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05/10/2011

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DROGA A PALAZZO?

Clicca per Ingrandire Lettera aperta del primo cittadino salentino Paolo Perrone alla senatrice Adriana Poli Bortone, già sindaco di Lecce, che aveva avanzato l’ipotesi dell’uso di stupefacenti fra gli amministratori comunali ed esibisce gli esiti del suo esame tricologico (vedi in PERIODICI di Città Gargano). Di seguito il testo.


“Sono il sindaco di questa città e per questo sono impegnato ogni giorno a risolvere i problemi dei miei cittadini. Sembra paradossale, invece, che il dibattito politico sia incentrato esclusivamente sulle polemiche legate alla presunta assunzione di cocaina da parte di amministratori comunali, come se d’improvviso, quasi per magia, i problemi della città si fossero evaporati, dissolti con una bacchetta magica degna del miglior Harry Potter. Purtroppo, ahimé, non è così. I problemi ci sono. E non sono pochi. E’ sufficiente dare un’occhiata alle pesanti, in tutti i sensi, eredità lasciate dal passato. Fardelli che pesano come macigni ma che grazie all’impegno di questa Amministrazione stiamo cercando di rendere più “leggeri” per evitare che ricadano sulle tasche dei cittadini.

“E’ il caso, per esempio, della vicenda giudiziaria di via Brenta per la quale stiamo definendo in questi giorni il nuovo contratto e sulla quale aspettiamo ora risposte dai magistrati sulle ipotesi di truffa e corruzione a danno dei cittadini leccesi. O anche per l’aggrovigliata questione del filobus cittadino pronto a tagliare il traguardo a fine mese. Vicende che conosce bene (e di cui parla poco, però) Adriana Poli Bortone per aver ricoperto il ruolo di sindaco nella precedente Amministrazione. Vicende che tende a sottrarre all’opinione pubblica innescando cortine fumogene come questa legata alle polemiche sui test anti-droga.

“La senatrice può dormire sonni tranquilli. Ho già provveduto a fare quello che aveva chiesto. E ora, per evitare illazioni, alimentare dubbi e sospetti su chicchessia e sgomberare il campo da equivoci e strumentalizzazioni di sorta, invito tutti - esponenti di maggioranza e opposizione - a sottoporsi non soltanto al test delle urine ma pure a quello tricologico (cioè sul capello). Il messaggio va soprattutto a coloro i quali sono stati pronti a indossare la pelle dello sciacallo in questa delicata questione (e l’uso o abuso di tinture per i capelli, in ogni caso, non deve rappresentare un alibi per non sottoporsi al test tricologico).

“Immagino che la senatrice, sempre attenta a vicende di grande interesse per la comunità, intenda allargare la sua battaglia sui test anti-droga obbligatori per i politici, anche a livello nazionale, estendendola a tutti i parlamentari, a partire da quelli che rappresentano i meridionali. Detto questo, per me la questione è chiusa. Preferisco tornare ad affrontare i problemi della città.”

Paolo Perrone

 Ufficio Stampa Comune di Lecce

 

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