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12/02/2012

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DUE FIGURE DA NON DIMENTICARE

Clicca per Ingrandire In questi giorni di copiose nevicate, quasi in silenzio, sono venute a mancare due figure che, per motivi differenti, si sono contraddistinte per la Città di San Marco in Lamis: Lina Nardella, sorella del compianto don Matteo, e Antonio Sante Mingirulli, noto a tutti come zì Antonio. A poche ore dal 36° anniversario della prematura scomparsa di don Matteo Nardella (foto del titolo; ndr), è venuta a mancare anche l’ultima sorella del predetto sacerdote che con lui ha sostenuto e condiviso l’edificazione del nuovo tempio e degli annessi locali. Le figure di Lina, Paola, Eugenia e Anninna hanno fatto da corona a quella ancora più cara e carismatica di don Matteo.

“Ricordo - afferma il sindaco Angelo Cera - la premura di queste quattro donne nel sostenere il fratello sacerdote, ma soprattutto nel sostenere economicamente la fabbrica della costruenda nuova chiesa di San Bernardino: un esempio fulgido di amore disinteressato per questa nostra Città e per Dio. Ricordo il loro negozio di stoffe, ('lu fùnneche' come si chiamava in dialetto sammarchese), anch’esso tenuto in essere solo per sostenere economicamente le attività di don Matteo e le vocazioni sacerdotali.

“Altra peculiarità delle sorelle di don Matteo - prosegue - è stata la profonda carità verso le numerose famiglie bisognose che, fra gli anni Sessanta e Settanta, vivevano con dignità il proprio disagio economico. La loro è stata una carità discreta, riservata e rispettosa: non hanno mai gridato ai quattro venti le opere di bene compiute ma hanno sempre servito e amato nel massimo riserbo. Le figure di don Matteo e delle sorelle, profondamente radicate nella coscienza dei sammarchesi, devono insegnare a tutti noi che esiste una Città operosa, una Città che non vive solo per se stessa ma che si offre incessantemente per il bene delle generazioni future e della collettività.

“Pertanto - aggiunge, - addito a me stesso e a quanti credono nei valori intramontabili del 'bene comune' e della 'solidarietà' le figure di don Matteo e delle sorelle perché sul loro esempio anche noi possiamo ben operare per questa nostra Città. A quanto appena detto voglio aggiungere alcune parole su zì Antonio, parole non di circostanza, ma che scaturiscono dal profondo del mio cuore e mi rievocano ricordi pieni di affetto e di profonda commozione.

“Di Antonio - spiega - ricordo molti aneddoti legati principalmente al suo carattere gioviale che si manifestava dietro quel suo apparire a prima vista quasi burbero. Ma Antonio è conosciuto ai più soprattutto per la sua passione per le biciclette, per quella sua pazienza certosina che lo ha portato ad aggiustare le biciclette di intere generazioni di sammarchesi, per quella sua voglia di essere sempre attento alle esigenze dei giovani e di quanti a lui ricorrevano per ogni necessità.

“Con la scomparsa di Lina e di Antonio - conclude - si chiude una pagina bella e dignitosa della nostra Città e mi auguro che i loro esempi non cadano nel dimenticatoio ma siano di sprone alle nuove generazioni.”

 Ufficio del sindaco di San Marco in Lamis

 

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