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24/03/2011

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A RISCHIO IL PIANO DI SVILUPPO RURALE

Clicca per Ingrandire “Rischiamo di perdere un milione di giornate lavorative e 80milioni di euro di fondi europei destinati a combattere il dissesto idrogeologico e attuare interventi di salvaguardia ambientale e valorizzazione turistica delle nostre foreste. Tutto questo, nell’Anno Internazionale delle Foreste”. E’ di Mario De Angelis, presidente Confat (Consorzio Forestale Ambiente e Territorio), la sintesi più concreta del disastro cui va incontro la provincia di Foggia qualora non si riesca a trovare una soluzione alla questione Psr (Piano di Sviluppo Rurale) sollevata da ventuno sindaci della Capitanata.

A differenza di altri enti regionali, quello campano ad esempio, la Regione Puglia - contraddicendo quanto stabilito precedentemente nei propri bandi - ha deciso di ridurre i finanziamenti previsti dal Psr e di scaricare sui piccoli Comuni anche i costi dell’Iva relativi alla realizzazione concreta dei progetti già approvati. In sostanza, cambiando le regole ‘a partita in corso’, l’ente di via Capruzzi potrebbe costringere i Comuni della Daunia a rinunciare ai fondi europei del Piano di Sviluppo Rurale pugliese. Stamattina, giovedì 24 marzo, in un incontro convocato dai ventuno sindaci foggiani più direttamente coinvolti nella questione, il problema è stato discusso nell’aula consiliare della Provincia di Foggia con la partecipazione degli assessori provinciali Pasquale Pazienza e Matteo Cannerozzi De Grazia e alla presenza degli operatori agricoli e forestali del territorio.

“Devo prendere atto - ha dichiarato il sindaco di Pietramontecorvino, Rino Lamarucciola, aprendo i lavori dell’incontro - della totale assenza dei consiglieri regionali e degli europarlamentari cui avevamo chiesto attenzione verso una questione tanto fondamentale. Stiamo parlando di lavoro, sviluppo, tutela ambientale e del rischio di affossare definitivamente un’intera area della Puglia già sofferente. E’ dal novembre dello scorso anno che chiediamo all’assessore Dario Stefàno e al presidente Nichi Vendola di poterci incontrare per trovare una soluzione al problema”.

“Costringere il territorio a fare a meno di quegli 80 milioni di euro - ha spiegato Giorgio Mercuri, presidente di Confcooperative Foggia - significa pregiudicare le nostre possibilità di creare sviluppo e occupazione per i prossimi vent’anni. Significa rinunciare a creare i presupposti per arrestare l’emorragia di famiglie e giovani costretti ad abbandonare il territorio. Stiamo parlando di un’area, in particolare quella dei Monti Dauni, già enormemente svantaggiata. Vogliamo capire se e come i nostri consiglieri regionali intendono impegnarsi per risolvere un problema così grande”.

“Il vostro è un messaggio forte - ha dichiarato Matteo Cannerozzi De Grazia, assessore a Bilancio e Rapporti coi Piccoli Comuni della Provincia di Foggia. - Ritengo che da questo momento sia la Provincia a doversi fare carico di questa problematica. Abbiamo un obbligo, quello di fare presto. Chiederemo un incontro fra il presidente Antonio Pepe e il governatore Nichi Vendola”. I sindaci promotori dell’incontro, col sostegno della Provincia di Foggia, hanno intenzione di esperire ogni tentativo utile a trovare una soluzione per non essere costretti loro malgrado a rinunciare ai fondi del Piano di Sviluppo Rurale.


LA QUESTIONE PSR = Dapprima la promessa di progetti finanziati al 100 percento, formalizzata pubblicamente sui relativi bandi dalla Regione Puglia, poi l’improvvisa riduzione dei fondi a disposizione, infine la doccia fredda dell’esclusione dell’Iva tra le spese ammissibili: in questo modo, per ventuno Comuni della provincia di Foggia sarà praticamente impossibile dare seguito alla realizzazione degli interventi approvati dalla Regione Puglia nell’ambito del Psr 2007-2013. I primi cittadini di Lucera e altri venti paesi dei Monti Dauni (Pietramontecorvino [foto del titolo; ndr], Biccari, Castelluccio Valmaggiore, Volturino, Volturara Appula, Celenza Valforotore, Castelnuovo della Daunia, Carlantino, Roseto Valfortore, Orsara di Puglia, Panni, Celle San Vito, Deliceto, San Marco la Catola, Faeto, Volturino, Motta Montecorvino, Alberona, Lucera, Bovino e Accadia), sostenuti dalla Provincia di Foggia e dagli operatori agricoli e forestali di Capitanata vogliono evitare il rischio di mandare al macero gli 80 milioni di euro e 1 milione di giornate lavorative che il Piano di Sviluppo Rurale della Puglia ha destinato a questo territorio.

Sono a rischio fondamentali misure per la tutela ambientale, lo sviluppo turistico e la crescita occupazionale in provincia di Foggia. “Le graduatorie regionali relative a numerose misure del Programma di Sviluppo Rurale - scrivono i ventuno sindaci firmatari del documento di autoconvocazione - oltre a contenere drastiche rideterminazioni dei quadri economici, prevedono l’esclusione dell’Iva dalle spese ammissibili. Tale circostanza, oltre a rappresentare un’evidente contraddizione con quanto stabilito dai bandi, costituisce un improvviso, ingiusto e indubbio aggravio di spesa per i nostri Comuni che mette seriamente a rischio l’attuazione stessa del Piano di Sviluppo Rurale”.

“Scaricare in capo ai piccoli Comuni - scrivono ancora i sindaci - tutti i consistenti oneri relativi all’Iva significa compromettere gli importantissimi interventi che sono stati previsti con l’imperdonabile perdita dell’ultima occasione di riqualificazione ambientale del già martoriato territorio dei Monti Dauni. Altre Regioni italiane, la Campania ad esempio, hanno adottato provvedimenti mirati per venire incontro alle esigenze dei Comuni. In Regione Puglia, invece, non solo tali iniziative non sono state adottate ma finora, nonostante le molteplici richieste, si sono negati a un incontro sia l’assessore Stefàno che il presidente Vendola. Da ultimo, con nota a firma del dirigente Giuseppe Mauro Ferro, pur riconoscendo l’evidente contraddizione della prescrizione in esame con la politica di sviluppo rurale, la Regione Puglia si è limitata a rinviare la questione in sede Comunitaria, affidandosi a un emendamento del senatore De Castro.

“Ribadiamo fermamente - continua il documento - l’impossibilità per i piccoli Comuni dei Monti Dauni di coprire l’Iva con proprie risorse. Le esigenze del nostro territorio, le Comunità e gli operatori interessati, necessitano di soluzioni concrete e tempi certi. Per evitare che, tra l’indifferenza delle istituzioni regionali e le lungaggini delle procedure burocratiche comunitarie, si consumi l’ennesimo scippo ai danni dei Monti Dauni, tutti i livelli istituzionali di Capitanata devono farsi carico di questa battaglia a difesa dell’intero territorio”.

 Uff. Stampa Comune Pietramontecorvino

 

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