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15/06/2011

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AL BANDO GLI SPRECHI

Clicca per Ingrandire Sarà colpa dell’incipiente crisi alimentare mondiale che ha portato alle stelle anche i costi di frutta e verdura, sarà l’assenza nelle zone più urbanizzate di aree coltivabili, sarà un nuova moda, ma in Canada e negli Stati Uniti non è più solo un esperimento il cosiddetto “rooftop farming” ossia la tendenza a coltivare frutta e verdura “fai da te” in serra sui tetti degli edifici.

La cosa più sorprendente è che stanno nascendo anche piccole e medie aziende agricole che iniziano a fare business utilizzando edifici abbandonati che nelle grandi città sono a migliaia e con migliaia di metri quadri di superficie “coltivabile” tutto l’anno per i più variegati tipi di frutta e ortaggi. Utilizzando le più avanzate tecnologie della moderna agraria - tipo le coltivazioni idroponiche (senza terra) o serre ad alta redditività - abbinate al crescente interesse dei consumatori verso i prodotti biologici, stanno peraltro consentendo la creazione di nuovi modelli di business.

Al bando gli sprechi, in questi moderni “campi urbani”. In gran parte dei casi sperimentati si è scelto, infatti, di bandire gli antiparassitari per tecniche naturali di protezione dai parassiti e, peraltro, si utilizza acqua riciclata. Una cooperativa canadese, la “Lufa Farms” (www.lufa.com) sulla scorta del motto “Fresco, Locale, Responsabile” ha da poco iniziato a vendere a Montreal l’ortofrutta chilometro-zero coltivata sui tetti che a partire da un edificio tutto di cemento armato sono riusciti a realizzare una serra di un ettaro e coltivarvi tutto l’anno pomodori, cetrioli, peperoni e altri ortaggi.

Un'altra possibilità di colture in città, allo studio d’importanti centri di ricerca americani a partire dalla Columbia University, è dettata dalla cosiddetta agricoltura verticale (vertical farming), vale a dire coltivare cibo sui grattacieli o anche nei magazzini con l’aiuto di luce artificiale, utilizzando piante e materiali bio. Insomma, un ‘potpourri’ di idee per un sistema di sviluppo ecosostenibile che si ritiene possa essere adottato anche in Italia magari coniugando l’utilizzo del fotovoltaico sui tetti che in molti luoghi del Belpaese viene già installato sulle serre agricole.
Giovanni D’Agata*


*Componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”

 Redazione

 

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