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09/08/2012

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CFF: FACCIAMO IL PUNTO

Clicca per Ingrandire Il Carpino Folk Festival è ormai un vero e proprio punto di riferimento nel mondo della musica popolare e dei festival musicali. Allo stesso tempo è unanimemente riconosciuto come il primo grande festival dedicato al recupero e alla valorizzazione della musica popolare pugliese di maggior qualità, e fra i più apprezzati a livello nazionale. Dalla prima edizione del 1996 molto è cambiato, ma non lo spirito e l’identità che, insieme alla qualità delle proposte artistiche, ne hanno fatto la fortuna. E vediamo in sintesi cosa è successo in questi ultimi tre giorni.

CARPINO - MARTEDÌ 7 = Proiettato, a cura della regista Sabrina Digregorio, il docufilm “Finding Joseph Tusiani-The Poet of Two Lands”, prodotto da Atena Films. “Un ammaliante ‘road movie’ della memoria e della storia in forma di intervista, intima più che bio-bibliografica, fra lo scrittore e l'attrice Daiana Giorgi. Sfiorando le idee-forza della sua poetica, lo sradicamento, la lotta, l'amore, il lavoro, la voce, il montaggio indocile fra “le due terre”, la seduzione... Un dialogo ‘obliquo’ che non si permette le facili semplificazioni del ‘post hoc ergo propter hoc’. Tusiani (leggi Scheda A in calce; ndr) è il “simbolo di una emigrazione rara e alta, che si conosce poco e non si celebra mai” ha ricordato Furio Colombo.

Stesso giorno, ore 22.30, Elena Ruzza (leggi Scheda B), impegnata nello spettacolo “Terraterra. Ischitella-Settimo-Torino”, ha parlato di migrazioni, lavoro, sogni e sacrifici di tante persone in relazione alla crescita dell'agglomerato urbano di Torino e della cittadina di Settimo nell’Italia del secondo dopoguerra. Il lavoro parte da racconti di vite che si incrociano fra i vagoni dei treni, a bordo di camion e navi, in una lingua commistione di italiano e dialetto. Tanti viaggi alla ricerca di una condizione di vita migliore che portano lontano dalla loro terra donne e uomini di ogni età.

“La narrazione parte dai soprannomi - si legge in sede di presentazione - che fungono da albero genealogico per trovare le radici di ogni persona”. Il monologo è in parte anche il frutto dell’indagine personale dell'attrice sul suo vissuto. Lo spettacolo ha preso avvio dal Progetto di Ricerca Teatro e Documentario Origini: le storie raccontate dalle famiglie emigrate da Ischitella sono state ascoltate, trascritte, rielaborate, raccolte in forma di interviste e ricostruite in un racconto teatrale e cinematografico.

CAGNANO VARANO - MERCOLEDÌ 8 = Alle 21,30 in P.zza Giannone, due spettacoli: 1. Antonio Di Cataldo e Claudio Pelusi: “Alla Cagnanese” - Rione Junno e Saraabà (Puglia/Senegal): “Tarant Beat Live” (leggi Scheda C) - Cantodiscanto Feat Gabin & Paul Dabirè (Burkina Faso), Faisel Taher (Palestina): “Tutto il mondo è paese” (spettacolo unico – leggi Scheda D) - 2. Donna Ginevra Di Marco con ospiti Pino Pecorelli, Carlos e Sangei dell’Orchestra di Piazza Vittorio e Cisco ex cantante dei Mcr: “ME DI TERRA Nostra” (spettacolo unico – Scheda E).

CARPINO - GIOVEDÌ 9 = Alle 21,30 in P.zza del Popolo: I Mastri Cantori di Villa Castelli (Scheda F): “Pizziche, Serenate e Stornelli per organetto” - Carlo D’Angiò: “Viva il Sud” (Scheda G) - Mascarimirì: Gitanistan “Lo stato immaginario delle famiglie Rom - Salentine” (Scheda H). Appuntamento a stasera, quindi.

Il Carpino Folk Festival 2012-“Un'altra Italia”, arrivato alla 17.ma edizione, è promosso dall'Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia - fondi Po Fesr Puglia 2007/2013 - Asse IV - Linea 4.3 - Azione 4.3.2./lett.D ed è organizzato dall'Associazione Culturale “Carpino Folk Festival” (che ringrazia per la promozione Pugliaevents e Pugliapromozione) col sostegno degli Assessorati al Welfare e Flussi migratori, alle infrastrutture Strategiche e Mobilità e alle Risorse agroalimentari di Regione Puglia, Parco Nazionale del Gargano, Gal Gargano, Unioncamere Puglia, Camera di Commercio italiana in Germania, Comuni di Cagnano Varano, Rodi Garganico, Ortanova e Vieste. La Rete del Consorzio Five Festival Sud System è promossa dal Po Fesr Puglia 2007/2013 Asse Iv - Puglia Sounds - Investiamo nel vostro Futuro. Partners e sponsor: Bcc San Giovanni Rotondo, Banca Apulia-Gruppo Veneto Banca, Ferrovie del Gargano. Media partner: Foggia Citta Aperta.


LE SCHEDE
A. JOSEPH TUSIANI (San Marco in Lamis, gennaio 1924), poeta italiano - Il padre, calzolaio, era emigrato negli Stati Uniti d'America pochi mesi prima della nascita del figlio. Giuseppe così conobbe il padre solo per lettera. Da giovanissimo entrò in seminario, ma nell'anno del noviziato abbandonò la strada della vocazione e tornò a San Marco per diplomarsi al liceo classico e frequentare poi l'università. Si laureò in Lettere all'Università di Napoli nel 1947, con una tesi sul poeta William Wordsworth. Subito dopo la laurea partì con la madre per andare a New York e ricongiungersi definitivamente al padre.

Appena arrivato cercò subito lavoro nelle università newyorkesi e, dopo aver ricevuto alcuni rifiuti, nel 1948 ebbe un contratto dal College of Mount Saint Vincentnel dove insegnò per oltre vent'anni. Nel 1972 passò al Lehman College della City University of New York dove insegnò fino al 1983, anno in cui si ritira dall'insegnamento e si dedica solo all'attività di scrittore. Inizia a pubblicare poesie a diciotto anni e continua poi negli Stati Uniti. Consigliato e incoraggiato dalla scrittrice Frances Winwar, inizia a comporre poesia in lingua inglese e vince il Greenwood Price nel 1955 (unico americano a vincerlo). Mentre continua a comporre in inglese, scrive anche in lingua latina e nel 1956 pubblica una prima raccolta di liriche latine.

Intanto pubblica due romanzi, anche se la sua attività poetica in latino e inglese continua, e inizia a scrivere anche nel dialetto garganico. Molto attivo negli ambienti culturali italoamericani, si fa conoscere e apprezzare come poeta americano. Partecipa, su invito, a un'attività della ditta di cristalli Steuben: i migliori trentuno scultori d'America che interpretano una poesia dei trentuno migliori poeti americani. Pubblica numerosi volumi di liriche inglesi, latine e in dialetto garganico. È anche conosciuto come traduttore di poesia italiana in inglese, avendo tradotto moltissime liriche italiane e opere intere, quali quelle di Michelangelo, la “Gerusalemme Liberata”, “Il mondo creato del Tasso” e il Morgante del Pulci. Oggi vive a Manhattan e viene in Italia nella tarda primavera.

B. ELENA RUZZA - Ha partecipato a un progetto di laboratori dai quali sono nati uno spettacolo e un documentario premiato come miglior documentario italiano sulla Resistenza: “Non mi arrendo non mi arrendo. Storie di donne, di diritti conquistati e da riconquistare tra il 2004 ed il 2007”. Di sé dice: “Sì sì, Terraterra è il soprannome della mia famiglia, di origine ischitellana. Dopo anni di lavoro teatrale a Torino e Settimo torinese, città di adozione, decido di indagare e fare uno spettacolo teatrale e musicale sulla storia di Filomena (Fumè - che migra da ‘Skëteddë’ per andare all'America a cercare fortuna col nonno Pasquale) e di Faduma che, fugge oggi dalla Somalia. Trame e intrecci di vite tessuti ad arte. Con me le note avvolgenti del pianoforte di Barbara Pungitore e le percussioni di Matteo Cantamessa”.

C. RIONE JUNNO (Tarant beat live tour 2012) - Una realtà vivissima della musica popolare italiana. Negli ultimi anni ha tenuto cento concerti in giro per tutt'Italia e nel mondo (compresi i festival più importanti del settore fra cui: Notte della Taranta in Salento e Kaulonia Tarantella Festival in Calabria) a testimonianza del grande seguito di pubblico e forte progetto artistico che ha creato. Lontano dalle insidie del folklorismo deteriore e inserito nell’onda alternativa e contemporanea della musica etnica, è riconosciuto come uno fra i massimi rappresentanti della nuova proposta musicale radicata nella tradizione, ma rivolta al futuro. A luglio in arrivo l'ultimo lavoro discografico col patrocinio e sostegno di PugliaSounds, al cui interno ospiti d'eccezione, quali Enzo Gragnaniello, Marcello Colasurdo, i Bisca, Erasmo Petringa e Assane Diop dal Senegal.

Il progetto speciale 2012 Rione Junno/Saraabà nasce dalla consapevolezza che la musica, per continuare a trasmettere la sua naturale vitalità, impone ai suoi interpreti un atteggiamento aperto verso la contaminazione, pronto ad accogliere nuove sonorità, frutto di un’esperienza quotidiana fatta di suoni, immagini, voci, contaminazioni culturali, rumori della strada. In esso, dunque, musicisti di diversa estrazione (Assane Diop dal Senegal, Elio 100grammi storico chitarrista della scena underground italiana, Fulvio di Nocera bassista eclettico e ottime espressioni del meglio della musica pugliese) si incontrano per una serata “A Sud” tutta incentrata sulla magìa dei ritmi e della contaminazione. Sullo stesso palco i musicisti si incrociano e si alternano in uno scambio continuo di energie, suoni e intuizioni per un evento unico e raro nel suo genere.

“SARAABÀ” (world music dal Senegal all'Italia) - Il nome del nuovo progetto musicale vede scorrere su due binari paralleli le esperienze musicali del Sud Italia e quelle di Assane Diop, artista senegalese che ha già offerto il suo talento e le sonorità tipiche della sua terra d'origine al primo lavoro del gruppo Rione Junno, "Tarant Beat Project" (Rai Trade,Cni - 2008) e ha continuato a collaborare col gruppo nel secondo disco, "Tarant Beat Live" (Self, Suoniliberi - 2010) e nell'ultimo, uscito a luglio. “Saraabà” è un concerto costruito su melodie, ritmi e ‘session’ etniche: si alternano, infatti, brani tradizionali dell'Africa Nera e pezzi d'autore contaminati da innovative idee e arrangiamenti sull’asse Italia-Senegal, col continuo scambio nel progetto artistico ideato e basato sui due musicisti di riferimento: Assane Diop e Federico Scarabino (Rione Junno). Uno spettacolo unico nel suo genere di world music proiettato nel futuro cui seguirà, nel prossimo periodo, l’uscita di un lavoro discografico.

D. I CANTODISCANTO - Nati negli anni 80 a Napoli come gruppo di musica popolare, il 1991 il fondatore Guido Sodo trasferitosi a Bologna inizia a scrivere brani originali in stile popolare coinvolgendo musicisti residenti in zona interessati al suo progetto. La composizione del gruppo: Guido Sodo (chitarra classica, battente e portoghese, oud, arpa celtica e voce), Paolo Caruso (darbouka, udu, hand trap-set, caxixi), Ivan Valentini (sax soprano, sax alto), Roberto Bartoli (contrabbasso, voce), Frida Forlani (voce, caxixi), con la partecipazione di Faisal Taher (Palestina), Gabin Dabiré (Burkina), Paul Dabiré (Burkina).

Dicono: “Ci siamo concentrati prevalentemente sulla rielaborazione di brani da vari Paesi e di diverse epoche. Da sempre siamo interessati alle possibili porte di comunicazione fra le diverse culture, all’ affinità delle forme, agli strumenti musicali che si assomigliano e dialogano secondo un principio che vorrebbe evidenziare l’armonia e non il conflitto fra le diverse culture: nella musica come nella politica e nella vita di ogni giorno. Alcune danze celtiche e irlandesi presentano punti di contatto coi saltarelli del Centro e con le tarantelle del Sud Italia. Certi canti popolari svedesi hanno una vocalità ‘portata’ assimilabile a quella dei nostri canti a distesa.

E continuano: “La chitarra portoghese, chitarra del fado, ha una sonorità molto vicina a quella del mandolino e della chitarra battente. Gli inserti in napoletano, arabo e dagarà, come l’utilizzo di strumenti della tradizione africana, riportano alla nostra cifra stilistica e sono il segno di una libertà inventiva che rivendichiamo alla musica. In fondo temi, musiche e suoni ricorrono perché tutto il mondo è paese. E in questo paese che è il nostro mondo, e in questa occasione, ci ritagliamo un piccolo spazio per ospitare alcune composizioni originali di Gabin Dabire, di Faisal Taher e nostre.

E. DONNA GINEVRA DI MARCO – “ME DI TERRA Nostra” è il titolo dello spettacolo unico per Carpino ideato e diretto da Francesco Magnelli. Spettacolo costruito sul concerto di Donna Ginevra Di Marco, con ospiti Pino Pecorelli, Carlos e Sangei dell'Orchestra di Piazza Vittorio e Cisco, ex cantante dei MCR. I temi principali delle canzoni sono quelli dello sradicamento dalla propria terra, dal dolore della partenza, dell'addio, ma anche dell'ambientamento e del rapporto con la nuova terra, dello scambio di culture, di costume, del mescolarsi portando con sé il proprio forte bagaglio culturale. Sul palco una banda di toscani con ospiti un sudamericano, un indiano, un romano e un emiliano.

“Fel Shara” - canzone importantissima per il bacino del Mediterraneo perché l'unica dove ci fu un tentativo di costruire una lingua che raccogliesse le varie lingue tutte insieme (‘esperanto’) tentativo che non portò a niente - è l'emblema della set di Donna Ginevra e i suoi ospiti. “Così racconteremo un pezzo della nostra millenaria civiltà attraverso la forza delle canzoni che ci contraddistinguono”.

F. I MASTRI CANTORI DI VILLA CASTELLI - Vito Nigro, Pasquale Barletta e Francesco Barletta sono fra gli interpreti più rappresentativi della tradizione di pizziche, serenate e stornelli per organetto di Villa Castelli, piccolo centro in provincia di Brindisi al confine tra la bassa Murgia e le Gravine joniche, vero e proprio “Paese dell’Organetto” in Puglia. Vito (Vitucc’ de Carcagne) ha sempre fatto il pastore e ha imparato a cantare da suo padre, accompagnandolo quando andava a fare serenate o a cantare la pizzica per le tarantate. Pasquale (Pascale de Scrace) è stato potatore di olivi e bracciante agricolo. Ha iniziato a cantare sul lavoro, durante la potatura e frequentando gli organettisti del suo paese. Francesco (Cicc’ de Ros’Alò) lavora come bracciante agricolo. Ha cominciato a suonare l’organetto da bambino, usando lo strumento di suo padre Carmine che proveniva da una numerosa famiglia di musicisti. Il gruppo fino a pochi mesi fa era completato da Giandomenico Caramia che insieme a Mario Salvi aveva condotto ampie ricerche sul repertorio dell’organetto tradizionale pugliese confluite nel libro-cd “La Pizzica nascosta” (appena pubblicato con l'editore Kurumuny), contenente una selezione dei canti e delle musiche per organetto registrate fra il 2001 e il 2005 a Villa Castelli. Poi, Giandomenico, sul palco del Carpino Folk Festival 2011 insieme a Mimmo Epifani, lo scorso dicembre ci lascia a causa di un intervento di bendaggio gastrico. “La sua musica al festival è il nostro omaggio”.

G. CARLO D'ANGIÒ - Torna a Carpino dopo 40 anni per omaggiare Andrea Sacco e la sua magica chitarra battente. Con Eugenio Bennato e i Musicanova pubblica il 1976 “Garofano d’ammore” (Philips-Phonogram), lp che farà conoscere al pubblico di massa i sonetti di Carpino. Dice: “Con Eugenio cominciammo a ricercare a Giugliano, a nord di Napoli, e avemmo il primo contatto con la tarantella, che poi avremmo continuato a ricercare in tutto il sud, fino a individuare quella che a mio parere è l’espressione più alta, mitica: quella del Gargano. Arrivammo a Carpino, con Roberto De Simone, nel ’70, e fummo i primi a raccogliere le Tarantelle del Gargano”.

Carlo D’Angiò è una “voce storica” della musica popolare napoletana e italiana. Ha fondato con Roberto De Simone ed Eugenio Bennato la Nuova Compagnia di Canto Popolare e poi, solo con Eugenio Bennato, Musicanova dove “militava” anche una giovane Teresa De Sio. Torna alla ribalta musicale con un bellissimo disco di undici brani inediti. Ma non basta. “Viva il Sud” è un album doppio e presenta anche un live di 12 altri bellissimi pezzi “storici” di recenti e rari concerti. E riecco bellissime interpretazioni di ‘Tarantella del Gargano’, ‘Guarracino’, Nannarè’, ‘Quanno turnammo a nascere’…

“Viva il Sud” è una vera miniera per gli appassionati. I nuovi brani sono all’altezza del precedente repertorio. Si va dal testo poetico di ‘Canzone d’ammore’ ai temi di attualità come l’immigrazione, la condizione giovanile, il Sud, Napoli, temi sempre cari a D’Angiò. Un grande ritorno dunque per “il maestro” dopo quasi trent’anni da “Brigante se more”, brano ancora attuale e amato da tanti, che portò alla ribalta anche nella musica l’eterna questione del Meridione.

H. MASCARIMIRÌ - Rappresentano appieno la tradizione che si rinnova. Nati come gruppo di Pizzica Salentina la loro storia rappresenta il ponte ideale fra legame col passato e proiezione nel futuro. Negli anni danno vita al concetto di Tradinnovazione, ‘melting pot sonoro’ in cui la tradizionale musica salentina cambia volto e si confronta con altre sonorità, dal dub al reggae, dal rock all’hard-core. “Punk-hard-core-tarantolato salentino” è la definizione usata per sottolineare la sperimentazione del gruppo che innesta al patrimonio tradizionale tecniche fino allora estranee alle sonorità popolari. Iniziano le prime tournee nazionali ed europee soprattutto in Francia, terra che più volte li ospiterà. La nuova formazione accoglierà nuovi strumenti come chitarre elettriche, synth e batteria.

Al leader Claudio “Cavallo” si ri-affianca, in un simbolico re-incontro tra vecchio e nuovo, il fratello “Mino” Giagnotti, definito dalla critica una delle voci più interessanti del panorama popolare salentino. La voce tradizionale di Mino canta sull’onda sonora di chitarre distorte, riff “arrabbiati”, tappeti musicali creati da sintetizzatori e moderni strumenti elettrici. Ne viene fuori un sound potente, originale e audace e nasce una nuova idea di spettacolo musicale denominata “Ballati!!!”. Negli anni arrivano a suonare addirittura in Australia e contemporaneamente si gettano le basi per un nuovo grande progetto musicale e documentaristico: “GITANISTAN”, lo “Stato” immaginario delle famiglie rom salentine.


NB. La foto del titolo, opera di Lello Esposito, testimonia l’intitolazione di una Piazzetta di Carpino ai suoi famosi “Cantori”.

 Ufficio Stampa CFF (foto di Lello Esposito)

 

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