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18/11/2011

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GINO LISA: CIGNO O BRUTTO ANATROCCOLO?

Clicca per Ingrandire Andrea Casto, ingegnere 28enne che lavora a Milano dopo aver vissuto molti anni a Foggia, è il presidente dell’associazione “Mondo Gino Lisa” che sul suo sito www.ginolisa.it propone da maggio 2009 una serie di disamine tecniche, e non, sulla situazione dello scalo aeroportuale e sulle sue possibili migliorie. La community è un importante punto di riferimento per la manifestazione promossa dalla Rete delle Associazioni per domani 19. All’ingegner Casto abbiamo chiesto lumi sull’attuale situazione dello scalo e sui benefici che verrebbero dall’allungamento della pista.

- Ingegnere, il brutto anatroccolo del Gino Lisa diventerebbe un cigno se si allungasse la pista?

No, è una condizione necessaria ma non sufficiente. Portare la pista a una lunghezza accettabile per gli A319, aerei da 156 posti, rappresenta un decisivo salto di qualità per il nostro scalo. Ma se questa nuova pista entrasse in funzione dopo due anni di sospensione dell’attività volativa sarebbe molto duro risalire la china. Per questo crediamo che i buoni risultati ottenuti dalla Darwin vadano difesi, consolidati e potenziati.

- Con Air Vallèe lo si può fare?

La questione non è di compagnie, ma di velivoli. I Dornier che utilizza la compagnia valdostana, con la loro ridottissima capienza, servono a poco, perché sono costretti a operare fuori mercato o praticando tariffe proibitive. Chiunque può capire che più passeggeri è in grado di portare un aereo, più competitive sono le tariffe a cui può farli viaggiare. Quindi, fermo restando che qualunque compagnia è benvenuta, riteniamo che i Saab 2000 della Darwin, coi loro cinquanta posti rappresentino la soglia minima di velivoli utilizzabili. E si può fare di meglio fin da ora.

- Cioè?

Si può rimuovere la penalizzazione di centocinquanta metri dell’attuale pista, causati dal comignolo abusivo di una falegnameria ubicata oltre la tangenziale. Un abuso che il titolare ha compiuto in buona fede, che ci ha detto in via informale di essere disponibile a risolvere. Ma se nessuno glielo ha mai chiesto… E pensi che già questo intervento minimale consentirebbe sicuramente l’atterraggio dei nuovi Embraer 170, ma con molta probabilità anche i modelli 190, che portano rispettivamente settanta e novanta passeggeri, velivoli appena acquistati anche da Alitalia. Pensi che oltretutto la legge 58/1963 consentirebbe persino di togliere tutte le penalizzazioni senza corrispondere un centesimo di risarcimento, basterebbe solo applicarla, basterebbe solo volerlo.

- Mentre con la pista allungata…

… atterrebbero e decollerebbero senza alcun problema gli A319, ma potrebbero farlo anche gli A320 (come a Firenze e Lampedusa), che sono ancora più capienti. Nel caso di problemi tecnici si può operare con qualche eventuale piccola precauzione, peraltro abituale nel traffico aereo, come non partire coi serbatoi completamente pieni o con tutti i posti occupati.

- Abituale?

Sì, abituale. E non deve in nessun modo essere visto come un handicap. Ci sono diverse compagnie, spesso charteristiche e low cost, che utilizzano questi espedienti per atterrare in aeroporti con piste più corte o più svantaggiati a causa della conformazione del territorio circostante, oppure per guadagnare priorità nell’atterraggio. Insomma, necessità che alcune volte si trasformano in trucchetti tecnici.

- Ma a Foggia Ryanair non arriverà mai?

Ryanair utilizza Boeing 737-800, che richiedono in aggiunta l’ausilio di un sistema ILS, una serie di sensori che consentono l’atterraggio e il decollo strumentale anche in condizioni di visibilità zero e permettono di sfruttare l’intera lunghezza della pista, sin dal primo metro. Un impianto del genere lo hanno quasi tutti gli aeroporti e non sarebbe un grosso problema averlo anche a Foggia perché, oltretutto, verrebbe realizzato dall’Enav, non a spese di Aeroporti di Puglia.

- E perché non si fa?

È una delle molte domande che la situazione desta. La mia risposta è: forse per pigrizia mentale, per miopia e per poca lungimiranza dell’attuale management di Aeroporti di Puglia.

- Ritiene che l’ingegner Di Paola sia un incompetente?

Lungi da me giudicare la professionalità di altri, ma non condivido assolutamente la sua strana idea del trasporto aereo, sulla scorta della quale la Puglia dovrebbe avere solo l’aeroporto di Bari.

- Secondo lei, invece?

Secondo me la Puglia è una regione di cui si sottovalutano le dimensioni: lo sa che se il promontorio del Gargano fosse messo in verticale sopra il Fortore, la Puglia avrebbe una lunghezza simile alla distanza che c’è fra Ventimiglia e Venezia, che conta 14 aeroporti? Una regione così ha bisogno di un sistema aeroportuale integrato, che può avere in Brindisi, Bari e Foggia i suoi tre poli, seguendo il modello spagnolo e facendo invidia a molti, e guarda anche alle regioni limitrofe. Sa qual è la mia rabbia?

- Quale?

Che si butta a mare la fortuna: il nostro aeroporto gode di condizioni climatiche e di ventilazione ottimali. Sa che sulla pista attuale (e questo è un motivo per non seguire la cosiddetta ipotesi ortogonale) i venti sono stabilmente frontali, cioè nella condizione più favorevole all’atterraggio e al decollo? Sa che, a differenza di scali come quello di Firenze, non abbiamo sulle nostre traiettorie di decollo e di atterraggio ostacoli di sorta, né naturali né artificiali? Eppure si continua a parlare di aeroporto dimezzato o, come ha fatto lei, di brutto anatroccolo. La verità è che il Gino Lisa è uno scalo di prim’ordine, che può fare un gran bene all’economia di questo territorio.

- Non lo fa perché Bari non vuole competizione?

Penso che questa possa essere un’idea stravagante di Aeroporti di Puglia o della Regione. I fatti dicono che non è così: il boom di passeggeri che Foggia ha avuto con la Darwin coincide con la contemporanea esplosione di Brindisi e col numero di passeggeri più alto che Bari-Palese abbia mai fatto viaggiare. Il sistema Puglia cresce tutto insieme e lo farebbe ancora di più se il Lisa avesse le centinaia di migliaia o il milione di passeggeri che sono alla sua portata. Tutto se si seguisse proprio l’esempio della Spagna.

- Il problema è solo di Aeroporti di Puglia o il territorio ha le sue responsabilità?

Non vorrei addentrarmi in analisi e recriminazioni di natura politica. Noi di Mondo Gino Lisa preferiamo parlare di dati certi e analisi oggettive. A differenza di altri, noi lo facciamo con documenti alla mano e confrontabili da tutti. È un fatto però che non è bello che il nostro sia l’unico aeroporto della regione che mette, ad esempio, a carico di Aeroporti di Puglia il servizio antincendio.

- In conclusione, cosa fare?

Intanto partecipare numerosi alla manifestazione di sabato 19, perché se la comunità foggiana non dimostra di tenere all’aeroporto, non saranno certo gli altri a difenderlo. E poi stare attenti a nuove avventure che potrebbero avere esiti fallimentari già noti ed evidenti in partenza. Intervenire sui miglioramenti possibili nell’immediato e rendere il più possibile celere l’allungamento della pista, vigilando sul suo iter e mantenendo la maggiore attività volativa possibile. Possibilmente spingere Aeroporti di Puglia e gli altri Enti inerenti affinché lavorino efficacemente per il Gino Lisa, senza bizzarrie o litanie, sapendo che, a differenza del passato, c’è e ci sarà qualcuno altrettanto competente che li osserva costantemente.



 Il Mattino di Foggia (18.11.2011)

 

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