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25/11/2011

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TUTTO IL MONDO È PAESE

Clicca per Ingrandire Non ci dovrebbe essere bisogno di scomodare Ugo Foscolo per condividere che è dalla cura del luogo in cui si seppelliscono i defunti che si giudica il grado di civiltà di una comunità. Purtroppo a Lecce, negli ultimi anni, c’é la pessima abitudine di curare il cimitero soltanto nel mese in cui si commemorano i morti, salvo poi lasciare il luogo all’incuria e all’abbandono per i restanti giorni dell’anno. Ecco perché ogni cittadino che voglia recarsi a salutare i propri cari scomparsi deve prendere atto che il cimitero è trascurato, soprattutto con il susseguirsi delle piogge stagionali: i solchi comunali sono privi di recinzione, le pozzanghere si estendono, a mo’ di cratere, con il diametro di quasi cinque metri.

Per non parlare poi del Cimitero Monumentale in cui non solo le pulizie si fanno una volta l’anno, ma le tombe antichissime si ergono nel degrado, sia fisiologico dovuto al tempo che passa, sia a causa della mancanza di manutenzione, laddove le erbe spontanee, non estirpate, sollevano e rompono i basamenti. Nel cimitero nuovissimo poi non esiste alcuna segnaletica per indicare le strade per cui le persone hanno difficoltà a orientarsi e trovare le proprie edicole funerarie. Stesso discorso vale per i campi di inumazione, dove anche lì è del tutto assente la segnaletica per indicare le varie sezioni.

Sulla tomba monumentale, che un tempo apparteneva alla nobile Famiglia Carilli e da circa un anno è intestata a don Mario Donadei, ex padre spirituale delle Alcantarine, esiste una statua in cemento e pietra leccese alta più di sei metri e raffigurante un angelo con una donna piangente che si intravede appena data la sua posizione: non sarebbe il caso di posizionare questa bella scultura all’ingresso del cimitero, sul viale grande, perché posss essere ammirata da tutti i cittadini?

Qualche anno fa fu anche avanzata l’idea di utilizzare proprio quella tomba monumentale come pantheon per i sindaci di Lecce quale tributo ai primi cittadini che con la loro opera amministrativa hanno dato lustro alla comunità e dei quali la comunità stessa vuole conservare il ricordo. Perché sembra essere naufragata tale ipotesi? Non sarebbe il caso che l’Amministrazione Comunale porti a termine tutte quelle iniziative finalizzate a dare decoro al nostro cimitero? Anche da questo si giudica la cultura di un territorio e non si può ridurre tutto alla spettacolarizzazione di un mese, quello di novembre, quando invece l’alto valore del luogo meriterebbe ben altra cura, ordine e pulizia, caratteristiche che non attengono alla forma ma alla considerazione che la collettività nutre nei confronti di chi non c’è più.

Maria Rosaria Ferilli

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