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10/12/2012

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“VENTI DI GRECALE”: I riflessi della guerra nella cittadina garganica - 5° cap. (5)

Clicca per Ingrandire La vita di famiglia a casa ha risentito - in misura consistente seppure attenuata rispetto ad altre famiglie - delle difficoltą economiche nelle quali l’Italia intera e Peschici si dibattono. Da mangiare pił o meno si trova, almeno i prodotti locali che la terra continua a fornire. Da bere pił o meno c’č: il pozzo del Renazzo continua a essere generoso. Tutto il resto, tutto quello che dovrebbe venire da fuori, seppure si trova, č drasticamente ridimensionato: dalle graminacee ai medicinali, dal carburante alla carta e quant’altro. Il magazzino viveri a casa č ridotto, ma non č vuoto del tutto.

«‘A farčinė ke cė sta jč pąukė» ci avvisa Papą. «Na’ putčimė kjł luą a kanģġġėjė. U panė vąinė kjł nčirė, ma jč dė kkjł, e cė saziąmė a kkjł ’ssajė. U uajė jč pi porkė; e pi jallčinė pņurė! Ma ląurė ‘u sapėnė andņ anna jģ a truą kuģllė ke ‘i servė …… Perņ pu fėġġjņulė u panė ‘u facčimė bėjanġė.» Angela durante «‘a nuttątė u panė» setaccia adesso solo una parte della farina.

Č sempre Paolo al centro delle attenzioni.

«Nan gė putčimė azzardą. Amma jessė sėkņurė ke cė sta sembė kuąlėke kąusė pu fėġġjņulė.»

Al Renazzo continuano a rubare galline. Angelantonio allora ha costruito un pollaio, piccolino, a casa nostra in un angolo della cucina; ci stanno dentro cinque sei galline. Ogni giorno ci sono uova fresche e ogni tanto c’č brodo di pollo, seguito dall’arrivo di qualche altra gallina. Paolo passa le ore a guardare le galline, che beccano e si beccano tra di loro. La recinzione č molto pił alta di lui, per fortuna. E non si perde mai, Paolo, la raccolta delle uova. Mammą ogni mattina, dopo aver raccolto le uova gią espulse, prende le galline una a una, le rivolta e, infilando loro un dito nel didietro, le ispeziona per verificare la presenza di un uovo in procinto di espulsione. Le galline trovate in queste condizioni, Mammą le dispone in un angolino protetto del pollaio. Paolo osserva interessato ogni fase dell’operazione, seguendo quelle pił critiche con smorfie del musetto. Ogni tanto prova a dire: «Nonnņ, ji.» Ma Mammą si rifiuta di accontentarlo. «Pallėpą, tu ‘i fa malė e’ jallčinė, e lląurė tė pizėkėnė.»

La mancanza di carta, unita alla carenza d’acqua, ha portato nei bagni di molte famiglie una situazione deprimente: «U lėiupąrdė», un panno lasciato nel bagno a disposizione per sostituire la carta, quando non c’č. E si capisce perché lo chiamano come lo chiamano. Č stato necessario mostrare buon viso a cattiva sorte: ho riservato un leopardino tutto per Paolo… e un leopardo per me. Hai voglia, messi cosģ, a discutere di cultura igienica! E di cultura sanitaria!

I ragazzi di casa continuano, chi bene chi meno bene, a costruire la loro vita. Teresa ha conquistato l’apprezzamento di zio Luigi in occasione della morte inaspettata di zia Concetta, inaspettata perché era un donnone robusto ed č stata sempre bene. L’inverno č stato freddo e umido. Zia Concetta prende il raffreddore, che non le passa e diviene di petto. E Biasino e zio Luigi le somministrano pozioni calde, espettoranti. Il raffreddore di petto non passa e le viene la febbre. Biasino diagnostica: “Bronchite”. Le sono dati sulfamidici; la tosse aumenta, la febbre aumenta. Biasino diagnostica: “Broncopolmonite”. Zia Concetta muore. I figli - Mimģ e le sue tre sorelle - vivono l’evento con grande partecipazione e costernazione. Giuseppina, ‘Pina’, la pił piccola, resta sconvolta: “Ho paura, Biancł - mi dice, - ho paura a stare sola; soprattutto a dormire sola.”

Teresa in quel periodo resta molto vicina a tutta la famiglia di zio Luigi e a Mimģ: sta a casa loro dalla mattina alla sera; aiuta a cucinare, a riordinare le cose di zia Concetta, a decidere come utilizzarle. E zio Luigi, che si č abituato a vedersela intorno, le ha detto: «Sėnč, ġrązėjė! Sģ na bąuna uańńąunė tu!» Io ho dormito tre notti insieme con Pina nel suo lettone grande insieme pure con Paolo, che ha dormito in mezzo. “Non so cosa mi prende. Proprio in questi giorni - mi confida Pina - avverto desideri e sensi di solitudine mai provati prima. Passo notti su notti in bianco a chiedermi cosa significano queste sensazioni. Possibile che questo mi avvenga per la morte di Mammą?”

“Forse - provo a ipotizzare, Pina ha quattordici anni - sta accadendo qualcosa di pił profondo in tutto il tuo fisico?”
“Ma sģ, Biancł, sono cominciate prima queste cose, da due-tre anni. Da allora il seno ha cominciato a ingrossarsi e sono cominciati a spuntare i primi peli, non solo alle ascelle. Mammą, quando le chiedevo qualche spiegazione, mi rispondeva che non sono cose di cui si parla. Con Tommasa e Andreina, che sono pił grandi di me, mi vergogno a confidarmi. E poi prima non mi chiedevo tante cose come adesso! Vedevo il mio corpo che cambiava e sentivo le mie sensazioni, che cambiavano. E pensavo solo che era una cosa che doveva succedere. E non avevo questi sensi di languore allo stomaco, di pulsazione interna, che ho adesso. Soprattutto adesso! Ho avuto il primo ciclo sai? Un paio di settimane fa. Mammą mi ha accarezzato e mi ha detto come fare. Poi mi ha dato un bacio. L’ultimo, forse!”
“Non c’č niente, Pina, di cui tu debba sorprenderti o preoccuparti: stai solo lasciando la fanciullezza ed entrando nell’adolescenza, stai diventando donna! E si nota anche sentendoti parlare.” Ho detto di Pina a Tommasa. Tommasa ha dormito qualche notte insieme con Pina. Poi Pina ha ripreso a dormire da sola.

Rosalba s’č trasferita da San Severo a Foggia. Antonio l’anno scorso č stato trasferito al Consorzio Agrario di Foggia. Rosalba l’ha seguito. La paura per il bombardamento terribile del ‘43 č passata. Antonio si dimostra molto affettuoso: ha offerto a Papą di ospitare Aldo ed Ettore a casa sua e di Rosalba, a Foggia, durante l’anno scolastico. Papą ha accettato di buon grado. “Con quello che costa! E con quello che riesco a guadagnare adesso!” I due ragazzi comunque non stanno seguendo la stessa strada. Aldo, sempre l’anno scorso, ha abbandonato la scuola. Era rimasto di un anno in ritardo rispetto a Ettore, di due anni pił giovane di lui. Papą s’č infuriato! Aldo č rimasto a Foggia a bighellonare. Papą gli ha tagliato i fondi! E Aldo č tornato a casa a Peschici. Papą ha tentato di inserirlo nelle sue attivitą: il consorzio, i pescherecci, il Renazzo, e Croce. Risultato: zero! Comincia, sta quindici venti giorni, poi via! O finisce alla Marina, a passare il tempo con Michelino ‘la Marina’, e a fare strage di cozze e cannolicchi. O va a caccia - «tąinė ‘a škuppčttė» - coi suoi compari, o sta al Renazzo, a fare strage di fichidindia. Nel frattempo č diventato pił irascibile. Una notte, in preda a un mal di testa che non riusciva a tollerare, ha imbracciato il fucile, č uscito sul balcone in mutande e canottiera e ha fatto fuoco contro l’orologio del Purgatorio, centrando il bersaglio. L’orologio adesso fa solo un colpo, al primo quarto d’ora d’ogni ora. Ci sono volute tutte le arti di Papą per placare Don Pasqualino e Lovoglio. Molti, che riescono adesso a dormire pił tranquilli, hanno comunque dimostrato ad Aldo tutta la loro solidarietą. Anch’io, senza che Papą lo abbia saputo.

Aldo ha poi dovuto suo malgrado cambiare il suo stile di vita. Alla fine dell’anno scorso il Brigadiere Lovoglio ha recapitato un telegramma per lui, che lo invitava a presentarsi al Distretto militare di Bari per essere arruolato. Aldo č sparito! Penso si sia rifugiato in campagna, nei dintorni di Corato, dove abita Maria. Papą non ne parla. Mai! Solo una volta gli ho sentito dire: «E mo sonġė pņurė u patrė dė vņunė ke na’ vvo fa u suldątė. Mo jč!»

Ettore continua a frequentare l’Istituto del Sacro Cuore a Foggia - il prossimo anno ha la maturitą - e si appoggia a casa di Antonio e Rosalba. Sta per conseguire il diploma di mandolino presso il Conservatorio. A Foggia puņ anche incrociare Mariolina, che studia alle Marcelline, durante la passeggiata domenicale delle ragazze in gruppo. Incrociare, vedere, ma non di pił! Ma a loro basta vedersi, lanciarsi uno sguardo e un sorriso, per ridirsi che si vogliono bene.

Durante le vacanze di Natale a Peschici, nella saletta di Sant’Elia, la compagnia teatrale č finalmente riuscita a rappresentare i “Promessi Sposi”. Regista: Don Michele, Renzo: Ettore, Lucia: Mariolina, Don Abbondio: sempre Don Michele. Nella saletta hanno messo un palchetto e una tenda che fa da sipario. Mimmo il Sacrestano ha chiamato a raccolta la popolazione per la rappresentazione suonando le campane, poi s’č dedicato alle aperture e chiusure del sipario. La gente č tanta, e partecipe: molte mamme piangono, molti papą non capiscono granché. Don Rodrigo rischia di essere preso a pugni. Ettore, con il tabarro regalatogli dai fratelli Orsitti, č bravo, oltre che bello, molto bello. Mariolina, con l’abito tradizionale - camicia bianca sotto un corpetto di velluto nero, ricamato, gonna lunga, bianca a strisce rosse, arricciata in vita, calzettoni di lana di pecora, zoccoletti, grembiule scuro sulla gonna, - č dolce, oltre che bella, bellissima! Tutti applaudono a lungo. Ettore da allora ha preso a girare per Peschici avvolto nel suo tabarro. Durante le vacanze di Pasqua c’č stata una replica.

Papą ha subito un dolore molto grande. Vega e Mizar sono morti. Vega č morta di parto, di notte. Deve aver sofferto molto, Vega. Ha partorito una prima cagnetta, carina come lei. La figliolina di Vega č stata trovata la mattina dopo davanti alla porta del Consorzio sul gradino. Vega l’ha lasciata lģ. Poi Vega ha tentato di espellere un secondo cagnetto: era enorme, non ce l’ha fatta! Č andata a morire nella sua casa nella stalla di Moro. Lģ č stata trovata la mattina dopo in un lago di sangue, con vicino il feto. Mizar era accucciato vicino al corpo di Vega: di tanto in tanto mugolava. Moro lģ accanto vegliava con gli occhioni tristi. Papą ha pianto a lungo, da solo, davanti al Sacro Cuore nello stanzone. L’ho sentito mormorare: «Mo anna ‘kkumėnzą i uajė akkuą?» Papą, la figlia di Vega l’ha chiamata Luna. Luna č stata allattata da Graziella, una cagnetta di Rocco, il papą di Mariolina. Graziella, in preda a una gravidanza isterica, č stata ben felice, dopo le prime annusatine sospettose, di allattare Luna. Figuriamoci Luna!

«So’ tuttė femėnė a’ kasė dė Rokkė, pņurė i kanė» ho sentito Papą commentare.

Mizar č morto due settimane dopo Vega! Č rimasto tutto il tempo accucciato, lģ dove era quando Vega č morta. Non ha voluto pił cibo. Non ha pił risposto a nessuno stimolo. Leccava solo la mano di Papą, quando Papą gli portava le scorze di cacio. Vega e Mizar riposano al Renazzo nell’agrumeto. Sono stati sepolti nella terra sabbiosa, in una quadra riparata dai venti di grecale, tra il profumo intenso delle zagare.

‘Dio mio, quante morti!’ mi trovo a rimuginare. «Eh, Bėjanġł» Papą sembra leggermi nel pensiero, «l’omėnė k’anna fą? Našėnė, fannė fģġġjė, e morėnė!»

* * * * *

Luisa mi tiene al corrente per quanto possibile di quello che accade a Roma: Roma in mano ai Tedeschi, Via Rasella, le Fosse Ardeatine, gli Americani a Roma, Vittorio Emanuele di nuovo a Roma. Č molto preoccupata per Giovannino: lui la camicia nera non la porta pił. Lo hanno segregato comunque in un sottoscala del Ministero dell’Interno, a rigirarsi i pollici. I ragazzi suoi, nonostante tutto, continuano a studiare. E mi riporta, anche lei, notizie di morti in famiglia. Valentino č direttore dell’Agenzia della Banca di Roma a Sora, in Ciociaria. Un bombardamento. Stavano uscendo di casa per andare al rifugio. Stavano scendendo le scale. Una bomba č caduta lģ: lui, la moglie Carla e Anna, la figlia, sono stati travolti dalle scale. Carla e Anna, morte. Valentino, il mio fratellino dolce, ferito! Valentino č in cura, nel fisico, e con la testa non ci sta tanto. Vive da Luisa adesso.

La signora Conte, che abita in subaffitto in casa di Gino e mia a Roma, č rimasta sola: il Generale Conte, il marito, l’ha lasciata. Per una giovane tedesca, sembra! Comunque č sparito.


(5.5 fine)


NB1. Per seguire meglio la narrazione, elenchiamo i link delle puntate precedenti relativi ai capitoli del romanzo gią pubblicati (coi titoli originali) e da pubblicare.

Cap.1 - Rifugio a Peschici - Gino e io. Italia in guerra. Gargano. Arrivo a Peschici. (18.06.1940)
(1) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5363
(2) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5369
(3) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5410
(4) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5435

CAP. 2 - La Famiglia - La casa. La famiglia. La giornata. Primi incontri. (23.06.1940)
(1) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5487
(2) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5523
(3) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5559
(4) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5628
(5) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5656

CAP. 3 - Il Paese - Peschici. Guerra in Africa. Gino prigioniero. (21.04.1941)
(1) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5709
(2) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5734
(3) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5751
(4) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5779
(5) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5811

CAP. 4 - Echi di guerra - Guerra in Italia. Gino in India. Ciclo delle stagioni. Brani di vita. (29.09.1943)
(1) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5851
(2) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5882
(3) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5919
(4) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5962
(5) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=5992

CAP. 5 - Echi di caos - Caos in Italia. Gino sull’Himalaya. Brani di vita. (29.06.45)
(1) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6017
(2) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6054
(3) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6079
(4) http://www.puntodistella.it/news.asp?id=6102

CAP. 6 - Ritorni

CAP. 7 – Tra le stelle


NB2. Si puņ facilitare la lettura dei periodi idiomatici tenendo a portata di mano la tabella dell’Alfabeto Peschiciano scaricabile da www.puntodistella.it/public/file/periodici/alfabeto_pds.doc

 Redazione

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 11/12/2012 -- 11:11:49 -- vincenzo

Pagina delicatamente forte, pregna di momenti di pura commozione...

 
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