioramenti.

- “Vuole aggiungere qualcosa?” = Evitare di dire di no, ma aggiungere informazioni circa il proprio profilo professionale, le aspettative e le esperienze, oltre che per chiedere altre notizie sul nuovo posto di lavoro e sul settore di cui si occupa. Solo così si chiude in bellezza.

E infine… attenti alle prove di gruppo: mostratevi intraprendenti, leader, solutori di problemi, prendete spesso la parola, siate positivi, concentrati sull’obiettivo senza perdere tempo, cercate di farvi seguire dagli altri piuttosto che il contrario. Al selezionatore non interessa tanto la soluzione giusta del problema, piuttosto le dinamiche relazionali di gruppo. Esempio: se l’azienda sta cercano un leader, una persona che dovrà assumersi responsabilità importanti, che dovrà guidare altre persone, il selezionatore cercherà, al di là della preparazione tecnica (indispensabile), la persona che possiede le caratteristiche caratteriali adeguate a quel ruolo.

Credo di aver svelato informazioni importanti e utili. Non mi resta che augurare “Buona fortuna!”

Salvatore Panza


NB. Se avete quesiti da porre all’estensore dell’articolo, psicologo di professione, postate un commento o, se preferite una comunicazione privata, inoltratelo direttamente alla sua casella di posta elettronica: salvatore_panza@virgilio.it (per altre informazioni visitate il sito: www.salvatorepanza.it oppure telefonate al 340.23.51.130).





 Redazione (vignetta di italiaorienta.it)

 

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