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02/06/2008

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Scriveva qualche anno fa una lettrice del “Gargano Nuovo”:

“Abito per scelta, nel centro storico di Cagnano Varano che, come tutti i paesi del Gargano, possiede una qualità dimenticata: un’anima.

Le ore qui scorrono lente, calme e per me, che arrivo da una città convulsa, dell’estremo nord della penisola, tutto è magico, fuori dal tempo. Ho voluto conoscere meglio Peschici, San Menaio e Vico del Gargano. Il tratto di litorale di San Menaio mi ricorda la Costa Azzurra, con la rigogliosa macchia mediterranea e le enormi agavi, che sembrano tentacoli verso il cielo. A Vico, mi sono accodata a un gruppo di turisti inglesi, che estasiati dal panorama scattavano foto dappertutto, anche contro sole.

Il centro storico mi è parso lo scenario di un enorme palcoscenico, accogliente e pulito, ed è stato ripavimentato in modo gradevole. Le piccole botteghe artigiane (e non), si affacciano nei vicoli creando suggestivi angoli dal sapore antico e familiare. Qui nel Gargano ho imparato molto dalla natura che mi circonda, ho conosciuto una maniera più semplice di vivere. C’è il tempo per tutto, gli amici, la chiacchiera, il pensare, lo scrivere, dipingere..., dipingere è la mia vita, e così ho aperto una bottega d’arte, dove espongo: quadri che produco, e mi piacerebbe farla diventare un salotto, dove si può discutere di tutto un po’, bere un caffè, o anche solo guardare, un sorriso, una stretta di mano ed amicizia è fatta...

Certo, a volte mi chiedo se sarebbe stata la stessa cosa, se mi fossi trasferita da un’altra parte; non credo, perché forse in un’altra vita, qui ci ero già stata, dato che ho spesso l’impressione di aver già visto, già sentito già conosciuto. Anche il silenzio, qui è più silenzio che altrove, e... musicale. Sto disegnando gli ulivi centenari, tipici del Gargano (a rischio per via degli incendi), quando ho finito il bozzetto, abbraccio come posso il tronco dell’albero (anche il suo cuore batte) e la stretta affettuosa fatta di sterpi è come un “grazie a questo splendido “orto del paradiso, dove vivo. Agli uccelli, ai grilli, ai gufi, alle cicale d’estate, grazie davvero, di tutto”.

Questa lettera è emblematica di come le qualità ambientali dei piccoli centri del Gargano Nord siano apprezzate più da coloro che giungono da altre realtà territoriali, che dai residenti.

Numerosi turisti italiani e stranieri preferirebbero trascorrere le loro vacanze nei nostri centri storici piuttosto che negli anonimi villaggi turistici periferici, ma solo pochi addetti ai lavori, gli ambientalisti e alcuni sindaci sembrano pienamente consapevoli delle potenzialità, in questo senso, dei “borghi antichi”. Eppure, varie indagini di mercato ci indicano che è possibile rivitalizzarli in funzione turistica ed artigianale.

Oggi più che mai il turista chiede, oltre all’offerta “mare e luoghi incontaminati’, una vacanza che abbia due fondamentali punti di forza: animazione e contatto con la popolazione residente; percorsi guidati che per mettano, oltre alla fruizione di beni ambientali e culturali, la scoperta di mete alternative. Come, ad esempio, la visita a botteghe e laboratori artigianali, con particolare attenzione alle specialità eno-gastronomiche tipiche del luogo.
La collocazione all’interno del Parco Nazionale potrebbe costituire l’attrattiva vincente per l’auspicato ritorno di quel turismo di qualità, che caratterizzò il lancio del Gargano come meta preferita del turismo nazionale e internazionale alla fine degli anni Sessanta.

La preoccupazione di chi ostacola ancora il pieno decollo del Parco perché “iingabbia l’espansione edilizia” è un anacronismo che nessuno può più permettersi. Occorre piuttosto una nuova progettualità urbanistica, legata anche a un deciso cambiamento di mentalità di tutti i cittadini. Non è affatto vero che le case non bastano: un censimento effettuato qualche anno fa dalla Comunità Montana indicò come disabitate e in precarie condizioni numerose abitazioni dei centri storici delle località dell’entroterra, rilevando nelle aree costiere (Lido del Sole, Foce Varano, Rodi, San Menaio, Peschici, Vieste) un’altissima percentuale di villette ed appartamenti utilizzati soltanto per le vacanze.

Invece di costruire case nuove, talvolta abusive, bisognerebbe recuperare queste residenze, destinate altrimenti a una rapida obsolescenza, evitando un ulteriore, inutile spreco, del nostro territorio.
Bisogna ristrutturare soprattutto le abitazioni dei centri storici: sono proprio queste ad aver conservato meglio le caratteristiche storiche e le tipologie abitative più particolari, come le cupole di Peschici.
Sarebbe davvero un peccato perderle del tutto!

Teresa M.Rauzino

 Redazione

 

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