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01/12/2011

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NATALE ALLE PORTE: TEMPO DI TRUFFATORI

Clicca per Ingrandire Tempo di Avvento e atmosfera di Natale nell’aria. S’innalza il livello generale della solidarietà e ci si sente tutti un po’ più buoni. Non tutti però siamo animati dalle medesime buone intenzioni. Perché sotto il segno della carità e delle donazioni liberali spesso si nasconde un mondo di “furbacchioni” e senza scrupoli che inevitabilmente ci devono portare ad aumentare i livelli d’attenzione verso organizzazioni e soggetti che raccolgono fondi, perché non sempre il denaro donato raggiunge i soggetti cui apparentemente doveva essere destinato.

Pur ritenendo indispensabile il lavoro quotidiano che svolgono migliaia di associazioni e persone oneste per la tutela dei più disparati diritti e il sostegno di fasce sempre più importanti della cittadinanza, se non si tratta di una vera e propria jungla quella delle organizzazioni no-profit ed enti benefici che si occupano della raccolta fondi, poco ci manca.

Per i consumatori, infatti, è notevole la difficoltà di individuare fra i soggetti che si occupano effettivamente di destinare le risorse raccolte per gli scopi dichiarati - salvo detrarre una minima quota necessaria per le spese organizzative - e quelle che invece nascono come funghi nei periodi clou dell’anno, tipo quello prenatalizio, e vivono il tempo necessario per riempire le tasche di qualche malintenzionato o peggio ancora quelle che della raccolta fondi fanno la loro ragion d’essere quale fonte di reddito permanente.

Per chi scrive è chiaro che la libertà di associazione garantita dalla nostra Costituzione deve contemperarsi con la necessità di trasparenza in un settore delicato come questo, dove chiunque può costituire un’associazione o un comitato senza registrarlo. Quindi, prima di effettuare una donazione è bene che ci s’informi in merito all’affidabilità dell’ente che la sta proponendo, se sia registrato o meno, che abbia un suo bilancio, che garantisca la tracciabilità delle donazioni rilasciando un’apposita ricevuta numerata. In Germania, per esempio, maggiori garanzie in merito sono date dalla presenza o meno del sigillo dell'Istituto centrale tedesco per le questioni sociali. Forse è bene che si pensi di fare qualcosa di analogo anche in Italia.
Giovanni D’Agata*


*Componente Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di IdV e fondatore “Sportello dei Diritti”

 Comunicato stampa

 

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