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15/05/2014

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EURO SÌ O EURO NO? EUROPA SÌ O EUROPA NO?

Clicca per Ingrandire Siamo seduti su un gradino della scalinata della basilica di Santa Croce: Rossella, fiorentina doc, già modella grandi firme; Patty, milanese, consigliere della sezione romana di Italia Nostra; Paolo, romano, consulente d’impresa, prosatore; Pietro, garganico, storiografo. Ci siamo ritrovati per caso, inopinatamente, attratti dal fascino di due miti: Firenze, che è qui dinanzi ai nostri occhi, splendida, viva; l’Europa, che è nei nostri cuori, e vuole esistere, ma soffre afflitta da crisi d’identità. Oggi, ricorrenza della dichiarazione di Robert Schumann, che ha segnato l’inizio del progetto “Unione Europea”, la “Festa dell’Europa” fiorentina ha riunito a Palazzo Vecchio i candidati alla presidenza della Commissione Europea che il 25 maggio si presenteranno al voto degli elettori. Un evento corredato da una molteplicità di iniziative collaterali. L’appuntamento, organizzato nel ristorante qui accanto da una delle liste candidate, ha dato modo di incontrarci.

PATTY - Io… io mi sento emozionata. Mi emoziono. Mi capita. Mi capita ogni volta che rivedo Firenze.

Voltiamo le spalle alla Basilica. Piazza Santa Croce, ampia, regolare, si allarga elegante fra le quinte degli antichi palazzi nobiliari, alla nostra sinistra e in fondo, e degli edifici medievali, alla nostra destra. La statua di Dante ci osserva, orgogliosa austera. La luna, nascosta dietro la facciata della Basilica, proietta sul lastricato della Piazza i profili dei timpani e delle cuspidi, ravvivando il candore della statua marmorea e il chiarore della pavimentazione. Persone navigano a gruppi variamente fra le distese della piazza. Altre assiepate sugli otto gradini della scalinata, schierate come nella piccionaia di un teatro ad assistere a scene di vita, cazzeggiano. Si avverte un qualche brusio sommesso discreto.

PATTY - E questa Piazza pure, con questi spazi…
ROSSELLA - È uno dei cuori pulsanti di Firenze, la Piazza. I fiorentini - sapete? - nel medioevo ci giocavano alla palla. Adesso ci organizzano manifestazioni, una marea!
PIETRO - Come la lettura della Divina Commedia da parte di Benigni, no?
ROSSELLA - Sì, l’hanno organizzata qui: il palco era qui davanti.
PATTY - Cuore pulsante di Firenze, questa piazza, ma anche dell’Italia: la Basilica è il “Tempio dell’itale glorie”, ricordate?
ROSSELLA - Eh, sì! È il Pantheon degli artisti italiani: Michelangelo, Galileo, Alfieri, Rossini… lo stesso Foscolo.
PAOLO - E Firenze, pure, è cuore pulsante dell’Europa: da qui ha preso le mosse il Rinascimento, italiano ed europeo.
PIETRO - Chissà, questi incontri a Firenze potranno forse generare linfa vitale per la nuova Europa.

Sorridiamo pensosi.

ROSSELLA - Di nuova linfa vitale ce n’è proprio bisogno: l’euro-scetticismo sembra montare.
PATTY - Euro-scetticismo? Euro-criticismo, direi!
PIETRO - Un incendio! Un incendio sul quale soffia il vento di tante Cassandre, non solo nostrane.
PAOLO - Un incendio pronto a divampare fra la noncuranza dei tanti astensionisti.
PIETRO - Sono davvero tanti gli astensionisti, ormai quasi il 50 percento.
PAOLO - Incredibile! Casa Europa rischia di bruciare e tanti “vanno al mare”, per dirla con quell’altro furbo.
PIETRO - È così, ragazzi. Da quando la “questione morale”, la corruzione dilagante nel mondo politico, è stata smascherata da Berlinguer, l’astensionismo in Italia non ha fatto che aumentare.
ROSSELLA - Con quello che sta accadendo in questi giorni, poi! Ex ministro dell’Interno arrestato, manager dell’Expò trovati con le mani nel sacco… Dell’Expò! Dico… Un evento sotto i riflettori del mondo intero.

Restiamo in silenzio, perplessi.

PATTY - Casa Europa minaccia davvero di bruciare?
PAOLO - Beh, il fuoco gli euro-critici stanno tentando di attizzarlo, mentre gli euro-scettici giocano al “mapin-mapon” e gli astensionisti vanno al mare. Pericolo d’incendio, no?
PATTY - Perché tanti non avvertono che Casa Europa, “la casa” stiamo dicendo, rischia di bruciare?
ROSSELLA - Forse perché tanti non avvertono l’Europa come la loro casa.
PAOLO - Incredibile! Inconcepibile!
ROSSELLA - Perché mai, incredibile? Se è così…
PAOLO - Sì sì, certo, è così! Inconcepibile però: la cosa per me è inconcepibile. Guarda noi quattro. Noi quattro abbiamo più o meno la stessa età, no? Bene! Noi quattro abbiamo vissuto gli ultimi strascichi della seconda guerra mondiale, ma poi abbiamo avuto la fortuna di vivere un lungo periodo di sviluppo e soprattutto di pace. Più di sessant’anni di pace nella nostra Europa! Nell’Europa casa di tutti, appunto! Nell’Europa rinata sulle rovine della Guerra! Più di sessant’anni di pace! Mai accaduto prima! Mai!

Paolo si è accalorato. Riflettiamo in silenzio. La luna si è portata lentamente al di qua della facciata della Basilica, illuminandola. È luna crescente. Ha diradato le ombre, ha ravvivato i colori.

ROSSELLA - Tu, Paolo, hai fatto un peana all’Europa unita, all’Unione Europea... e va bene! E l’euro, l’euro che ci sfianca, che sfianca non solo noi?
PAOLO - L’euro, è vero! Può sembrare discutibile, così come funziona adesso. Anche perché l’euro è una moneta, un’entità finanziaria, manovrata da pochi, poco trasparente per i più. E ai più può sfuggire che l’essere cittadini di uno Stato che ha una moneta forte, comune a varie centinaia di milioni di persone, consente di essere presenti nel mercato globale con un livello di credibilità adeguato.
ROSSELLA - Le parole che dici le capisco. Ma cosa significano nella pratica?
PAOLO - Cosa significano? A chiarire, possono forse aiutare i risultati di uno studio del Cebr, istituto inglese di ricerca economica, che redige ogni anno la classifica degli Stati in ordine di solidità economica. Nella classifica del 2013 ai primi tre posti ci sono Stati Uniti, Cina e Giappone, nei secondi tre posti Germania, Francia e Regno Unito, tre Stati europei, al settimo posto il Brasile, all’ottavo ci siamo noi, l’Italia, prima di Russia, India e così via.
ROSSELLA - Però, si piazzano bene gli Stati europei!
PAOLO - Sì, ancora! Guardiamo adesso come si prevede che evolva la classifica nel futuro, saltiamo al 2028, a quindici anni di distanza dal 2013. Ebbene, il Cebr prevede che nel 2028 ai primi cinque posti ci saranno Cina, Stati Uniti, India, Giappone e Brasile, poi Germania e Regno Unito, due Stati europei, quindi Russia, Messico, Canada, e così via.
PATTY - E noi? E la Francia?
PAOLO - Spariti dai primi posti, arretrati nelle posizioni… e di molto.

Lo guardiamo, interroganti.

ROSSELLA - E allora, che vuol dire?
PAOLO - Che tutti gli Stati non europei, sia quelli elencati nelle prime posizioni, sia quelli che comunque scalano posizioni, sono caratterizzati dall’avere popolazioni numericamente rilevanti e moneta unica. Mentre tutti gli Stati europei perdono posizioni, anche Germania e Regno Unito che pure si mantengono nel gruppo dei primi. Francia, Italia e Spagna, da quel gruppo, spariscono.
ROSSELLA - Faccio ancora fatica a seguirti.
PAOLO - Voglio dire che popolazione numerosa e moneta unica portano gli Stati nelle prime posizioni. E sono gli Stati nelle prime posizioni a partecipare al tavolo delle decisioni, delle decisioni finanziarie. E “chi non è al tavolo, è nel menu”, come continuiamo a ripeterci nella nostra Associazione.
ROSSELLA - Waho! Comincio a seguire, forse. Germania e Regno Unito comunque…
PAOLO - Sono, temo, destinate ad arretrare anche loro. C’è fortunatamente una ricetta per evitare di terminare nel menu, per evitare il declino: che tutti gli Stati europei confluiscano negli Stati Uniti d’Europa, uno Stato con più di 500 milioni di Cittadini, battente moneta unica, forte: l’Euro.
PIETRO - Addio a ogni forma di sovranità nazionale sulla moneta, allora!
PAOLO: Dai, Pietro, tu lo sai bene! A cosa può servire la sovranità nazionale su una moneta ‘debole’? Te lo dico io: serve a cercare di continuare a salvarla, Stati creditori permettendo, svalutazione dopo svalutazione. Serve a continuare a perdere di affidabilità sui mercati internazionali. A continuare a impoverire Cittadini e Imprese.
PATTY - Ehi, la discussione si alza di livello. Vogliamo portarci anche noi su un gradino più in alto? Questo ormai lo abbiamo scaldato per benino.

Ridiamo. Ci spostiamo al gradino più in alto. La prospettiva della Piazza si adegua.

PIETRO - Mentre si discuteva, m’è tornata in mente qualche reminiscenza sulle prime vicissitudini dell’Italia Unita. Allora, centocinquant’anni fa, cosa è successo ai nostri avi? L’Italia intera è stata sottoposta al processo di piemontesizzazione: modello di Stato centralizzato, Costituzione fotocopia dello Statuto Albertino, legislazione e moneta piemontesi.
PATTY - La moneta “lira”, dici?
PIETRO – Sì, certo, la lira!
PAOLO - Tutto ciò ha certamente contribuito a creare uno Stato più forte.
ROSSELLA - Ma ha anche comportato, se ricordo bene, inasprimento fiscale, disallineamento nello sviluppo fra Nord e Sud, brigantaggio, emigrazione…
PIETRO - Vero! Ma ha comportato anche recupero dell’analfabetismo, sviluppo industriale, presenza nell’arena internazionale …
PAOLO - Tu, Pietro, vuoi dire che la costruzione dell’Europa potrà comportare shock simili a quelli vissuti per la costruzione dell’Italia? Che l’accorpamento degli Stati comporta comunque degli shock? Dei quali hanno a soffrire gli Stati inizialmente più deboli?
PIETRO - Degli shock certamente li comporta. Gli Stati Uniti d’America sono arrivati all’unione fiscale dopo una guerra interna e più di un secolo dopo la loro unione monetaria. Le due Germanie invece sono riuscite a consolidare la loro unione monetaria e fiscale in pochi anni.

La nostra memoria rincorre la Storia, antica e recente.

PAOLO - Già! E come può leggersi questa differenza di durata fra i due percorsi di unificazione?
PIETRO - La causa prima, ritengo, è nella differenza della cultura socio-economica degli Stati interessati.
PAOLO - Differenza che non dovrebbe essere particolarmente rilevante fra i popoli europei.
PIETRO - Sono d’accordo. I popoli europei hanno in comune fondamenti culturali profondi, consolidati da secoli di convivenza nella casa comune della grande Madre, l’Europa.
PATTY - Europa Madre comune?
PIETRO - Sì, Madre comune, tanto ricca di storia, di pensiero, di civiltà, di cultura… Tanto preziosa da indurre i suoi popoli a unirsi per difenderla insieme dalle invasioni. Tanto desiderata da attrarre flussi di migrazione continui. Così generosa da indurre Ecateo di Mileto a ritenerla già nel 5° secolo a.C. la Madre di tutti i popoli al nord del Mediterraneo (foto 2 sotto; ndr). Così seducente da conquistare Giove, il padre degli dei…
ROSSELLA - Uhu! M’avete convinto. E m’avete pure fatta venire voglia di una crema fiorentina.
PATTY - L’idea mi alletta. Effetto dei comuni fondamenti culturali europei, immagino! Su, andiamo.

Ci tiriamo su. La luna, ora alta al centro della Piazza, rischiara la notte. Rossella ci pilota verso il bar.

ROSSELLA - Chi non è al tavolo, è nel menu, eh? È così che dite voi?
PAOLO - Beh, sì! Che brava! Vedi che a qualcosa è servita questa gita a Firenze.
PIETRO - E l’Associazione di cui parli, che roba è?
PAOLO - Un gruppetto di personcine se-pensanti, nuove alla politica. Si chiama “Viaggiatori in movimento”.
PIETRO - Da non confondersi, immagino, con l’Associazione “Viaggiatori se-dentari.
PAOLO - Beh, sei abbastanza carino tu! In genere mi tocca spiegare che non si tratta di un’agenzia di viaggio.
PIETRO - Va be’! E che fanno questi viaggiatori?
PAOLO - Viaggiano, cercano di viaggiare, verso un futuro migliore, ricco di incontri col Nuovo, con l’Altro. Propongono un “Programma per l’Italia” che pone l’attenzione su Giovani e Piccole e Medie Imprese, i germogli del futuro, che disegna uno Stato equo, pulito, forte. E propongono un “Programma per l’Europa” che ritiene essenziali unione fra gli Stati, moneta unica, sviluppo sociale. Il tutto in un contesto liberale e democratico.

In silenzio, metabolizziamo il concetto. Poi…

PIETRO - Un “Programma per l’Italia” e un “Programma per l’Europa”. Idee chiare dunque!
PAOLO - Idee, sì! chiare e motivate! Le idee per l’Europa: Stati Uniti di Europa, euro, euro equo beninteso, l’uno e gli altri che consentano di sedere al tavolo e non di restare nel menu, l’uno e gli altri voluti fortemente da tutti i Cittadini europei.
PIETRO - E quindi: “Votate! Votate tutti! Votate liste favorevoli all’Europa Unita e all’euro!” … “Euro equo” hai detto? Equo! Che vuoi dire?
PAOLO - Equo vuol dire equilibrato rispetto alla forza economica dei singoli Stati, vuol dire solidale, gestito cioè con un’austerità giusta, equa appunto, non cieca, scervellata, stupida.
PIETRO - Ed è possibile questo?
PAOLO - Beh, Roosevelt ha gestito la crisi degli anni ’30 con criteri di austerità equa, ed è andata bene, no? Kohl con criteri analoghi ha gestito la riunificazione della Germania negli anni ’90, ed è andata bene, no?
PIETRO - Beh, pare di sì.
ROSSELLA - E i Viaggiatori che c’entrano con la scelta europea del 25 prossimo?
PAOLO - C’entrano perché tre di loro sono candidati alle prossime elezioni del Parlamento europeo col “Programma per l’Europa”.

Arriviamo al bar.

PIETRO - Crema fiorentina allora? Per tutti?
ROSSELLA - Certo! Un altro retaggio del Rinascimento fiorentino, quanto mai prezioso!



- LINK DI APPROFONDIMENTO

USCIRE DALL'EURO? SAREBBE UNO SHOCK, MA RESTARE È PEGGIO
www.wired.it/economia/finanza/2014/05/06/euro-uscire-napoleoni/

EURO SI, EURO NO, QUAL È LA VERA POSTA IN GIOCO?
www.2duerighe.com/autori/8998883339990009922334-euro-si-euro-no-quale-la-vera-posta-in-gioco-analisi-delle-posizioni-di-salmeri-piga-borghi-e-fusaro

COSA SUCCEDE SE TORNA LA LIRA: TUTTI I RISCHI DI DIRE NO ALL'EURO
http://espresso.repubblica.it/affari/2014/04/28/news/cosa-succede-se-torna-la-lira-tutti-i-rischi-di-dire-no-all-euro-1.163061

USCIRE DALL'EURO? IL PROBLEMA NON È IL SE, MA IL COME
http://www.agoravox.it/Uscire-dall-Euro-Il-problema-non-e.html

FUORI DALL’EURO L’ITALIA CRESCEREBBE DI PIÙ? I NUMERI DICONO IL CONTRARIO
http://redazione.finanza.com/2014/05/05/uscita-da-euro-con-lira-non-si-crescerebbe-di-piu/




 Redazione (foto titolo forexinfo.it - 1 sotto agoravox.it)

 

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