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06/08/2011

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AL CFF MUSICA CELTICA E TARANTA VENETA

Clicca per Ingrandire CARLOS NÚÑEZ - "Alborada do Brasil" = Carlos Núñez (foto del titolo; ndr) è conosciuto in tutto il mondo per il suo carisma e i suoi spettacoli travolgenti poiché, come spiega lui stesso, “in Galizia suoniamo musica celtica esattamente come gli Irlandesi, gli Scozzesi e i Bretoni, ma in più aggiungiamo la passione e il temperamento spagnoli, il nostro marchio di fabbrica”. Ma il suo arrivo al Carpino Folk Festival non può prescindere dal profondo legame con le sue origini culturali. La Galizia è una enclave celtica all’estremo nord della Penisola Iberica, in cui il rapporto col mare assume un ruolo fondamentale, che si riflette nella stessa musica tradizionale. Musica che attraverso le rotte marittime si contamina d’influenze da tutto il mondo, dall‘ Irlanda al Portogallo, dalla Bretagna al Nord Africa, fino a Cuba e all’Argentina.

Per Carlos il vero significato del suo progetto musicale è il viaggio sulle orme dei suoi predecessori che lasciarono la Galizia molti anni prima, per riscoprirle e restituire loro nuova vita nella musica folk galiziana. Núñez ha avuto il merito di consolidare una “fratellanza celtica” tramite collaborazioni con artisti quali The Chieftains, Alan Stivell, Altan, Dan Ar Braz, Donal Lunny, Sharon Shannon, Liam O’Flynn, Mike Scott dei Waterboys o Liam O’Maonlai degli Hothouse Flowers, tanto da guadagnarsi l’appellativo attribuitogli dal quotidiano spagnolo “El Pais” di “nuovo Re dei Celti”.

Ma non sono mancate collaborazioni con artisti più eterogenei, fra cui Jackson Browne o Ry Cooder, Montserrat Caballé o Jordi Savall, Roger Hodgson dei Supertramp, Noa, Dulce Pontes, Teresa Salgueiro dei Madredeus, il Coro Marocchino Sufi, chitarristi e cantanti di flamenco, una fanfara gitana dalla Romania e sempre rimanendo fedele alle sue origini Galiziane.


PATRIZIA LAQUIDARA - “Il Canto dell'Anguana” = Le ‘anguane’ sono descritte frequentemente come giovani donne, spesso molto attraenti e in grado di sedurre gli uomini, altre volte apparse come esseri per metà ragazze e metà rettile o pesce, in grado di lanciare forti grida (in Veneto esisteva, fino a poco tempo fa, il detto "Sigàr come n'anguana", gridare come un'anguana), in altre storie ancora come anziane magre e spettrali o figure notturne che si dileguano sempre prima che chi le incontra sia in grado di vederne il volto, vestite nelle leggende friulane quasi sempre di bianco, in altre tradizioni descritte come amanti di colori brillanti e accesi, il rosso e l'arancione (in rari casi appaiono con stracci logori di colore nero).

Partito a giugno da Vicenza approda al Carpino Folk Festival il live tour “Il Canto dell’Anguana” dove Patrizia Laquidara (foto 1 sotto) presenterà il suo ultimo progetto discografico uscito lo scorso gennaio e prodotto da Giancarlo Trenti per Slang Music. Patrizia per questo lavoro si è ispirata alla mitologica creatura femminile della tradizione popolare veneta, rinomata per la sua duplice natura terrestre e acquatica, ossia umana e animale, da cui derivano il suo potere di metamorfosi e i suoi ambigui ambivalenti poteri, benefici e allo stesso tempo terrificanti.

Il Canto dell'Anguana ha già raccolto il consenso unanime della critica che l’ha definito “uno splendido progetto di canzoni dialettali” (Jam), “un disco meraviglioso” (Beat Magazine), “un disco maturo e riuscito” (il Manifesto), “un gioco con il mito e con le forme del desiderio” (Il Giornale della Musica), “canzoni di straordinaria efficacia” (Mescalina), “magico, arcano, seducente e misterioso come un canto di sirene” (Corriere del Veneto), “album bellissimo, fascinoso nell’idea, nell’elaborazione e nell’interpretazione” (L’Arena), “ballate saporite, intessute di venti balcanici” (Internazionale), “capacità sbalorditiva di ammaliare e di stregare” (Raro), “arriva dritto al cuore dell’ascoltatore” (Attikmusic), “di una bellezza imbarazzante” (Fullsong)...

Uno spettacolo portato in tour dove le atmosfere magiche e rarefatte della ballata si alternano ai ritmi indiavolati e gioiosi della taranta e dei balli di paese, di suoni mediterranei dove gli strumenti acustici di violino e viola (Maria Vicentini), fisarmonica (Thomas Sinigaglia), chitarre e mandolino (Giancarlo Bianchetti), batteria (Nelide Bandello), percussioni (Luca Nardon) e basso (Davide Garattoni) si fondono con campionamenti e fiati dal sapore balcanico, elettronico. Suoni d’acqua e versi di pipistrelli incontrano rumori di catene e metalli, intervallati da brevi aneddoti di storie e leggende riguardarti l’Anguana, figura mitologica protagonista dell’album, recitate e suonate (Kaoss Pad e Helicon Voice) da Patrizia Laquidara.

Il palcoscenico si trasforma così in uno specchio d’acqua dove l’atmosfera densa e principalmente notturna crea paesaggi di luci e ombre che simulano le fasi lunari, in cui le manifestazioni atmosferiche s’imbattono, facendo splendere meravigliose eclissi. Il talento eccentrico della Laquidara fa spaziare questa giovane artista in tournèe da Brasile a Stati Uniti, da Giappone a Portogallo, da Marocco a Inghilterra, dal teatro alla produzione artistica di un disco di musica popolare, da collaborazioni prestigiose che spaziano dalla musica contemporanea, d’autore, jazz (Arto Lindsay,Ben Perowsky, Smokey Horlem, Tom Bartlett, Alfonso Santimone, Stefano Bollani, Rita Marcotulli, Mario Venuti, Andrea Chimenti…) alle colonne sonore (Paolo Buonvino) alla musica popolare (Ambrogio Sparagna, Elena Ledda, Mauro Palmas, Ben Mandelson, Nicola Parov, Guo Yue, Rodrigo Leao, Davide Van des Sfross, Stefano Valla, Sandra Kerr, Wu Fei…), alla scrittura di canzoni che l’hanno portata in breve tempo a farsi conoscere in Italia e anche all’estero come cantante, autrice, compositrice e anche produttrice.

Coi suoi due precedenti album, “Indirizzo Portoghese” prodotto da Pasquale Minieri (Rosso di sera-Virgin record) e “Funambola” prodotto da Arto Lindsay (Ponderosa music and art), conquista e entusiasma la critica musicale specializzata. Vince inoltre vari premi (ben tre premi Festival Premio città di Recanati 2002, Premio della critica Festival di Sanremo 2003, premio cantante di musica popolare IMAIE 2007. Premio Tenco nomina il suo album Funambola fra i cinque più belli del 2007, Noite luar, colonna sonora del Film Manuale d’amore è nominata al David di Donatello…) e si fa conoscere al pubblico grazie a un’intensa attività live, conquistando credibilità di stampa e critica e ottenendo un posto di rilievo nel panorama musicale italiano.

 Ufficio Stampa Associazione Culturale Carpino Folk Festival

 

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