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15/06/2008

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NUOVI MISFATTI, ANTICHI DIFETTI. E IL NUOVO... DOVE STA?

Clicca per Ingrandire  Mentre i lavori di pavimentazione di Corso Umberto e via Di Vagno proseguono nel peggiore dei modi con materiali assurdi e non solo orribilmente lavici, ma della peggiore qualità. Materiali che comunque, tengo a ribadire, per tradizione non ci appartengono: il corso principale non meritava proprio tanto scempio! Un progetto assurdo (con fondi Pis per giunta, i progetti integrati settoriali) partorito dalla precedente Amministrazione, che l’attuale in carica non ha fatto nulla affinché si salvasse il salvabile. Ha invece, addirittura, peggiorato le cose con una Variante in corso d’opera in cui si è approvata la rimozione degli attuali cordoli dei marciapiedi in pietra calcarea (in loco da oltre 50 anni) sostituendoli con cordoli in materiale lavico della peggiore qualità esistente sul mercato (assurdamente irregolari) e contrastanti con la pavimentazione dei marciapiedi in elementi regolari (foto del titolo).

Da notare che l’autorizzazione della Soprintendenza ai Beni Culturali del 31 gennaio 2007 - punto due della lettera B - recita testualmente: “Siano recuperati, reimpiegati e riposti, ove possibile, nel loro sito originario, i cordoli calcarei degli attuali marciapiedi”. Perché questa disposizione è stata disattesa? Altre disposizioni, successivamente, sono state “stranamente” ritrattate dalla Soprintendenza, questa invece è rimasta e tuttavia … come se non bastasse … un condensato di arroganza, ignoranza, atavica apatia e menefreghismo pericolosamente dilagante da queste parti come un “killer”, procede imperterrito, facendo terra bruciata ovunque.

Così, anche l’estinzione del Centro Storico continua, senza sosta. I vari allarmanti appelli, da noi lanciati ripetutamente, continuano a cadere nel vuoto. Tutto continua come prima, i misfatti e l’incuria pure, da ogni parte. Alcuni esempi, fra i tanti, sono contenuti in queste foto recentissime e, purtroppo, ormai storiche. La seconda immagine mostra uno scorcio di muro dai colori non più riproducibili nel loro armonico splendore. Colori dalla preziosità di un autentico quadro d’autore (foto sotto n. 1). Rothko (pittore statunitense spesso classificato come espressionista astratto; ndr) che nell’arte contemporanea amava creare con i colori immagini estasianti, sarebbe rimasto egli stesso incantato da questa esplosione che l’uomo e il tempo hanno saputo amalgamare.

Fino al mese scorso tale capolavoro si poteva ancora ammirare, fotografare e magari… preservare. Ora, è solo un ricordo! L’ennesima impunita violenza. Un’opera d’arte e secoli di memoria storica svaniti nel nulla. In modo irreversibile, come la morte. Un ciclo di vita e di storia cancellato da un colpo di spugna, anzi, da un pessimo e orrendo strato di intonaco biancastro, anonimo (rasante) che una mano ignara ha steso e, un mancato controllo, ha consentito. Tutto quello che resta, ora, è una riproduzione fotografica (per fortuna) da consegnare a coloro che riusciranno e vorranno trovare ancora nel proprio “io” un po’ di poesia… e un po’ di quella identità storico-culturale che, inesorabilmente, si sta cancellando in via definitiva, senza possibilità di appello.

La terza immagine mostra la decapitazione dell’ennesimo comignolo (foto sotto n. 2), con relativa metamorfosi in qualcosa di ultra moderno... obbrobrioso, estraneo. Il tutto nella totale indifferenza e, quello che è ancora peggio, con l’ausilio e la complicità dei nostri tecnici in erba ai quali, in tutta modestia, consiglierei un maggior approfondimento delle tematiche architettonico-ambientali.

Potrei andare avanti con tantissimi altri esempi di scempi perpetrati di recente, ma non voglio approfittare più di tanto della disponibilità e degli spazi che gentilmente mi vengono concessi. Parafrasando “L’Aquilone” di Giovanni Pascoli: “C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico…” Beh, qui purtroppo non c’è nulla di nuovo, ma solo l’antico (modo) di procedere per la strada sbagliata - “…e sento che sono intorno nate le viole…” Di questo passo, continueremo a vedere solo rovi, altro che viole!

E’ proprio ora di darsi una mossa! E’ ora di cambiare il vecchio iniquo modo di procedere. E’ ora di rimboccarsi le maniche e mostrare, veramente, cosa si è in grado di fare di buono per invertire la rotta e cambiare la pericolosa china di questo paese, finché si è in tempo. Salvare e preservare, almeno, quel che resta del nostro Centro Storico è un dovere civile e una responsabilità da cui nessuno può esimersi. Certo non è difficile rendersi conto che vi sono anche tante altre problematiche nel nostro paese, di non facile soluzione, ma questo non può servire da alibi. Cominciamo responsabilmente da qualche parte e non continuiamo a distruggere anche quello che, per fortuna, ancora abbiamo! Se è necessario, magari, cominciamo a mettere le persone giuste al posto giusto, che abbiano responsabilità e appropriata competenza.

Nelle linee programmatiche di questa Amministrazione, a proposito di Centro Storico, si leggono le seguenti parole: “La valorizzazione del centro storico, prima di tutto come percezione culturale che ne hanno i cittadini, è una questione di enorme importanza. Mettere un freno a un processo degenerativo di modernizzazione e quindi di conseguente spersonalizzazione della parte storica del paese è quanto mai auspicabile. Occorre prendere coscienza di come la conseguenza più pesante della perdita di un’identità sia la conseguente perdita di valore. E’ necessario quindi essere gelosi del centro storico nel senso che conservazione, tutela, conoscenza il più possibile rigorosa deve essere vista come unica possibilità di sviluppo. Quanto più si conserverà una tipicità ambientale, paesaggistica e architettonica, tanto più si potrà contare in un ritorno da un punto di vista turistico e culturale”.

Parole ineccepibili, ma se restano solo parole, a cosa servono, se poi tutto prosegue come prima e più di prima? Coraggio dunque, si facciano seguire alle parole i fatti. Poniamo una volta per tutte, veramente, un freno a questo processo degenerativo di brutta modernizzazione di questo nostro bistrattato Centro Storico! Concretezza, competenza e ancora concretezza e determinazione impone la situazione! I buoni propositi, da soli, non bastano.

Valentino Piccolo



 

 

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