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23/06/2011

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LE STRABILIANTI SCOPERTE DI ARGOD
Clicca per Ingrandire Nel maggio del 2008, in una delle tante esplorazioni effettuate nelle varie grotte del territorio di San Nicandro Garganico, provincia di Foggia, qualcosa di molto particolare attirò l’attenzione mia e del presidente del Team Archeo-Speleologico Argod, Giovanni Barrella. Nel condotto di una grotta - di cui non riveliamo il nome per motivi di sicurezza, - un piccolo mollusco, difficilmente individuabile, si presentò con una caratteristica molto particolare: una fortissima depigmentazione delle carni!

Poche nozioni di biospeleologia e subito comprendemmo quanto importante fosse quella caratteristica. Ci sembrò subito chiaro che qualcosa non tornava. Ci rendevamo conto, infatti, che quella depigmentazione comportava una qualche forma di adattamento e non escludemmo nemmeno l’ipotesi più intrigante, seppure meno probabile: una specie adattatasi in loco. Decidemmo di approfondire la questione e documentammo tutto in maniera scientifica e rigorosa.

Il primo a darci conferma della “stranezza” del mollusco fu Leonardo Melchionda, esperto di fauna ed entomologia del nostro Team, che in seguito ad alcune analisi e dopo aver consultato vari testi specifici sull’argomento ci comunicò un elemento abbastanza sconcertante: l’esemplare da noi osservato risultava difficilmente collocabile in nessuna delle specie già conosciute. Occorreva, quindi, un passo ulteriore. Si doveva, cioè, consultare un esperto in materia.

Dopo varie ricerche, e grazie all’aiuto di alcuni appassionati dell’argomento, riuscimmo a ottenere un contatto diretto con uno dei maggiori esperti di molluschi in Italia: il professor Folco Giusti, docente ordinario dell’Università di Siena. Nacque così una collaborazione scientifica fra Team Argod e Università senese per approfondire le ricerche su questo particolare mollusco. Dopo più di anno e mezzo di analisi scientifiche e prelievi, gli esperti sono giunti alla seguente conclusione, momentanea e non definitiva.

La specie ha rivelato una anatomia dei genitali fortemente corrispondente al gruppo dei ‘draparnaudi’. Ma la particolarità della ‘nostra’ popolazione, individuata nella grotta di San Nicandro, consiste in una depigmentazione delle carni davvero inusuale in una specie che normalmente, anche quando si rinviene in grotta, conserva carni ben pigmentate blu-ardesia. I casi in cui ‘Oxychilus’ di grotta sono così depigmentati sono quasi sempre peculiari, adattate e differenziate in loco, forse in rapporto proprio al loro vivere in grotta da moltissimo tempo, come a esempio riscontrato nelle grotte delle Alpi Apuane.

Nonostante l’anatomia e la conchiglia non appaiano differenziate dal gruppo della ‘Oxychilus draparnaudi’, la depigmentazione, secondo il prof. Giusti, è segno di un adattamento che non può essere avvenuto in un breve periodo. La questione è più che aperta, tant’è che gli esperti hanno deciso di verificare questa straordinaria peculiarità e il suo significato tassonomico attraverso un supplemento d’indagine che consisterà in analisi di tipo molecolare.

Insomma, la nostra piccola chiocciolina garganica (che si può ammirare in tutto il suo splendore nella categoria VIDEO della SETTIMANA; ndr) sembra essere un raro esempio, in Italia, di Draparnaudi bianco-traslucido che potrebbe rivelarsi una specie adattatasi in loco. In tal caso, le implicazioni scientifiche, in ambito biologico e biospeleologico, avrebbero ampia risonanza su scala nazionale e internazionale. In attesa di ulteriori sviluppi, l’attuale identificazione resta in sospeso:

Andrea Grana

 argod.it
 

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