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10/03/2011

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SENZA PACE IL CASSINTEGRATO DI RODI

Clicca per Ingrandire Dopo quattordici mesi di ininterrotta protesta e dopo l’incontro del 4 gennaio scorso col “suo” sindaco di Rodi Garganico, sembrava tutto finito per Michele Panella, ex impiegato della fallimentare Società Tributi Italia. Adesso, invece… Di seguito il testo della lettera giunta in redazione.

“Oggi, 10 marzo, mi sono recato in municipio per parlare col mio sindaco Carmine D'Anelli e avere conferma del suo aiuto che mi aveva promesso a gennaio (http://www.puntodistella.it/news.asp?id=4476). La durata dell'incontro è stata di venti minuti e il mio sindaco, con l’arroganza di sempre, mi ha detto categoricamente che non vuole farmi assumere nella nuova società vincitrice dell'appalto tributi maggiori Ici e Tarsu perché ha già il personale e sa già chi far assumere nella Società Andreani Tributi srl.

“Dei miei circa venti anni di professione nel lavoro dei tributi con una qualifica di 3 livello, impiegato di concetto, e del fatto che sono un cassintegrato della Società Tributi Italia spa in fase di liquidazione, e del fatto che la cassa integrazione di 780 euro al mese termina il 15 marzo prossino, al mio sindaco nulla interessa. Mi ha fatto capire che, essendo dipendente della Tributi Italia spa, devo vedermela con loro. Mi ha anche parlato che c'è solo la possibilità, ma solo la possibilità, di affiancarmi al mio sostituto, il ragazzo assunto dall’Aipa spa nel settembre 2009 (invece di tutelarmi nel bando di gara d'appalto ha preferito mettere un ragazzo che nulla capisce del mio lavoro che ho conservato per circa vent’anni: mondelli delmonte srl - gestor spa - tributi italia spa), con un part-time di 500 euro al mese, nulla di più.

“Come posso accettare questa ennesima elemosina di 500 euro al mese se di cassa integrazione percepisco 780 euro al mese? Il mio sindaco Carmine D'Anelli ha mostrato la sua continua indifferenza nell'aiutarmi, nessuna intenzione di avere cuore e sensibilità per la mie continue difficoltà economiche e lavorative. Gli ho anche detto che per aver avuto, nel novembre 2010, tre attacchi di panico e un'ansia somatizzata dallo stress dovuto alla mia giusta lotta per riprendermi la mia dignità e il mio diritto al lavoro, non ha battuto ciglio. Il mio sindaco dimostra tuttora assoluta indifferenza, arroganza e insensibilità al mio problema che mi porto dal settembre 2009.

“Ha tolto il mio lavoro che mi permetteva di quadagnare 1200 euro al mese con 13.ma e 14.ma, con una anzianità di servizio... ha tolto tutto in un attimo ciò che avevo maturato per vent’anni... il mio lavoro è stato dato a un ragazzo senza esperienza che tuttora lavora da 17 mesi con l'azienda Aipa spa e già percepisce più di 1000 euro al mese con 13.ma e 14.ma e gli è stato anche rinnovato il contratto determinato che gli scadeva il 31 agosto 2010… ha fatto di tutto il mio sindaco a far rinnovare il contratto al mio concittadino nella azienda Aipa spa... e io continuo a essere calpestato e non ascoltato nei miei appelli di aiuto...

“Ho deciso allora, anche se con problemi di salute, di tornare a protestare davanti al mio Comune di Rodi Garganico, col mio cartello al collo, portandomi una sedia perché stare in piedi mi sarà molto difficile per colpa dell'ansia somatizzata che da quattro mesi mi dà ogni tanto problemi di debolezza fisica e depersonalizzazione. La mia giusta protesta pacifica verrà anche alternata davanti alla Prefettura e alla Provincia di Foggia, con la speranza che il prefetto possa aiiutarmi e ascoltare le mie grosse difficoltà. Ho circa 49 anni e famiglia con un bambino di circa 12 anni, ho una età che non mi consente di essere più ricollegabile, ma sopratutto conosco solo il mio lavoro che ho conservato per vent’anni. E tutto questo al mio sindaco, oggi come oggi, nulla interessa! La cassa integrazione il 15 marzo termina, nella Società Tributi Italia spa non ci sono speranze lavorative, è una società in liguidazione, dall'agosto 2009 non percepisco più il mio tfr (trattamento fine rapporto; ndr).

“Chiedo aiuto al prefetto, solo lui può aiutarmi. E chiedo alle redazioni giornalistiche che per 17 mesi hanno preso a cuore il mio problema umano di aiutarmi scrivendo al prefetto. Credetemi, il mio sindaco Carmine D'Anelli e il vice Donato Petrosino, continuano a calpestarmi. Loro vogliono vedermi distrutto. Della mia famiglia nulla a loro importa. Aiutatemi...” (Michele Panella).

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