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23/11/2012

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A MANFREDONIA IL GRANDE TEATRO

Clicca per Ingrandire Dal 4 al 7 dicembre la Compagnia Teatro Stabile Città di Manfredonia diretta da Dina Valente porterà in scena, in vernacolo napoletano, “Filumena Marturano”, il capolavoro di Eduardo de Filippo. “Ci siamo lanciati in questa sfida - dichiara la direttrice di scena Francesca Brancati - con entusiasmo e amore per il teatro. Speriamo che il pubblico gradisca e apprezzi il lavoro svolto”. Nel ruolo dei due protagonisti principali Dina Valente e Filippo Totaro, affiancati da Antonio Renegaldo, Annarita Castigliego, Tonino Pesante, Pino Biondi, Alessandro Francavilla, Daniele Guida, Angelica Murgo, Franco Armillotta.

La scelta è ricaduta su una commedia, cui la Valente è particolarmente legata, che può essere considerata “una commedia difficile - spiega la Brancati, - ricca di sfumature e semi-toni che la nostra Compagnia sta cercando di personalizzare. Non dimentichiamo che il lavoro ha visto cimentarsi nel tempo fior di attori (Sofia Loren, Mastroianni, lo stesso Eduardo con la sorella Titina e l’immensa Regina Bianchi). Anche il personaggio che interpreto, Rosalia Solimene, è stato messo in scena dall’inimitabile Nina De Padova”.

L’opera di Eduardo si sviluppa in tre atti e vede per la prima volta nel suo teatro la donna come protagonista assoluta. Rappresenta un dramma complesso in cui senso della realtà, ostinazione e perseveranza, caratteristiche fino allora legate esclusivamente all’universo maschile, portano alla ribalta un dibattito sociale che coinvolge l’intera istituzione della famiglia. Francesca Brancati è con la Compagnia da febbraio 2005 “e di ciò non posso che ringraziare Dina Valente per l’opportunità che mi ha concesso nel lavorare con lei da quando avevo 19 anni”, ma le radici delle sue inclinazioni artistiche risalgono a ben prima perché, come ci svela, “sono praticamente nata e cresciuta col sottofondo del teatro di Eduardo. Ho ereditato da mio padre, napoletano, questa passione. In qualità di direttrice di scena ed essendo l’unica napoletana della Compagnia ho curato anche il dialetto, con l’impagabile impegno profuso da parte di tutto il cast che già in passato ho supportato mettendo in scena altre commedie in vernacolo”.


LA TRAMA = Filumena, ex prostituta, vive da venticinque anni con Domenico Soriano, facendogli da serva, soddisfacendolo come fosse un marito ma senza esserne la moglie. Questo diritto Filumena decide di prenderselo con l’inganno e l’astuzia ed è sull’ira di Domenico, appena scoperta la verità, che si apre il sipario. Domenico è furioso in quanto costretto a sposare Filumena che si era finta in punto di morte, ma la donna poi rivela la ragione del suo gesto: dare un cognome ai suoi tre figli di cui ha sempre taciuto l’esistenza, confessandogli anche che uno dei tre è suo, senza però rivelargli quale per non danneggiare gli altri. Inizia così la lenta trasformazione di Domenico alla vana ricerca dell’identità di suo figlio. Alla fine i tre figli si chiameranno Soriano, avranno gli stessi diritti e lo stesso amore.

La commedia di Eduardo riportava il problema dei diritti dei figli illegittimi contemporaneamente al dibattito che si svolgeva in Italia sulla famiglia e sui figli nati fuori dal matrimonio. C’è evidente passione e lucida determinazione in tutti coloro che prenderanno parte allo spettacolo a vario titolo. La Brancati confessa che “non è la mia prima volta, ho fatto altri spettacoli, ma Filumena Marturano è senza dubbio quello più impegnativo messo in scena finora. Andremo in scena dopo soli tre mesi di prove, cosa che destabilizzerebbe anche un attore professionista”. La Compagnia Teatro Stabile Città di Manfredonia ha saputo capitalizzare la situazione contingente. Lo si capisce chiaramente quando la direttrice di scena, proponendosi col migliore spirito possibile, aggiunge che “in questa sfida, perché come tale l’abbiamo intesa e considerata, ci siamo lanciati con entusiasmo e amore per il teatro, senza se e senza ma.

“Il mio personaggio l’avevo già interpretato – aggiunge, - sebbene solo in uno spezzone, durante lo spettacolo messo in scena dalla stessa Compagnia nella primavera del 2008, e lo ritengo abbastanza impegnativo. E’ la spalla di Filumena, che per lei rappresenta la figlia che non ha mai potuto avere accanto visto che i suoi tre figli maschi sono emigrati all’estero per lavoro e da allora lei non ne ha più avuto notizia. Rappresenta non solo la sicurezza economica per la vita, ma anche la rassicurazione che al momento della sua morte avrà vicina una persona che lei ha amato e di cui si è presa cura da bambina. Grata e devota in qualsiasi circostanza, Rosalia non le nega mai il suo appoggio”.

Che cosa si aspetta Francesca, e con lei la Compagnia Teatro Stabile Città di Manfredonia, dalle quattro serate del 4, 5, 6 e 7 dicembre, che ormai si avvicinano? “Speriamo di riuscire a strappare un sorriso e mi auguro che anche questa volta, come è sempre avvenuto sin qui, il nostro affezionatissimo pubblico gradisca e apprezzi il lavoro svolto. Mi aspetto, inoltre, che la gente che vorrà venire a vederci ci riscaldi col suo entusiasmo condividendo con tutti noi la passione per l’arte e la cultura. Questo paese ne ha bisogno”.

 Ufficio Stampa e Comunicazione - Comune di Manfredonia

 

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