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13/03/2013

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VICO: CHE PAESE BEATO!

Clicca per Ingrandire Se c'è una popolazione di beati questa è la popolazione vichese. Infatti, mai come in questo periodo mi sento calato completamente nella beatitudine, al punto che potrei levitare, contro ogni legge di gravità, e congiungermi coi veri beati. Vivo circondato da una quiete, mia e altrui, come quelle statuette di santi che le nostre nonne tenevano in bella vista sulle credenze, sotto le campane di vetro. Sarà la mia frequentazione col Convento dei Cappuccini e il laboratorio del Teatro Kappa!

Senza un governo nazionale (tanto ci pensano i mercati a mandarci in serie B), senza un Papa (tanto ci penserà lo Spirito Santo dopo un veloce consulto con Ior e gruppo consiliare dei cardinali italiani), senza un'Amministrazione comunale (tanto ci pensa il Commissario prefettizio e non si lamenta nessuno), perchè dovremmo rompere questo stato di beatitudine continuando a ripetere che questo paese deve cambiare? E perché dovrebbe cambiare?

Vedo beati i liberi professionisti (a loro cosa importa dello stallo del paese), vedo beati i commercianti (nonostante la moria di esercizi), vedo beati gli artigiani (meno siamo meglio stiamo). E il fronte dei partiti, consolidati e liquidi, sono beatamente impegnati a selezionare gli amministratori capaci. Cioè coloro che beatamente, al netto di cognati, clienti, familiari e soci, dovrebbero, come dice Oliviero Widmer Valbonesi, “capire la differenza fra chi soffre e chi s'offre”. E' un minuscolo segnetto della lingua italiana, l'apostofo, che nel nostro beato paese ha segnato la storia politica e amministrativa: chi ha seguito gli ultimi Consigli comunali se n’è uscito beato.

Vedo il volto beato dei consiglieri dimissionati, e sulla loro faccia si legge la beatitudine di chi ha fatto cilecca a letto. Infine, i liberi imprenditori, qualcuno vero altri presunti, anche loro beatamente e pacatamente impegnati a godere i vantaggi di un paese beato. La vita cittadina scorre beatamente fra centinaia di cani randagi e migliaia di sacchetti di immondizia appesi o gettati per strada. Le prossime elezioni amministrative? Bisogna solo stabilire il prezzo del voto di scambio fra un saluto, una pacca sulla spalla, una parentela anche inventata, tante promesse di lavoro, un beato e scontato marcamento a uomo, e donna, fra piazza San Francesco e le urne di via Papa Giovanni XXIII.

Beato paese il nostro.

Michele Angelicchio

 Redazione

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 14/03/2013 -- 10:52:14 -- vincenzo

Caro Michele. Hai dimenticato di dire che sono beati perfino i Belgi, senza governo da ben otto mesi - se non ricordo male (informazione che non si è omesso di richiamare a proposito del nostro governo centrale, che non si ha premura di formare, con la convinzione - non so se solo da parte dei 5stelle - che il Parlamento può ben legiferare anche senza la sua esistenza).

 
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