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09/09/2012

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IL GARGANO, EMPORIO DI IMMAGINI E SAPORI

Clicca per Ingrandire Le pareti di muraglie ridisegnate dal tempo e arricchite dal verde di pini, fichi d’india e capperi, diventano esuberanti giardini verticali naturali, preposti all’orchestrazione dell’immagine visibile ai ‘Foresti’ che calpestano le strade tortuose con rumorosi mezzi innaturali. Le imponenti scenografie che la natura offre gratuitamente vengono da loro immagazzinate per essere rievocate nelle loro terre fredde prive di calore.

Questo luogo magico si affaccia prepotente sulle acque ruotando silenzioso intorno al sole. Il clima filtra aria pura e soave e, fa rigenerare il sangue del meno giovane e l’arricchisce di energie vitali. Anche i venti sostano per il loro punto d’incontro e vi giocano, senza arrecare guai, facendo mulinelli dispettosi, spettinando le chiome degli ulivi, disorientando le vele dei marinai.

Territorio Sacro, devoto alle tante Divinità che vi hanno dimorato e dai loro Altari hanno scongiurato il male per farlo baciare integro dal suo mare. Cicale e rondini cantano festose al chiarore del giorno e di notte sono le costellazioni più celebri che lo vigilano e illuminano con premura, mentre le mezze fasi lunari coronano le sue alture.

Il nostro Gargano oltre a fornirci bellissime immagini in qualsiasi stagione, ci dona i tanti sapori dei prodotti naturali che noi, facendo coincidere con avvenimenti sportivi e spolverando vecchie tradizioni, dovremmo pubblicizzare a dovere per renderli più famosi e sviluppare il turismo in tutto l’arco dell’anno.

Dopo le piogge estive, i funghi: porcini (foto del titolo; ndr), chiodini, gallinacci e cardoncelli proliferano nei nostri boschi e nelle pianure, tutti commestibili e di alta qualità. Con un po’ di accortezza, le persone che si dedicano alla raccolta dei funghi, oltre alla piena conoscenza degli stessi in considerazione del fatto che in questo periodo sul nostro territorio è in corso la stagione venatoria (salvo deroghe e rinvii, già in atto fra l’altro; ndr), di munirsi per prevenzione e sicurezza di idonei abiti provvisti di bande ad alta visibilità, giubbotti, pettorine o gilet, al fine di poter essere visibili a tutti e in qualsiasi condizione di luce. Importante inoltre calzare scarpe adatte ai sentieri insidiosi.

Di norma i sindaci dovrebbero emettere in merito l’ordinanza e fare in modo che la stessa venga osservata, oltre a fornire agli interessati il numero telefonico di pronto intervento. Molti turisti utilizzano parte delle ferie per camminare nei boschi alla ricerca di funghi. Le regioni più frequentate sono: Trentino, Piemonte, Liguria e l’Appennino Tosco-Emiliano dove per l’occasione gli Enti preposti organizzano eventi e sagre.


LA SCHEDA (Pubblicizziamo i funghi del Gargano) = I Cardoncelli si trovano in pianura e nascono dai residui dei cardi. Il gambo è bianco e il cappello color marrone chiaro. Dopo averli puliti accuratamente con un pennellino, si cucinano alla brace con olio, aglio, prezzemolo, pomodoro, sale e una spolverata di pecorino. I Chiodini, dopo averli puliti, si cucinano trifolati: due minuti di cottura con olio, sale e aglio. Alla fine condirli con il prezzemolo tritato.

I Gallinacci hanno colore giallastro. Si cucinano, sempre dopo accurata pulitura, in umido con aglio, olio, sale, pomodorini (il sugo servirà a condire gli spaghetti). I Porcini sono i migliori e si possono cucinare in tutti i modi, abbinati al risotto con una spruzzatina di cognac diventano il piatto più prelibato. Le donne garganiche hanno diverse ricette per cucinare i funghi, di certo saprebbero soddisfare appieno i palati dei turisti.


“AL CERCATORE DI FUNGHI”

A chi alla folla e alla calura
ama il silenzio della natura,
la verde piantagione,
l’umida stagione e la pioggia
che in terra ristagna
quando lenta bagna
il castagno e la radice
per fare il suo cuore felice.

Come starna invigorita
s’arrampica in salita -
al passo graduale
s’allontana il cinghiale -
e senza creare subbuglio
fruga tra i cespugli,
tra il folto fogliame,
tra il secco legname.

Il respiro trattiene a lungo
nell’avvistare il fungo,
s’accerta che non vi sia altro sguardo
per coglierlo con garbo:
come fosse un piccino
lo adagia nel cestino.

Cammina e ne fa scorta
fino a colmare la gobba sporta;
poi con lo zainetto sulle spalle
orgoglioso ritorna a valle.

Antonio Monte


 Redazione (foto aisapori.blogspot.it)

 

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