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06/06/2008

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“IL CERVELLO E” UNA SFOGLIA DI CIPOLLA…

Clicca per Ingrandire “Il cervello è una sfoglia di cipolla” sentenziava un vecchio adagio oggi tornato di moda. Eppure non ci sembra solo questa la motivazione dell’omicidio avvenuto in mattinata nel capoluogo dauno.

Un curatore fallimentare (fra l’altro difensore civico del luogo), nell’espletamento delle proprie funzioni, deve adempiere stamane a un incarico facile facile: portarsi, accompagnato da un avvocato e un ufficiale giudiziario, in una abitazione della zona residenziale e notificare, scrivono le cronache, un atto di proroga-sfratto nei confronti dei due coniugi che occupano quella casa da oltre venticinque anni. Normale amministrazione, anche perché seguendo le notizie giornalistiche, si tratta di una proroga, non di uno sfratto esecutivo, una notizia che, deve ritenersi, gli affittuari si attendono. Qualcuno dice che la discussione - e perché la discussione? - sia degenerata: e perché degenera un incontro improntato su una notizia attesa?

A quel punto - e qua scatta la molla che non ti spieghi, che non concepisci, non accetti a dirla tutta - il signore va nell’altra camera, si arma, scansa gli altri due funzionari (che non si accorgono di nulla?) e… spara! Così, senza battere ciglio, senza pensarci sopra, senza… Spara! Spara con un’arma che detiene legalmente - fra l’altro è proprietario di un negozio di armi - e come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, quasi gli stesse offrendo un bicchier d’acqua, non la morte.

“Il cervello è una sfoglia di…” eppure non ce ne capacitiamo. In numero esorbitante considerazioni e riflessioni cominciano ad accavallarsi nella mente. Se la società non fosse diventata quella che è… ma il funzionario non è un ladro trovato in casa che ti minaccia, lo hai accolto tu nella tua abitazione. Se il mondo che ci circonda è informato ormai alla pura violenza… ma non sei incappato in una rissa tuo malgrado e per difenderti minacci con la prima arma trovata lì per caso: sei andato a prenderla nella camera da letto, hai percorso un tragitto e il tempo per arrivare al punto dove la conservi l’hai avuto, possibile non ti sia scattata nella testa la domanda più semplice che un uomo possa porsi: cosa sto facendo? Se la vita è diventata un optional… ma perdìo, hai davanti a te un tuo simile, non un cane rabbioso, di quelli che si sentono ai telegiornali, che sta per aggredirti! Se l’umanità a noi più vicina ha perso spessore, valore, non dà più fiducia… ma porca miseria, non hai sparato una sola volta per poter poi dire “volevo incutergli timore e m’è sfuggito il colpo”: ne hai esplosi tre, tutti precisi e mirati, due al torace e uno alla gola!

“Il cervello è una sfoglia di cipolla…” ma forse non è così, purtroppo. La notifica dell’atto era stata già prevista per il giorno prima, poi le parti avrebbero concordato il rinvio di un giorno. Allora i dubbi ti assalgono: le ventiquattro ore intercorse fra la saltata notifica e il momento della effettiva consegna sono servite a qualcosa, a un qualcosa di… premeditato! Non vorremmo neanche pensarlo, altrimenti la nostra personale fiducia nel prossimo andrebbe a farsi fottere, e ciò è lontano da noi, molto lontano da noi… Eppure…

Occorre accettare l’inaccettabile, concludere che siamo in un mondo fatto di bestie, circondati da una jungla selvaggia in cui la parola d’ordine è “mors tua, vita mea”? Ci opponiamo con tutte le nostre energie a una considerazione così definitiva e volgare, e vogliamo sperare… Sì, ma cosa c’è da sperare! Per cui non ci resta che fare nostre le parole di Lucio Miranda, presidente dell'ordine forense di Foggia: “E’ il segnale di un ulteriore allarme riguardo al rispetto della legalità, con riferimento ad attività di pubblico rilievo garantite dalle norme fondamentali dell'ordinamento giuridico. Proprio per queste ragioni, l'omicidio di oggi è un episodio da non sottovalutare".

Admin

ERRATA CORRIGE - Alcune precisazioni, sulla base delle ultime notizie arrivate in redazione:

1) le due persone che accompagnavano il curatore fallimentare erano i legali delle due parti
2) l'atto di notifica non era una proroga, ma uno sfratto definitivo.

 Redazione

 

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