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11/03/2014

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MENO TIMIDEZZA, PIÙ FIDUCIA IN SE STESSI

Clicca per Ingrandire Chi di noi non si è mai vergognato nel fare una telefonata, nel parlare in pubblico, nel chiedere un appuntamento a una persona che ci attrae o nel chiedere indicazioni stradali a dei passanti…? Chi non ha pensato almeno una volta nella vita: “Ah, se avessi detto quella cosa al momento giusto!” Oppure: “Magari fossi come quella persona, brillante ed estroversa, sempre sicura di sé”. Effettivamente, la timidezza a volte può rendere difficili anche le azioni più semplici.

Che cos’è la timidezza? La timidezza è un particolare ‘tratto della personalità di un individuo che lo fa sentire sempre fuori luogo e fuori tempo, lo fa rimanere in silenzio e non gli fa esprimere la propria opinione per paura di sbagliare e di essere giudicato dagli altri, che lo fa diventare rosso solo se qualcuno posa lo sguardo su di lui… La buona notizia è che nessuno nasce timido. Sono soltanto tre, infatti, le paure istintive che ciascuno di noi ha già dalla nascita: di cadere, dei rumori forti e di essere abbandonati.

Sappiamo questo perché nel momento in cui un neonato ode un forte rumore sussulta e piange. Oppure quando ha la sensazione di perdere l’appoggio sotto di sé, o ancora quando viene privato per molto tempo del contatto fisico dei genitori, la sua reazione istintiva è di piangere. Al di là di queste, tutti gli altri tipi di paura vengono acquisiti, o per meglio dire ‘imparati’, durante l’arco della vita. Molte di queste paure ci vengono insegnate (bonariamente!?) da genitori, scuola, media o determinate esperienze che facciamo.

Dobbiamo immaginare il nostro cervello che, alla nascita, è come un quaderno nuovo con tutte le pagine bianche, non appena veniamo al mondo, le persone che ci circondano cominciano a ‘gareggiare’ per scrivere su quel quaderno. Alcuni scrivono cose utili, altri invece istruzioni deleterie, come a esempio il meccanismo della timidezza, della paura del giudizio altrui, della bassa autostima e via dicendo. E’ di fondamentale importanza, però, capire che come tutte le cose scritte su un quaderno possono essere cancellate e corrette oppure sostituite con altre più utili, così è possibile modificare la convinzione di essere timido.

Quali i consigli per poter superare la timidezza?

1. NON DEFINIRTI MAI “TIMIDO” - Quante volte ti sei sentito dire: "Come sei timido!" o tu stesso l'hai pensato. Se ti è capitato alcune volte nella vita di essere timido, insicuro o impacciato non definirti timido, insicuro o impacciato. Cambia il tuo dialogo interno, inizia a dire a te stesso: “Ok , quella volta sono stato timido ma in molte altre situazioni non lo sono stato”. Cancella le definizioni: sei sempre diverso e se a volte ti sei comportato da timido, non necessariamente lo sei in ogni circostanza. Non farti condizionare dai pregiudizi e butta via quel metro troppo rigido col quale ti giudichi, alla ricerca di una perfezione che non esiste.

2. IMPARA DAI TUOI ERRORI - Ricorda che ogni azione errata che compi non puoi correggerla, non puoi fare un salto indietro nel tempo per cambiare ciò che ormai è accaduto, puoi però renderti consapevole dell’errore che hai commesso e lavorare per non commetterlo più.

3. RIPRENDI IL CONTROLLO DELLA SITUAZIONE - Per combattere il rossore-surriscaldamento, l'agitazione e-o la sudorazione, fai lenti respiri profondi e lascia entrare aria fresca nei polmoni, ti rinfrescherai, fornirai più ossigeno al cervello per tornare a essere lucido e riacquisterai il tuo usuale colorito.

4. CREDI IN TE STESSO - Per credere in se stessi occorre accorgersi delle qualità e dei risultati che abbiamo conseguito, occorre smettere di guardare sempre solo a chi è migliore di noi ma anche alla nostra posizione e dire: “Si, è vero che posso migliorare e aspirare ad arrivare a essere come quella persona molto sicura di sé che ammiro, ma è vero anche che c'è una bella fila di persone dietro di me”. Spesso invidiamo chi è migliore di noi in un certo campo e non ci accorgiamo di quanto questo sia sciocco e limitativo. C'è sempre qualcuno migliore di noi in un dato ambito, il punto è che non teniamo presente quelle peculiarità della vita in cui noi stessi siamo migliori di altri.

Salvatore Panza


NB. Se avete quesiti da porre all’estensore dell’articolo, psicologo di professione, postate un commento o, se preferite una comunicazione privata, inoltratelo direttamente alla sua casella di posta elettronica: salvatore_panza@virgilio.it (per altre informazioni visitate il sito: www.salvatorepanza.it oppure telefonate al 340.23.51.130).






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