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27/09/2012

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LA BIBBIA… RITROVATA

Clicca per Ingrandire “Misteriosamente è riapparso, sull'altarino della cappella nella quale si trovava, il Sacro Libro trafugato giorni fa. Il ritrovamento è stato molto apprezzato. Si ringraziano quanti si sono prodigati per raggiungere tale risultato, compresi i siti web che hanno dato la notizia del furto. Il loro impegno è stato fondamentale. I giornali, infatti, oltre a riportare e dare notizie, informano e formano. Formano a essere uomini, uomini degni del dono della Vita. Ma ‘in primis’ si ringrazia proprio l'autore del furto, ravvedutosi, che col proprio pentimento ha fatto sì che la Bibbia tornasse al suo posto. Come ulteriore gesto di riconoscenza si ritira, nel contempo, denuncia penale per furto aggravato consegnata ai Carabinieri di Peschici.”

Così il consigliere comunale Antonio Guerra ha voluto comunicare alla collettività peschiciana - che stava seguendo la vicenda con un certo coinvolgimento, essendo direttamente interessata a quanto accade nel suo Camposanto - l’avvenuta “riapparizione” della Bibbia collocata sull’altarino della Cappella mortuaria, all’interno del cimitero, dove giace la madre del consigliere scomparsa di recente. Si è chiusa dunque una piccola grande storia che denotava e connotava per intero l’abbandono in cui versa il luogo sacro (perché è “ancora” un luogo sacro) da quando ben nove anni fa il posto di guardiano e custode è rimasto vacante.

Il degrado che ha colpito il Camposanto è pari allo scadimento e imbarbarimento di quei valori che indussero Ugo Foscolo a scrivere “I Sepolcri”. Sono all’ordine del giorno i mazzi di fiori scippati quasi sotto il naso di chi sia lì per onorare i propri morti, le statuette svanite nel nulla, i crocifissi asportati da tombe che non sono solo della famiglia che le omaggia ma di tutti, perché non c’è nessuno in paese che non abbia un morto da ricordare; e i vasi, i portafiori e tanti altri arredi peculiari di un’area che rappresenta la storia della collettività, un’area in cui - ci racconta Antonio Guerra - giacciono ammiragli, generali, militari, notabili, sacerdoti, accanto a muratori, operai, marinai… d’altronde, «’A livella» di Totò non è stata scritta a caso.

E tutti, insieme, senza distinzione di censo o lignaggio, costituiscono e rappresentano il “passato” di Peschici, senza del quale non ci sarebbe l’attuale presente. Come migliorarlo, questo presente, se non si rispetta ciò che lo ha preparato e chi lo ha programmato? Tante sono le soluzioni per averne uno migliore, ma se non si parte dall’ossequio che si deve a un universo che non c’è più ma è sempre - e rimarrà sempre - il facitore del nostro odierno vissuto, se non si torna a quei valori ancestrali (il culto dei morti è vecchio quanto l’uomo) che sono stati sistematicamente le fondamenta di progresso e civiltà, senza aggiungere cultura, non si andrà da nessuna parte.

Tutto è bene quel che finisce bene, rammenta il saggio, ma certi eventi non dovrebbero neanche essere “pensati”. Se si arriva a ciò, il significato è uno solo: le caverne da cui siamo usciti milioni di anni fa si stanno riavvicinando con modalità sempre più veloci e incalzanti. E su ciascuno di noi incombono le tenebre che neanche il Medioevo ha visto. Bisogna correre ai ripari, ricominciando dalla famiglia, che latita, e dalla scuola, che tentenna. Il tempo a disposizione è inversamente proporzionale alle energie che occorre dispiegare: alla riduzione del primo deve corrispondere un incremento strategico ed esponenziale delle seconde.

Solo così ci salveremo!

p.g.

 Redazione
 

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-- 28/09/2012 -- 18:27:30 -- vincenzo

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