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22/02/2014

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SANREMO, NON SOLO CANZONETTE

Clicca per Ingrandire Dal Palafiori di Sanremo, a margine del Festival della Canzone italiana, il presidente di Assoturismo Calabria lancia “Italia Jonica”. Lui si chiama Vincenzo Farina, è calabrese ed è il responsabile regionale di Assoturismo: è presente anche quest’anno al Festival di Sanremo in quanto la sua regione peninsulare ormai da qualche anno trae stabilmente occasione dalla maggiore rassegna canora italiana per lanciare le proprie offerte e i propri prodotti soprattutto in vista della stagione estiva.

Accompagnato da Ilio Masprone - giornalista sanremese già direttore di “Il Ponente”, quotidiano che più di trent’anni fa si editava a Sanremo, e oggi responsabile di “Festivalnews”, magazine quotidiano dedicato alla manifestazione - ha annunciato ufficialmente che il progetto è ormai pronto a partire. Nato dalle menti di Farina e Masprone, che gli ha dato il nome, tende a costruire una rete turistico-alberghiera strettamente connessa fra tutti i soggetti, pubblici e privati, che nelle tre regioni più meridionali d’Italia (Calabria, Lucania e Puglia) si occupano di vacanze.

Il protocollo col quale è nato il progetto è già stato firmato dai governatori lucano e calabrese, Marcello Pittella (Pd) - da poco insediatosi - e Giuseppe Scopelliti (centro-destra), insieme all’assessore al Turismo pugliese Silvia Godelli in rappresentanza di Niki Vendola. Nasce dalla constatazione che solamente facendo sistema, eliminando inutili doppioni e valorizzando l’immenso patrimonio ambientale e culturale del Mezzogiorno, questa plaga che di tutt’Italia è la più povera, potrà svilupparsi definitivamente. “Se - osservano i promotori - vuole iniziare la propria corsa tendente a diminuire l’enorme divario che ci separa dal ricco Settentrione, il Sud deve cambiare mentalità, fare sistema e valorizzare le proprie tipicità”.

I punti forti del progetto, fra i tanti, sono:
- ricerca dei fondi comunitari che fra non molto Bruxelles dovrà ripartire per il periodo 2014-2020
- destagionalizzazione dell’offerta turistica, non si vede infatti per quale ragione in Puglia, Lucania e Calabria la stagione estiva debba limitarsi ai canonici mesi di luglio e agosto quando in queste regioni il clima favorevole ne permetterebbe l’allungamento
- potenziamento di banda larga e rete internet, dato che l’arretratezza di tutto il Sud Europa deriva proprio dalla scarsità di collegamenti tecnologicamente avanzati.

All’interno di “Italia Jonica”, poi, grande attenzione è dedicata ai prodotti turistici offerti: non più solamente sole e mare ma anche valorizzazione delle grandi città della Magna Grecia (Sibari o Metaponto), del Salento pugliese coi suoi gioiellini del barocco leccese, dei Sassi di Matera, delle Città (e loro bianche Cattedrali) federiciane non solo di Puglia ma anche di Calabria. Accanto a tali meraviglie nate dalla mano e dall’intelletto umano devono essere pure valorizzate le grandi meraviglie naturali del Sud, e non solamente quelle marine (promontorio del Gargano), ma anche quelle montane (Massiccio del Pollino coi suoi pini laricati) o l’altopiano della Sila ove pare di trovarsi fra le conifere che circondano i laghi finlandesi pur essendo alla stessa latitudine del Pelopponneso greco.

Più di trent’anni fa l’allora ministro socialista Gianni De Michelis lanciò il progetto “Giacimenti culturali del Mezzogiorno”. Le maggiori associazioni pubbliche e private italiane, che avevano a cuore la conservazione della bellezza del “Bel Paese”, come il Tci, vi aderirono. Sembrava che per il Sud, nel nome di un turismo intelligente e non più solamente interessato allo sfruttamento e alla conseguente rovina immobiliare del territorio, fosse finalmente arrivato il momento di voltare pagina. Poi, complice la fine della Prima Repubblica e la riemersione delle solite camarille e lobbies, tutto si sgonfiò e al Sud rimasero le briciole. Ora si auspica che il progetto “ Italia Jonica” possa avere maggiore fortuna.

Sergio Bagnoli

 Comunicato

 

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