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03/05/2012

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TASTIAMO IL POLSO AI VACANZIERI: IN ITALIA È BELLO (2)

Clicca per Ingrandire Sì, viaggiare in Italia!

A dispetto dei segnali di recessione, gli italiani continuano a viaggiare, ma lo fanno con meno entusiasmo, meno frequentemente, spendendo più consapevolmente. Gusti, costumi e atteggiamenti risultano asimmetrici anche all'interno della medesima generazione. Le scelte di consumo risultano sempre meno omologabili. In questi mesi l'Italia sta somatizzando le riforme, cerca di digerire le nuove tasse e mal sopporta il fosco orizzonte che i media presentano. La maggior parte degli italiani al momento del sondaggio era pessimista e sfiduciata; solo un piccolo numero si aspetta eventi positivi. C'è un'Italia matura che vede allontanarsi l’età della pensione, ci sono 15 milioni di giovani e meno giovani che per la prima volta si sentono dire che il posto fisso non esiste più, e lo sentono da professori e boiardi di Stato che il posto fisso ce l'hanno e in più sono milionari.

Malessere garantito… anche perché le certezze di un Paese che aveva risparmiato e messo in banca somme equivalenti a due bilanci dello Stato stanno riducendosi e al loro posto si insinuano sospetti, invidie, paure, minacce. E' la prima volta che l'Italia si scopre ammalata cronica, piena di evasori, di ladri e di furbetti che continuano a spassarsela evadendo, eludendo e trascinando il fisco a fare drastiche pulizie. La paura di una drastica “pulizia” è altissima tra chi è più ligio alle regole, tra chi non evade, non elude e non pasticcia. Fare vacanze in certe località è diventato un rischio, guidare un'auto di lusso non conviene, bere champagne è quasi disonesto.

Il campione intervistato comprende gli attenti custodi dei propri risparmi, i turisti caparbi che per quanto vada male non possono rinunciare alle loro abitudini, anche quel 17 percento che andava in vacanza all’estero e ora ha cambiato idea. Dalle risposte emerge che almeno la metà di questi connazionali riempirà per qualche settimana i letti italiani disponibili, dagli alberghi alle villette, dai condomini turistici ai campeggi. Questa indagine fotografa gli italiani perplessi e impauriti, ma anche attenti a custodire le migliori abitudini e i privilegi conquistati in mezzo secolo di sviluppo e debito pubblico crescente. Per il turismo italiano non sarà un’ecatombe, ma un anno di flessione a macchie e di “alti e bassi” preoccupanti.

Turisticamente l'Italia resta una nazione vecchia, conservatrice: la metà degli italiani non ama volare, almeno due terzi della popolazione residente in Italia preferisce viaggiare in automobile; la stragrande maggioranza non parla lingue straniere, così quasi il 90 percento degli italiani è costretto a restare in Italia, al massimo può andare in crociera o verso destinazioni dove chi organizza e si occupa del servizio assicura un interprete o personale che parla italiano. Perfino Alto Adige, Croazia e Slovenia risultano poco simpatiche; basta una segnaletica in tedesco o slavo per mettere a disagio il turista italiano.

Come spiega il sondaggio, diminuiscono le partenze per l'estero, si accorciano le distanze, si guarda al mare, all'acqua e alla montagna vicina. Le interviste rendono altamente prevedibile che gli italiani, la maggioranza degli italiani, si diriga sulla medesima località di vacanza del 2011. Il 2012 non sarà un anno di vacanze brillanti, itineranti e sofisticate, sarà piuttosto austero; la vacanza balneare e stanziale prevarrà. Anche se i prezzi delle crociere sono simili a quelli che si offrono negli alberghi della Riviera romagnola e marchigiana, la quota di italiani in navigazione sul Mare Mediterraneo non crescerà. Potrebbe però crescere in agosto.

Cambiano i numeri della vacanza mediterranea, rispetto al 2011 aumentano quelli delle isole Baleari e greche, cresce di qualche punto la Tunisia (disertata nel 2011), ma non il Mar Rosso. Complessivamente - stando al sondaggio - l'insieme del Mare Mediterraneo nel 2012 perderà punti, così come li perderanno le coste e le spiagge italiane famose, affollate, intensive. Perderanno qualche punto anche quelle in apparenza economiche e popolari, anche se la loro "tenuta quantitativa" sembra fuori discussione perché offrono quello che gli italiani desiderano: mangiare italiano, parlare italiano, viaggiare italiano.

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