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27/05/2013

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RIAPRE LA “GROTTA DEGLI DEI”

Clicca per Ingrandire Dal 1° giugno 2013 sarà possibile ammirare nuovamente la Grotta degli Dei, la maestosa roccia che si apre nella baia garganica di Manaccora fra Peschici e Vieste. Dopo la lunga pausa invernale, lo staff della Associazione di Promozione Sociale Mira - in collaborazione con Provincia di Foggia-Assessorato alla Cultura e Comune di Peschici - riapre le porte della caverna a tutti gli appassionati di storia: un viaggio nel tempo (leggi scheda in calce; ndr) per riscoprire insieme alle operatrici didattiche Sara Rotundi, Mariella Granatieri, Giuliana Cisternino, Daniela Danza e Luciana Stella questo autentico caposaldo dell’età del Bronzo.

La grotta racchiude i segreti di una civiltà e le sue pareti raccontano una storia millenaria fra culti, oblii, recuperi, indagini. Al suo interno si ripercorrono gli attimi di una società e di un mondo ormai lontano: sulle pareti sono ben visibili le tracce delle molteplici comunità che vi hanno dimorato. Sulla scia dell’ottimo consenso riscontrato dai turisti lo scorso anno, l’Associazione ripropone anche per questa seconda stagione estiva un percorso emozionale all’interno del sito archeologico: circa 90 metri di lunghezza fra storia e creatività, scienza e natura da percorrere, muniti di caschetto e accompagnati dalle operatrici, in gruppi di dieci per un totale di quindici minuti.

All’interno della grotta i visitatori entreranno nel vivo della storia passata visionando la ricostruzione di una capanna - contenente manufatti di vita domestica (telaio verticale, macine, vaso colatoio per la lavorazione del latte) - di una sepoltura con corredo funebre e osserveranno gli spazi adibiti al culto. L’apertura del sito archeologico è prevista nei seguenti giorni: giugno, luglio, settembre: sabato e domenica: dalle 16 alle 19 e dal lunedì al venerdì su prenotazione per gruppi di almeno quindici visitatori.

A partire dal mese di agosto verranno rispettati i seguenti appuntamenti:
mercoledì, venerdì e domenica dalle 16 alle 19 e il lunedì, martedì, giovedì e sabato solo su prenotazione per gruppi di almeno quindici visitatori. I prezzi: under 18 € 3,00 - adulti € 4,00. Per info e prenotazioni si possono contattare i numeri: 389.13.43.289 - 328.77.79.038 - e-mail: mirassociazione@libero.it - grottonemanaccora.blogspot.com - www.grottonemanaccora.it


LA SCHEDA – “Quando i Micenei sbarcarono a Peschici” = Le scoperte nell’importante sito del Grottone di Manaccora dimostrano che l’area settentrionale del promontorio nel 2° millennio a. C. fu un crocevia di popoli e civilizzazione. Al 42° convegno internazionale di studi sulla Magna Grecia di Taranto, il soprintendente per i Beni archeologici della Puglia, Giuseppe Andreassi, nella sua relazione su ricerche, scavi, mostre archeologiche e restauri del 2001, presentò fra le novità i risultati dello scavo effettuato dall’archeologa Anna Maria Tunzi al Grottone di Manaccora a Peschici.

Il sito, “autentico caposaldo italiano dell’età del Bronzo”, si affaccia sullo splendido scenario naturale al lato nord della Baia situata a sei chilometri da Peschici, sulla litoranea per Vieste. Dagli anni Trenta, Ugo Rellini, Elise Baumgartel e Romano Battaglia hanno legato il loro nome prestigioso a questo luogo archeologico d’importanza internazionale. Negli anni ‘90, la ripresa delle indagini stratigrafiche è avvenuta ad opera della Tunzi.

A Peschici, già dal 2° millennio a.C., in uno spazio protetto dell’ampia cavità del Grottone di Manaccora, un ipogeo fu utilizzato come luogo di culto, con modalità simili a quelle degli ipogei di Trinitapoli, nel Tavoliere. Folte comunità di pastori e naviganti, circa tremila persone, si avvicendarono nell’occupazione della grotta, che fungeva per loro da comodo riparo. Lungo le pareti si aprono numerose cavità destinate a scopo funerario. Ceramica e armi sono state rinvenute nelle sepolture di un ricco ceto sociale, appartenente ai grandi produttori di metalli di cultura micenea e centroeuropea, approdati sulle coste garganiche durante il Bronzo recente (12° sec. a.C.).

Fra di loro, una vera e propria classe di artigiani lavorava sul posto i metalli, come attestato da alcuni spilloni in bronzo rinvenuti durante gli scavi del 1990. La presenza di pugnali, spade, monili a occhiali (decorazioni di vestiti), presenti soltanto nel corredo di qualche sepoltura, ha fatto ipotizzare che esistessero marcate differenze sociali legate alla ricchezza e al potere esercitato dai singoli individui della comunità. Sono stati rinvenuti anche svariati “dolii” (vasi funerari), che hanno assolto alla funzione di tomba singola o doppia per bambini appena nati, e altri ancora sono serviti in riti e cerimonie funebri.

Le attività legate a tessitura e filatura sono documentate dalla presenza di svariate museruole e pesi da telaio. La lavorazione del latte è attestata dal rinvenimento di specifici attrezzi, come i colini. Anche l’esistenza di una pratica metallurgica locale è comprovata dalla scoperta di una forma di fusione in arenaria. Le fogge sono simili a quelle diffuse in area padana durante il Bronzo recente. Secondo l’archeologa Grazia Del Duca, le attestazioni dei contatti del Gargano nord con l’area balcanica e centroeuropea, comprovate da vari reperti del Grottone, smentiscono per quest’area lo stereotipo di zona periferica, lontana dalle principali vie di transito commerciale. Qui, infatti, commercianti di ambra e metallurghi micenei trovarono porti naturali e comodi ripari, fondando veri e propri villaggi pre-protostorici. Come quello presente sulle punte rocciose di Manaccora, appena sopra la Grotta.

L’incontro della popolazione indigena con quella esterna, nonostante l’introduzione di innovazioni culturali, non impedì la conservazione di taluni usi, quali la sepoltura collettiva in grotte naturali risalente alla fine del Bronzo medio (14° sec. a.C.), come si evince dal confronto con l’ipogeo “a grotticella artificiale” scoperto a Trinitapoli. La stratigrafia archeologica del sito di Manaccora è complessa: nei livelli superiori contiene anche resti di ceramica di età arcaica e classica, con decorazioni ioniche del 6° secolo a.C., e anfore da trasporto di tipologia italica di età romana. Il Parco Archeologico sorto in loco è stato finanziato da Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia e Comune di Peschici, sperando di arricchire la proposta culturale che la “perla del Gargano” offre nei mesi estivi ai numerosi turisti italiani e stranieri che continuano a sceglierla come meta preferita di vacanza.

Tutti i ricchi reperti, gli elementi fittili, frammisti a oggetti in metallo, quali spadini e coltelli, rinvenuti dai grandi archeologi nelle campagne di scavo degli anni Trenta, oggi sono solo in parte conservati nei Musei delle Origini di Roma e Nazionale di Taranto. Degli altri numerosi reperti non si conosce neppure la locazione, probabilmente accantonati in qualche scantinato del Ministero dei Beni culturali… Torneranno mai nel Grottone Manaccora?

Teresa Maria Rauzino

 Comunicato

 

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