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18/09/2012

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LA MUSICA? MEGLIO DELLA POLITICA

Clicca per Ingrandire La politica è come la matematica, calcolata e senza opinioni: invertendo l’ordine dei candidati le fregature non cambiano. Gli onesti sempre più poveri, i furbi che approfittano di questi. La musica della politica è fatta di menzogne e forse è meglio ascoltare quella dei sogni. Ecco allora che mi ritorna in mente quella degli Anni Sessanta, le cui note semplici, facili e nostrane si sono affermate in terre lontane facendoci dimenticare i guai.

Cantavamo sognando, volavamo felici “nel blu dipinto di blu”. Il vecchio juke-box, in ogni osteria, diffondeva allegria e in fretta si faceva la ‘colletta del gettone’ per ascoltare tre canzoni. Noi, nullatenenti, viaggiavamo liberi con la mente. Con la fantasia abbiamo visitato il Continente Nero dove “i Vatussi, altissimi negri, ballavano l’hully-gully”. Con la pancia vuota abbiamo visitato la Francia, “a Saint Tropez, ballando il twist vestiti in lamé”. Abbiamo praticato la pesca subacquea nelle località più belle “col fucile, le pinne e gli occhiali, dove il mare era una tavola blu”.

Senza accedere al mutuo avevamo il cielo in una stanza e “la stanza era senza pareti con alberi infiniti”. Per farci perdonare qualche scappatella si diceva alla compagna, stretta su una mattonella, “cuore, tu stai soffrendo, cosa posso fare per te, io sono innamorato, senza te più pace non c’é” … “senza te, che farei senza te, morirei”. Dal lento si passava al rock con movimenti ricchi di frenesia senza conoscere i dolori della sciatalgia e si donavano “semplici baci dove uno solo ne valeva almeno tre”.

Si ammirava lo sguardo femminile con “una strana espressione negli occhi”. Il compagno abbandonato era comprensivo con la propria compagna che l’aveva lasciato e invitava gli amici a farla ridere spiegando il perché: “Ha pianto troppo insieme a me”. La fidanzata a sua volta era espansiva e rassicurante, e al fidanzato diceva: “Non essere geloso se con gli altri ballo il twist, non essere invidioso se con gli altri ballo il rock, con te, con te che sei la mia passione, io faccio il ballo del mattone”.

“La sera era festa grande, di bella musica ce ne era tanta, si ballava fino
al cantar del gallo, sprigionando tutti insieme l’allegria e l’euforica libertà”. “La libertà non era sopra l’albero, non era neanche il volo di un moscone; la libertà era allo stato libero, la libertà era partecipazione”. Quindi, partecipiamo, e aiutiamo i nostri musicisti garganici, cantori e organizzatori di manifestazioni folkloristiche, a divulgare le note nostrane.
Le note aiutano a stare meglio, a sognare, a non pensare ai momenti difficili.

Attraverso le note sono avvenute le contestazioni e si è sprigionato il “va pensiero” dei patrioti soffocati dalla tirannia. Attraverso il ritmo della tarantola le donne pugliesi si sono ribellate al duro lavoro cui i padri-padrone le sottoponevano nel quotidiano. E’ doveroso tutelare l’entusiasmo di tanti giovani e concedere loro lo spazio necessario per realizzare invenzioni e progetti, affinché creino un pezzo di storia e portino il gusto dei sapori del nostro Gargano in terre straniere. E le nostre note diventino famose e durino nel tempo.

Antonio Monte

 Redazione

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 22/09/2012 -- 09:21:07 -- vincenzo

Le mie personali congratulazioni, Antonio Monte! Ha fatto un'ottima cannibalizzazione delle belle e simpatiche canzoni degli anni sessanta. Ne è venuto fuori un mosaico splendido, un canovaccio ricco di ricami. Ed una lezione di vita! Bravo! Grazie!

 
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