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07/05/2012

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TASTIAMO IL POLSO AI VACANZIERI: GLI ITALIANI NON RINUNCIANO ALLE VACANZE, PERÒ… (3)

Clicca per Ingrandire Nelle prime due puntate (puntodistella.it/news.asp?id=5483 e puntodistella.it/news.asp?id=5497) sul sondaggio Trademark Italia circa il fenomeno “chi-dove-quando” si va in ferie, abbiamo affrontato due temi: le località preferite (quelle attrezzate e garanti di organizzazione efficiente, senza sorprese) e la voglia degli italiani di viaggiare (ma spendendo più consapevolmente). Nella decisione della scelta però qualcosa li frena. Oggi diamo un’occhiata ai “punti salienti” (i cosiddetti ‘highlights’) dell’indagine cercando di capire cosa li blocchi o li convinca a preferire una meta piuttosto che un’altra.

1. Inflazione, incertezza e parsimonia accentuano l’amore per il mare vicino. Le risposte ottenute sono simili a quelle ricevute una ventina di anni orsono durante i sondaggi del 1992 e 1993. Allora 40 milioni di italiani scelsero le coste italiane anziché i laghi, la montagna, le terme o le città d’arte e cultura europee. E allora non fu solo una questione di soldi.
2. Italiani sfiancati dalle cattive notizie. Non hanno voglia di esplorare e puntano alle vacanze più vicine, più semplici, più ricche di valori tradizionali e senza brividi. A fornire brividi bastano i telegiornali.
3. Non c’è voglia di cambiare, sperimentare, innovare e scoprire, quindi nessuna destinazione deve aspettarsi un boom di nuovi arrivi e di nuove presenze.
4. Diminuisce il volume e la frequenza dei viaggi d’affari e, parallelamente, del turismo congressuale.
5. Si contrae il numero di coloro che facevano due vacanze e frequenti week end. La vacanza principale ha una distribuzione mensile che rispetto al 2011 cambia visibilmente solo nei mesi di luglio e agosto.
6. I campeggi, i centri vacanze all’aria aperta e gli agriturismi superano la congiuntura meglio degli alberghi e delle strutture ricettive inserite in aree turistiche antropizzate.
7. Continuerà la contrazione delle presenze “turistiche” in aree termali, montane e città d’arte. Arte e religione potrebbero trovare audience positiva nei ponti di maggio.
8. Le spese relative al vivere quotidiano (alimentazione, mutui, trasporti, scuola, asili…) secondo gli intervistati vengono giudicate più necessarie e/o prioritarie rispetto a quelle che servono per andare al mare e fare vacanze (questa domanda non era presente nel sondaggio 2011, quindi non possiamo effettuare comparazioni).
9. Le indagini di Federconsumatori dicono però che, in ordine d'importanza, abbigliamento intrattenimento sport spese straordinarie per compleanni, eventi religiosi e celebrazioni, arretrano mentre avanzano quelle per ferie e vacanze.

Il campione di italiani interpellato nel mese di marzo 2012 (l'indagine è terminata il 5 aprile) sancisce:
a. un ritardo delle decisioni
b. incertezza sulle date della vacanza
c. un rallentamento delle prenotazioni.
Sono le condizioni tipiche di mercato che suggeriscono che:
1° ci sono ancora margini di cambiamento
2° le scelte della domanda possono essere modificate in base alle caratteristiche dell'offerta
3° almeno 1/3 delle decisioni dipende da quello che proporrà l'offerta.

Sapendo che milioni di italiani alle vacanze non rinunciano e che non hanno ben chiaro in mente ciò che vogliono, un certo numero di prenotazioni dipenderà quindi dalle offerte delle destinazioni, dalle risposte telefoniche e web degli operatori, dal modo di fare e dall’abilità di chi gestisce l’offerta. Come si vedrà a breve (tavola sulle motivazioni di scelta della destinazione), anche se la rete viene ampiamente utilizzata per entrare in contatto con l'esercizio ricettivo, chiedere informazioni, comunicare, inviare messaggi e e-mail, Internet influenza le scelte solo di una piccola quota del mercato turistico nazionale (meno del 10 percento).

Ovviamente la modalità di scelta della località di vacanza è importantissima e quindi diventa interessante valutare quello che accade a distanza di 10 anni. Possiamo apprezzare che nel 2002 la stragrande maggioranza degli italiani affermava di scegliere dove andare in piena autonomia; decideva consultando un po’ di tutto, internet, guide, libri, pubblicazioni, documentari e film. Il circuito amicale valeva il 43,5 percento. Andando in profondità con le domande, nel 2012 si scopre che il 77 percento sceglie in base ai consigli di amici e parenti, e il 22,6 per interesse personale o per abitudine. Conviene annotare che nel 2002 il peso di Internet era marginale, mentre ora il 21,4 degli intervistati ammette di usarla come strumento di scelta per prenotare, comunicare e inviare messaggi. La quota di italiani che consulta i cataloghi delle agenzie prima di decidere è ridotta al minimo (4,3 percento).

Ecco ora la tavola sulle motivazioni di scelta della destinazione (erano possibili due risposte) confrontata coi dati dell’indagine 2002 e le relative differenze in più e in meno:

- Consigli di amici e conoscenti: 43,5% (2002) 67,0% (2012) diff. +23,5
- Interessi personali, abitudine: 28,9% - 22,6% diff. -6,3
- Libri, guide, riviste, film, documentari, tv e giornali: 19,6% - 12,7% diff. -6,9
- Agenzie di viaggio e cataloghi T.O.: 10,3% - 4,3% diff. -6,0
- Internet: 6,9% - 21,4% diff. +14,5.

Per quanto riguarda le modalità di organizzazione della vacanza, cresce ovviamente l’utilizzo di Internet e delle Online Travel Agency (OTA). Di conseguenza lievita il numero di coloro che affermano di organizzarsi le vacanze da soli, senza alcun intermediario (anche se le Online Travel Agency sono a tutti gli effetti degli intermediari).

Nella prossima puntata, i “viaggi all’estero”.


 Dossier Trademark Italia

 

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