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19/10/2012

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MA LA NOTIZIA HA UN VALORE EDUCATIVO?

Clicca per Ingrandire Secco, schematico, incisivo e coraggiosamente contemplativo. Padre Francesco Occhetta le caratteristiche del gesuita le riassume tutte. La sezione barese dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana (UCSI), guidata da Enzo Quarto, lo ha chiamato per una conferenza dal tema quanto mai attuale: “Il valore educativo della notizia”, tra gli eventi più attesi di Notti Sacre, e nella sua qualità di Consulente Ecclesiale nazionale della stessa Ucsi. Nel suggestivo e consono contesto di una Chiesa del Gesù, in Bari vecchia, riportata a nuova luce e da tempo affidata all’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, Padre Occhetta - redattore di Civiltà Cattolica - ha affrontato il compito con lucidità d’espressione e articolata capacità d’analisi. Una vera e propria ‘lectio’ sulla notizia e l’esercizio della professione giornalistica.

“Dipende - è stata la risposta iniziale alla domanda principale dell’incontro - se ci sia un valore educativo della notizia”. Dipende da chi la dà e dal come la si dà. Perché “la notizia è di per sé neutra e i valori esistono a prescindere”. Valori che non possono essere “imposti”, ma solo vissuti e praticati nella quotidianità di quella “palestra” che è la vita morale. Il valore, pertanto, si assume attraverso il “contagio”, la scienza (nella comunità d’appartenenza) o il rifiuto (del controvalore). Per cui, “l’albero del giornalismo non può che affondare le sue radici nella deontologia, nella politica (intesa in senso lato: pratica della scelta per il bene comune) e nella carica spirituale. Dove la deontologia è declinata nella responsabilità di valutare sempre le conseguenze della notizia, nella preparazione personale rigorosa, che si fa approfondimento e competenza in materia; nella credibilità, che è tanto più forte quanto più riesce a porre argine alla contestazione e alla confutabilità di quanto si comunica.

Mentre la politica sarà sempre arricchita dalla linfa dei valori della Costituzione, dalla predisposizione a uno sguardo alto per vedere lontano, fin dove c’è l’uomo, dalla capacità di rigenerare il linguaggio. Il tutto teso alla perseveranza comune nell’essere dei “parresiasta”: quindi, dire sempre la verità. Infine, la carica spirituale che fa della parola un ponte per relazionarsi e volersi bene, che deve accompagnare la forza del discernere e la capacità di distinguere, nonché l’approccio alle diversità, che arricchiscono la formazione umana e i tessuti identitari comunitari. Stimoli, esortazioni e suggerimenti di Padre Francesco Occhetta che trovano un’efficace sintesi finale nella citazione di alcuni versi: “Istruzioni per la vita: presta attenzione, stupisciti, contemplala, raccontala”.

In tempi di proliferazione di notti magiche, notti rosa e notti bianche e del trionfo del banale, del volgare o dell’evanescente, proporre Notti Sacre, per una settimana, è stata davvero opera meritoria e coraggiosa, da ascrivere alla lungimiranza della Diocesi di Bari-Bitonto, promotrice per il terzo anno consecutivo dell’iniziativa che propone “Arte, musica, pensiero, preghiera, spettacolo nelle Chiese di Barivecchia”.

Antonio V. Gelormini

 Redazione

 

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