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14/09/2011

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“ASCOLTAVAMO IL BUIO E VEDEVAMO IL SILENZIO”

Clicca per Ingrandire Si è svolta la mattina del 13 scorso, nel chiostro di Palazzo San Domenico di Manfredonia, la conferenza stampa di presentazione del grande concerto (gratuito e senza posti a sedere) “Il bene mio”, evento dedicato a Matteo Salvatore e organizzato dal locale Comune e dalla Promo Music, coorganizzato da Parco Nazionale del Gargano, Provincia di Foggia, Camera di Commercio di Foggia, Gal DaunOfantino, Gal Piana del Tavoliere, Gal Gargano, sostenuto da Promo Daunia e Banca del Monte di Foggia, realizzato in Puglia col sostegno di Puglia Sounds e la collaborazione del Premio Matteo Salvatore, che si terrà stasera, mercoledì 14 settembre, in Piazza Giovanni XXIII a Manfredonia.

Ricco e qualificato il consesso dei convenuti che spazia da Angelo Riccardi (sindaco di Manfredonia) a Stefano Pecorella (commissario Parco Nazionale del Gargano), passando per Lucio Dalla (cantante e produttore), Marco Alemanno (attore e cantante), H.E.R. (musicista), Angelo Cavallo (presidente Premio Matteo Salvatore), sino a Marcello Corvino (produttore di Promo Music-Corvino Meda Editore) e Cosimo Damiano Damato (regista).

Da buon padrone di casa è il sindaco Riccardi a prendere la parola per primo, sottolineando come “questa manifestazione è stata fortemente voluta dall'Amministrazione cittadina con la collaborazione fondamentale - in maggior specie in un momento così difficile che avrebbe precluso la realizzazione pratica di una simile aspirazione - del commissario Stefano Pecorella in rappresentanza dell'Ente da lui presieduto”. La vicinanza fisica con Lucio Dalla, seduto alla sua destra, è spunto per ricordare che “Lucio manca da Manfredonia da ben quattordici anni e questa è stata l'occasione propizia per ricondurlo alle proprie origini e, magari, fargli pagare simbolicamente pegno strappandogli la promessa di concludere la serata di domani con qualcuno dei pezzi che lo hanno reso l'artista noto a tutte le latitudini quale è, e magari per vederlo tornare presto per dedicarci un'intera serata.

“Manfredonia - ha continuato - è orgogliosa di lui e noi tutti, sipontini, lo seguiamo sempre con attenzione particolare, quella stessa che si dedica spontaneamente a chi si ritiene proprio conterraneo”. Il primo cittadino, prima di concludere, ha ricordato che “Matteo Salvatore è una persona che va amata nella sua genuinità, apprezzata per la lotta perenne che ha condotto nei confronti dei poteri precostituiti, e merita apprezzamento per quello che è riuscito a realizzare per la propria terra”.

Stefano Pecorella, confidando che “i costi maggiori di un simile evento, gratuito per chiunque non vorrà perdere l'occasione di assistervi, sono sostenuti dall'Amministrazione Comunale e dal Parco Nazionale del Gargano”, definisce Dalla “cittadino onorario della nostra terra al pari di Matteo Salvatore” e proprio la storia di quest'ultimo, “e del territorio cui appartiene e che così degnamente rappresenta, riveste un carattere e un valore assoluti”. Affascinante e perfettamente calzante la citazione finale di Italo Calvino al riguardo di Matteo Salvatore: “Le parole di Matteo Salvatore noi le dobbiamo ancora inventare”.

Marcello Corvino ha illustrato che “il progetto incentrato su Matteo Salvatore si sviluppa in tre fasi: una prima col concerto che si svolgerà domani sera (stasera per chi legge; ndr) e rappresenterà la colonna sonora del lungometraggio che si sta realizzando; una seconda, rappresentata dall'esperienza teatrale che vedrà protagonisti Marco Alemanno, come attore, ed H.E.R., per ciò che concerne la cura degli arrangiamenti musicali; una terza e ultima, rappresentata dal film del regista Cosimo Damiano Damato". Il produttore foggiano ringrazia il sindaco Riccardi, “autentico capofila di un progetto che è da ritenersi una vera e propria operazione culturale. Da un po’ di tempo a questa via spira infatti un'aria venefica di anti-meridionalismo, cavalcata ad arte da strani ominidi verdi (saranno mica marziani?) cui noi rispondiamo nella maniera più efficace e cioè con la forza della cultura e la bellezza, unica, del nostro territorio”.

L'atteso e istrionico Lucio Dalla riscuote subito consensi quando esordisce affermando “le mie radici e la mia cultura appartengono a questa terra. E' vero che sono nato a Bologna ma non mi sono mai sentito emiliano quanto piuttosto manfredoniano, non fosse altro per la mia infanzia trascorsa qui con mia madre, nel periodo compreso fra i sei e i quindici anni. Ci sono tornato spesso, successivamente, da queste parti e fu proprio in una sera di anni fa che, in macchina nella piana di Macchia, con le luci spente e il buio che mi circondava mi sentii orgoglioso di provare emozioni come quelle che pervadevano Matteo Salvatore. In quei momenti, in compagnia di amici, ascoltavamo il buio e vedevamo il silenzio”.

Racconta che “mi sono esibito in concerto con Matteo Salvatore nei primi anni settanta e sono rimasto profondamente colpito dalla modernità e dal valore assoluto di un simile precursore, non solo nell'ambito musicale, dove non ha pari, ma anche nel contesto culturale in cui si è mosso e di cui è stato protagonista. Sono convinto che l'Italia si sviluppa da Roma in giù e l'anima del Sud impregna le canzoni di Matteo Salvatore, una autentica bandiera sociale, per il modo in cui ha condotto la propria esistenza, e un artista che ha conferito alla sua musica una forte funzione provocatoria di denuncia. La cultura garganica, e marinara, di questo territorio sono documentati dal linguaggio adoperato da Salvatore e il film che ne narrerà la vita non deve essere inteso come un tributo alla sua memoria, bensì come possibilità di fare tesoro degli insegnamenti che ci ha lasciato. Valori attuali e da recuperare in una società e in un mondo sempre più globalizzati”.

Marco Alemanno, che interpreterà Matteo Salvatore da giovane, confida di essersi “innamorato da subito del progetto che ho inteso come una vera e propria chiamata da parte dello spirito dell'artista pugliese” e Cosimo Damiano Damato, con indosso una t-shirt con la dicitura 'De Puglia madre', si addentra in una disamina precisa e ispirata quando dice “l'Italia è troppo spesso abile nel dimenticare e nel non saper riconoscere il valore fondamentale della cultura. E' stata, invece, proprio questa prerogativa a unire realtà peculiarmente differenti tra loro. Non è stato Garibaldi a fare l'Italia ma l'arte, in ogni sua forma ed espressione. Oggi è in atto un riscatto culturale del Sud, un nuovo risorgimento, e nella prosecuzione di un simile illuminato percorso non si può prescindere dal recuperare le personalità come quella di Matteo Salvatore”.

H.E.R., tanto affascinante quanto breve nel proprio intervento, compie un parallelismo niente affatto ardito fra “la Cappella della Maddalena, a poche decine di metri da noi, e Matteo Salvatore. Entrambi tesori di inestimabile valore che possediamo e vanno recuperati per poterne fruire appieno”. Erica Mou confessa, invece, candidamente “non conoscevo Matteo Salvatore sino a quando mi è stato proposto di interpretarne un brano. Ho compiuto svariate ricerche ma i risultati ottenuti, pochi, piuttosto che demoralizzarmi mi hanno sollecitata nell'approfondimento. Mi sono sentita sempre più coinvolta nella storia della sua vita e sono rimasta impressionata dalla sua ossessione per l'infanzia, fase della vita che, per certi versi, sembra non abbia mai superato. La mia speranza è una: che questo concerto e il progetto artistico, nella sua totalità, aprano gli occhi ai giovani come è successo a me”.

Angelo Cavallo, manager e intimo del cantastorie pugliese, regala nel finale qualche aneddoto che riguarda Matteo Salvatore. Emblematico il racconto che fa di un episodio risalente al 1994: “Una troupe francese volle girare un film-documentario su questo artista così unico. La proposta fu accettata con sufficiente entusiasmo ma Matteo era ingestibile e voleva essere padrone della situazione scegliendo finanche le locazioni dove effettuare le riprese. Fu così che ci ritrovammo a Punta Grugno, nel territorio di Mattinata, e una volta giunti sulla spiaggia, guardando il mare dinanzi a sé e le montagne alle sue spalle, affermò di sentirsi ricco quanto e più di 'Rocco Farlocco' (Rockfeller). Questo era Matteo Salvatore”.


  Ufficio Stampa e Comunicazione – Comune di Manfredonia

 

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