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18/02/2011

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IL SINDACO DI VICO LASCIA (MA SI SPERA RADDOPPI) + ALTRO AGGIORNAMENTO

Clicca per Ingrandire Il sindaco di Vico del Gargano, Luigi Damiani, nelle prime ore di questa mattina - venerdi 18 febbraio - ha consegnato all’Ufficio Protocollo del Comune le proprie dimissioni. La notizia giunge improvvisa e inattesa, almeno per i non addetti ai lavori, lasciando molte perplessità. “Fuoriporta”, giornale telematico e cartaceo vichese, ha provato a raggiungerlo telefonicamente. Di seguito, in sintesi, le sue dichiarazioni.

“Amministrare è una cosa seria, impegnativa, richiede fatica e sacrifici, per questo è necessario il contributo di tutti - ha detto. - In questo momento c’è un deficit di chiarezza all’interno della maggioranza che mi impedisce di portare avanti il mandato elettorale. Mi dispiace, anche alla luce del lavoro svolto finora. Eravamo sul punto di varare il Piano Urbanistico Generale, il Piano delle Coste, il nuovo Piano Cimiteriale, per citare alcuni degli obiettivi più importanti, grandi risultati che avrebbero risollevato il paese.

“Peccato - ha proseguito - anche per chi aveva seminato insieme a me. Se non trovo un quadro preciso, non ho intenzione di far perdere tempo al mio paese. Due parole anche per la minoranza: chi fa opposizione non ha niente da fare, si ‘limita’ ad azioni di sciacallaggio sulle sofferenze della gente, male comune in tutto il mondo, fa gossip, si perde dietro ai francesismi..."

Ricordandogli che, per legge, devono passare venti giorni dalla data delle dimissioni poi diventano efficaci e irrevocabili, gli è stato chiesto se potrebbe cambiare idea. “Il mio è un segnale forte - ha risposto, - un gesto eclatante che deve richiamare l’attenzione sull’impegno richiesto nel fare l’amministratore. Nei prossimi giorni si vedrà...”


AGGIORNAMENTO 19 febbraio = Nel corso dei lavori consiliari di venerdi sera, 18 febbraio, caratterizzati dalle dimissioni del sindaco, a “Fuoriporta” sono arrivate le seguenti dichiarazioni:

“I sottoscritti Consiglieri Comunali, preso atto delle dimissioni presentate in data odierna dal sindaco, ribadiscono la loro fiducia al sindaco Damiani e all’operato sinora svolto, manifestando piena solidarietà e stima personale. Al fine di risolvere insieme le problematiche che hanno determinato tale decisione, dichiarano di essere disponibili a condividere e concordare il programma di fine mandato che possa far rivedere al sindaco Damiani, nell’interesse della collettività rappresentata, le proprie decisioni.”

Firmato

Gruppo Consiliare Unione di Capitanata
Cannarozzi De Grazia Matteo (capogruppo)
Bergantino Francesco
Basile Antonio
Caruso Rocco

Gruppo Consiliare Partito Democratico
Notarangelo Pietro (capogruppo)
Savastano Raffaella
Budrago Roberto
Sciscio Nicola

Gruppo Consiliare Popolo delle Libertà
Pupillo Michele (capogruppo)
Murgolo Vincenzo

Il presente documento è stato redatto al termine del Consiglio Comunale dai capigruppo consiliari e in seguito sottoscritto dai consiglieri comunali appartenenti ai relativi gruppi.

Intanto ha chiamato la redazione del citato giornale il presidente del Consiglio Comunale, Costanzo di Iorio, il quale ha comunicato la nascita, all'interno del Consiglio Comunale, di un gruppo misto costituito da lui e dal Consigliere Michele Sementino, entrambi rappresentanti dell'Unione di Centro, aperto a tutti i consiglieri che vogliono partecipare a un progetto di rinvigorimento dell'attuale azione amministrativa. Di Iorio, in una nota finale, augura che questa crisi in atto si avvii a una rapida e positiva risoluzione.


AGGIORNAMENTO 21.02 = Il sindaco Damiani smentisce le voci della “Gazzetta”. Appena letto l’articolo scrive alla stampa.

“Ho letto con stupore l’articolo a firma di Franco Mastropaolo sulla Gazzetta di oggi, lunedi 21 febbraio (http://www.ondaradio.info/index.php?option=com_content&task=view&id=23870&Itemid=1), e non sono riuscito a comprendere se lo stesso è da considerarsi un’opinione oppure un augurio. Sarei ben felice di dare ragione all’articolista, purtroppo non è così. Ad oggi non ritengo che la crisi possa considerarsi ‘rientrata’, mentre accolgo con favore il documento dei miei consiglieri, per la rapidità e per la loro disponibilità nel rivedere e risolvere i punti di criticità che ho già espresso in precedenza.”


AGGIORNAMENTO 24.02 = “L’azione amministrativa a Vico del Gargano è inconsistente, quindi il sindaco ha fatto bene a dimettersi. Dal grado di coinvolgimento della maggioranza e della minoranza, il Pug dovrebbe essere ancora ai suoi esordi”, è il commento tranciante del giovane consigliere Francesco Delli Muti, architetto e consulente urbanistico dell’ex Amministrazione Amicarelli, eletto nelle fila della lista ‘Città viva’ e oppositore dell’attuale squadra di governo vichese. Dopo le dimissioni del sindaco democratico Luigi Damiani, i consiglieri del centrosinistra hanno espresso la loro solidarietà e la loro rinnovata fiducia al primo cittadino, ma la compattezza è ancora lontana da venire.

Costanzo Di Iorio, presidente del Consiglio comunale, invoca un chiarimento, tutto centrato sul Pug, unico nodo e ragione d’esistenza dell’Amministrazione Damiani. Al centrista, fedelissimo dell’onorevole Angelo Cera, come egli stesso ha dichiarato in una nota, coloro che
hanno firmato il documento pro sindaco, avevano espresso “il loro disagio per la mancata trasparenza sul redigendo Piano Urbanistico Generale”. La denuncia è chiara: vi è un’oligarchia tecnica, professionale e assessorile a Vico che esercita un forte condizionamento sulle scelte amministrative relative al Pug. Occorre trasparenza, partecipazione.

A tale richiesta di chiarimento da parte di Di Iorio, sono seguite le condizioni per proseguire il percorso di governo: azzeramento della giunta e sua ricomposizione attraverso un leale confronto delle diverse posizioni dialettiche e di appartenenza ai gruppi politici rappresentati in Consiglio Comunale, in linea col programma della lista Damiani che si proponeva di ruotare Assessorati e incarichi, e raggiungimento nella maggioranza di una generale condivisione del percorso del Pug.

Lo strumento urbanistico, è noto, è vissuto dal sindaco come pietra angolare del suo mandato. Una traccia su cui costruire lo sviluppo di Vico e delle località della costa. All’Attacco qualche settimana fa il sindaco aveva presentato con entusiasmo alcune direttrici del Pug. Ecco i punti per i quali mostrava maggiore soddisfazione: “Ci sono varie proposte su San Menaio, e anche sulla zona interna di Calenella, che prevedono insediamenti turistici anche abbastanza, per come li abbiamo valutati, accettabili. Non sono di grandi dimensioni. Su San Menaio c’è una proposta di un progetto interessante: la realizzazione di un grande parcheggio che possa decongestionare la zona di Sant’Antonio. Si ipotizza la realizzazione di una piazza con un piccolo anfiteatro e negozi e locali commerciali. Tutto questo potrebbe ampliare la ricettività turistica. Stiamo parlando ovviamente di ipotesi che devono passare al vaglio di tutti”.

E ancora: “Noi abbiamo approvato in giunta il progetto di un pontile in legno, che entra per 100 metri in mare non creando problemi di carattere biomorfologico, che rimane una passeggiata sul mare e crea, pur non essendo un approdo, un attracco momentaneo per natanti e barche”. Ebbene, i contrasti all’interno della maggioranza riguarderebbero le varie ipotesi di Pug ventilate in Consiglio e in paese. Almeno sette bozze, secondo quanto afferma il consigliere del gruppo misto Michele Sementino. “Vi sono attriti fra i diversi consiglieri, molti hanno posizioni critiche sul Pug - rimarca Sementino. – E’ chiaro che vi sono interessi da salvaguardare, vi sono ipotesi di un Pug a macchia di leopardo. Il sindaco sta tentando di ricompattare la maggioranza, il clima è molto teso e ho sentore che non si arriverà a nessuna conclusione. Il mio augurio personale è che si ritorni a votare”.

Le dimissioni di Damiani appaiono ai più anomale: perché, dopo due anni di elaborazione e redazione del Pug, dopo aver costituito la commissione paesaggio intercomunale, primo territorio della Provincia e tra i primi di Puglia, il sindaco Damiani si è dimesso? E davvero convinto che sventolare lo spauracchio del ”tutti a casa”, a un anno dalla fine della legislatura, sia utile? E’ il sindaco a essere angustiato dagli interessi particolari dei suoi consiglieri o piuttosto è ostacolato da questi ultimi nel raggiungimento dei piani prefissati dallo staff coordinato da Elio Aimola? L’architetto piddino, che da qualche giorno è anche a capo dell’ufficio tecnico di Peschici, è il vero dominus della vicenda urbanistica di Vico. Un tecnico, le cui gesta a Foggia in altri noti ambiti sono sotto la lente della magistratura. Un professionista, che sul Gargano continua a operare indisturbato, secondo la minoranza, pronto ad attuare “il sacco di Vico e di Calenella”.

Alla domanda se l’architetto Aimola fosse stato imposto, Damiani al nostro giornale aveva risposto con schiettezza. “Non mi è stato imposto. Io ho pagato all’inizio l’inesperienza, lo dico sinceramente. Avevamo un ufficio tecnico che andava rinnovato. Abbiamo fatto l’esperienza con un bravissimo tecnico, una persona perbene, che è stato con noi sei mesi. Un ragazzo giovane, un ingegnere, molto preparato, squisito, ma ci è sembrato che ci volesse per la situazione creata qualcuno un po’ più esperto. Aimola aveva già gestito l’ufficio tecnico coi miei compagni di partito e sono stato sollecitato da loro in questo senso. Ci conoscevamo bene, abbiamo avuto qualche colloquio, da cui ho ricevuto un’impressione di concretezza su alcuni punti che fino a quel momento erano oscuri e devo dire che è stato un apporto positivo. Ci ha subito instradato, ha preso altre iniziative. Ma non mi è stato imposto, è stato un invito dettato dall’esperienza, dalla conoscenza”.

Insomma, in che misura “l’esperienza” di Aimola ha interferito con gli interessi edificatori di chi in questi anni ha realizzato una crescita urbana spontanea (il caso delle villone spacciate per case rurali) e non pianificata? La maggioranza su questo tema continua a essere divisa. Nette le parole di Nicolino Sciscio: “Il Pug, come dice l’assessore Barbanente, deve essere partecipativo. Bisogna coinvolgere la cittadinanza in maniera permanente. Non può rimanere in mano a tecnocrati” (Antonella Soccio, “L’Attacco”).




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