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08/06/2008

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Ateneo dauno: “E" la governance la vera sfida del futuro”

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Maurizio Ricci, ex-preside della Facoltà di Giurisprudenza, é l'unico tra i cinque candidati ad aver già concorso alla carica di Rettore. Tre anni fa infatti fu l'unico sfidante di Antonio Muscio e vide incredibilmente sfumare la sua elezione per una manciata di voti. Nato ad Ancona il 5 gennaio del 1952, docente di diritto del lavoro, é anche il piú politico dei 5 eleggendi, avendo ufficialmente aderito pochi mesi or sono al Partito Democratico e avendo anche presieduto il comitato pro-Veltroni per le primarie.

ANDRETTA - Come giudica, professor Ricci, questa tornata elettorale universitaria, positiva o negativa rispetto alla precedente?

RICCI - Mi sembra ci sia stato un bel dibattito, probabilmente favorito anche dal numero dei candidati. Tutti hanno avuto modo di avanzare le proprie proposte e i propri progetti, quindi il mio giudizio é senza dubbio positivo. Le differenze con la precendente consultazione sono difficili da esaminare proprio per la diversità con queste ultime.

A. - Cosa si aspetta dopo l'elezione del nuovo Rettore, a prescindere dal risultato?

R. - Mi aspetto una ripresa del lavoro quotidiano costruttiva, una volta si sarebbe detto unitaria, degna di una comunità interessata al proprio sviluppo, un elemento che dal mio punto di vista é imprescindibile.

A. - Dipendesse esclusivamente da lei, da dove comincerebbe a lavorare il giorno dopo la sua elezione a Rettore dell'Ateneo foggiano?

R. - Il primo punto su cui concentrare l'attenzione é l'edilizia, un progetto complessivo che coinvolga tutte le strutture accademiche, un punto sul quale tutti i candidati, credo, concordano. Poi c'é un grande problema relativo alla ricerca: al netto delle polemiche che attraversano tutte le università italiane da qualche anno, penso che Foggia possa fare di piú per stimolare la crescita del settore ricerca. Io, se saró eletto, punteró senza indugi sulla ricerca di qualità, sulle eccellenze che nella provincia non mancano, con l'obiettivo di alzare il livello dei risultati.

A. - Nel suo programma é dedicato un capitolo intero al problema della "governance": perchè é cosí importante?

R. - Perché é sul terreno di una corretta direzione dell'Università che, a mio avviso, si gioca la partita piú importante, quella del futuro. Sono convinto che una "governance" e una amministrazione decisa, illuminata e specializzata sia l'unica possibilità che abbiamo per consolidare il nostro rapporto col territorio e piú in generale di svilluppare ulteriormente il nostro Ateneo. Consideri anche che amministrare bene significa anche abbattere quegli steccati che storicamente dividono i docenti dagli studenti, senza mai dimenticare che, in fin dei conti, siamo tutti qui per loro, per concorrere a un'alta qualificazione e formazione universitaria e professionale dei nostri giovani. Magari ricordandoci che é nostro compito formare anche il carattere, avere attenzione cioé alla persona. Con un lavoro cosí capillare in breve tempo sarebbe possibile pensare di 'trasferire' questo know-how, questo bagaglio di conoscenza, su tutto il territorio, concorrendo in maniera decisiva al suo sviluppo.

Aurelio Andretta

 Foggia&Foggia

 

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