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14/05/2012

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APPELLO AI GIOVANI: AIUTIAMO LA MUCCA PODOLICA

Clicca per Ingrandire Creare una filiera di qualità che lanci sui mercati la vendita e il consumo della carne di mucca podolica, è la sfida lanciata dal presidente del Parco Nazionale del Gargano, Stefano Pecorella, e raccolta dai rappresentanti di Anabic e Apa, associazioni zootecniche che si sono confrontati in un incontro tematico. La folta partecipazione di tecnici e addetti ai lavori, sia locali sia nazionali - fra cui Domenico Romanini e Roberta Guarcini, rispettivamente presidente e direttore dell’Anabic, e Giovanni Filippini dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria-Marche) i quali hanno riconosciuto l’importante ruolo di tutela e promozione della specie portata avanti dal Parco in questo decennio, - ha permesso l’approfondimento di argomenti a carattere medico-scientifico ma soprattutto economico di prospettiva.

La Podolica, presidio riconosciuto da Slow Food, è una razza allevata allo stato brado, quindi offre non solo un latte particolarmente aromatico ma anche carni sapide, sane, ricche di sali minerali. Carni difficili per il consumatore moderno, perché non riconducibili ai canoni estetici comuni: il grasso è giallo (perché gli animali magiano erbe ricche di carotene, sostanza assente nei mangimi e negli insilati*), la consistenza è più fibrosa, il gusto è più intenso e caratterizzato. Dal 2002 il Parco, per salvaguardare la razza podolica giunta quasi al punto di estinzione, ha erogato contributi pari a 63mila 689,58 euro a favore degli imprenditori zootecnici iscritti all’albo regionale per l’acquisto di riproduttori maschi selezionati, il cui numero è passato dai 5 del 2002 ai 14 del 2011. Altro contributo è stato destinato agli allevatori che si impegnano a detenere in purezza gli animali di razza podolica per un certo periodo, col Parco che ha investito finanziamenti pari a 616,mila 820 euro favorendo il ritorno e la sopravvivenza di questa specie autoctona, il cui numero di capi è passato dai 170 del 2001 ai 1273 del 2010 (il numero d’aziende è variato da 7 a 37).

“Dopo il mantenimento in purezza - dichiara Pecorella, - per non vanificare o rendere fine a se stesso l’intervento, adesso bisogna passare alla fase di aggressione dei mercati per incentivare la vendita e il consumo di questa carne. Infatti, pur godendo dei marchi di qualità del Parco e di Slow Food, che attestano un vero e proprio valore aggiunto, è impossibile trovare in commercio carne podolica. Ciò in quanto tale carne ha alcuni aspetti organolettici riconosciuti dagli esperti. Per garantire il mantenimento di questa specie e lo sviluppo delle aziende zootecniche c’è bisogno di far nascere una filiera che punti sia alla vendita diretta sia alla grande distribuzione.

“L’avvio di questa fase virtuosa - prosegue - significa anche abbattere i costi del mantenimento degli allevamenti. I numeri parlano chiaro. Il Parco in 10 anni è stato sempre al fianco degli allevatori incrementando di continuo il contributo per il mantenimento di mucche podoliche e tori. Ritengo sia giunto ora il momento di permettere un salto di qualità al settore zootecnico e questo è possibile solo col sostegno dei giovani che tornano a vivere e lavorare in campagna, altrimenti tutti gli sforzi fatti andranno perduti dopo la scomparsa dell’attuale generazione di allevatori. Dunque, il Parco - conclude, - per invertire la tendenza all’abbandono delle campagne e delle zone interne, sosterrà e valorizzerà le idee e le energie migliori, anche perché il territorio è controllato e ben tenuto solo se vissuto”.

Alla fine dell’incontro, l’impegno degli ultimi due anni del Parco a favore della zootecnia è stato sancito con una targa che il presidente Romanini ha consegnato al presidente Pecorella.


*Prodotti di una tecnica di conservazione del foraggio (‘insilamento’) ottenuti da acidificazione della massa vegetale ad opera di microrganismi anaerobi allo scopo d'impedire a microrganismi alteranti e potenzialmente tossici di proliferare all'interno della massa vegetale provocandone il consumo (perdita di valore nutritivo) e l'alterazione della salubrità.


 Ufficio Stampa Parco del Gargano

 

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  Commenti dei Lettori:

-- 14/05/2012 -- 13:06:06 -- vincenzo

Certo è che sarebbe ora di pubblicizzare un po' le (introvabili!) carni della Podolica. Sentiamo parlare solo della Chianina (per la bistecca fiorentina) e della Scottona. Finora, della Podolica, si è sentito dire solo per il latte, da cui si fanno meravigliosi caciocavalli (quando i produttori sono onesti e non mischiano latte di podolica e latte di mucche da latte allevate nelle stalle!).

 
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