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24/02/2011

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IL PREPOTENTE RITORNO DELLA “ZEZA ZEZA”

Clicca per Ingrandire Giovedì 3 marzo, alle 17, nella Sala Consiliare del Comune di Peschici, convegno su “Il Carnevale com’era… Antiche tradizioni pugliesi, garganiche e peschiciane”, apertura ufficiale del “Carnual Peschici 2011” che vedrà i suoi momenti-clou nelle giornate di domenica 6 e martedì 8 (http://www.puntodistella.it/news.asp?id=4544 – foto del titolo e 1-2 sotto di Diemme, alcuni flashes dell’edizione 2009; ndr). Dopo i saluti istituzionali di Leonardo Di Miscia (assessore alla Cultura del Comune ospitante), Vincenzo De Nittis (consigliere con delega al Turismo e allo Spettacolo) e la presentazione di Francesco D’Arenzo del Comitato organizzatore di “Carnual Peschici 2011”, interverranno:

Teresa Maria Rauzino (presidente Centro Studi Martella) - “Il Carnevale pugliese tra simbologie, eccessi e divieti”;
Matteo Siena (Società Storia Patria Puglia) - “Tradizioni del Carnevale di San Giovanni Rotondo”;
Grazia Silvestri (socia Centro Studi Martella) - “Tradizioni di Peschici”;
Lucrezia D’Errico (socia Centro Studi Martella) - “La Zeza Zeza di Peschici, nel ricordo del suo interprete-cantore: Giulio D’Errico”;
Gina Morelli e Vito Di Leo, attori del Gruppo Teatrale “Le Maschere”, che interpreteranno la Zeza in dialetto foggiano. Gli studenti del Liceo Fazzini di Peschici, diretti da Stefano Biscotti, la canteranno in dialetto peschiciano.

Intanto giovedì 17, nella sede della Fondazione della Banca del Monte “Siniscalco Ceci” in via Arpi (Foggia) si è tenuto un interessante Convegno dell’Unitre dauna sul tema "Riti e miti del Carnevale: maschere, chiacchiere, Zeza Zeza e quant’altro caratterizza (ancora?) il nostro Carnevale". Dopo i saluti del presidente Michele De Santis, Giovanna Irmici, docente dell’Università Luspio di Roma e titolare dell’insegnamento di “Cultura del territorio” all’Unitre di Foggia, ha parlato di riti antichi e miti legati alla festività (in particolare si è soffermata sui significati simbolici della "maschera" e del "carro", il "car navale" di matrice babilonese), per passare poi a descrivere le tradizioni perdute del Carnevale foggiano, tra le quali la "Zeza Zeza", di cui oggi nessuno sembra avere più memoria.

La "Zeza Zeza", di origine settecentesca napoletana, era una sorta di sceneggiata accompagnata da musica, danza e canto, recitata per le strade gli ultimi giorni di Carnevale. Mentre a Foggia se ne ha notizia fino a un cinquantennio fa, ancora oggi viene rappresentata a Solofra e in alcuni paesi dell’Irpinia. Teresa Maria Rauzino, altra relatrice, ha raccontato le tradizioni perdute del carnevale pugliese, soffermandosi proprio sulla "Zeza" peschiciana, (riesumata da un paio d’anni dagli studenti del Liceo Fazzini di Peschici), e analizzando i quattro personaggi principali: la Madre Zeza, il Padre, Vicinziella la figlia e il pretendente don Nicola.

Mario Ficarelli, Gran Maestro della Ristorazione, ha poi descritto dolci e piatti tipici del Carnevale dauno, ricordando che proprio la crapula è una delle caratteristiche della licenziosità carnascialesca. Una suggestiva interpretazione della "zeza" in dialetto “terrazzano”, recitata da Gina Morelli e Vito Di Leo del Gruppo Teatrale "Le Maschere", ha concluso la serata. Molto partecipe il pubblico che ha affollato la "Sala del Vento": la rievocazione di usanze e costumi perduti ha incuriosito molto gli studiosi presenti (foto 3-4-5, relatori e attori)

La rappresentazione foggiana della Zeza Zeza è partita da un’idea di Giovanna Irmici Fidanza. Durante le sue ricerche relative alle tradizioni perdute della nostra terra, e in particolare al Carnevale foggiano (argomento delle ultime lezioni dell’anno accademico 2010-2011), la docente ha approfondito i riferimenti alla Zeza presenti nei testi di autori locali consultati (Dell’Anno, Capozzi, Bucci…) e nelle testimonianze dirette di amici e parenti, studiosi di tradizioni popolari.

Di qui è partita l’idea di realizzare un’ipotesi di rievocazione “colta” dell’antica Zeza foggiana. In particolare la Irmici si è procurata il testo della Zeza di Solofra (dove viene rappresentata ancora oggi) e quello di Peschici, chiamando a collaborare al progetto foggiano gli attori Vito Di Leo e Gina Morelli del Gruppo Teatrale “Le Maschere”, per tradurre in dialetto foggiano (o meglio “terrazzano”) e recitare la Zeza in occasione del Convegno Unitre.

La Zeza foggiana è una particolare interpretazione del tradizionale testo. La realizzazione insiste maggiormente sul versante simbolico e allegorico, piuttosto che su quello strettamente realistico, e presenta riferimenti alla "Commedia dell’Arte" e all’antica "Atellana", da cui deriva. Inoltre i due personaggi maschili (il Padre e l’innamorato don Nicola) sono recitati da un attore (Vito Di Leo) e i due femminili (la Madre Zeza e la figlia Vicinziella) da un’attrice (Gina Morelli), con l’ausilio di marionette collocate sulle mani, di cartigli, di maschere essenziali. Ciò a indicare l’inversione dei ruoli e la frantumazione delle identità, elementi tipici del Carnevale (GdM + Comunicato stampa Unitre).

 Comunicati

 

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