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12/02/2011

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IL MITO DI NIOBE
Clicca per Ingrandire Martedì 15 febbraio, nella sala “Mazza” del Museo Civico di Foggia, si terrà un convegno sull’eco del mito di Niobe e sue raffigurazioni su un vaso dipinto dal “pittore di Arpi”. “La voce di Niobe e l’eco di un vaso di Arpi” - titolo del seminario frutto del vivace lavoro di ricerca condotto nell’ateneo e realizzato dall’Università di Foggia con la collaborazione di Assessorato alla Cultura del locale Comune e Club Inner Wheel dauno - avrà come relatori Gloria Fazia, direttrice del Museo Civico del capoluogo, Giovanni Cipriani, ordinario di Letteratura latina nell’ateneo dauno, e Alba Subrizio, ricercatrice.

Figlia di Tantalo, re di Lidia, Niobe andò sposa ad Anfione figlio di Giove e re di Tebe da cui ebbe, secondo quanto racconta Ovidio, sette figli e sette figlie. Insuperbitasi per la sua fortuna di madre, ebbe l'imprudenza di ridere di Latona che aveva generato solo due figli, Apollo e Diana, i quali non tardarono a punire l'offesa recata alla madre uccidendo coi loro archi tutti i figli di Niobe. Secondo un’altra versione se ne salvarono due, Cloride e Amicla (nel dipinto di Abraham Bloemart - 1591, Copenaghen, Statens Museum for Kunst - assiste disperata alla morte dei figli; foto del titolo; ndr). Il mito è già ricordato nell’Iliade, ne parla Saffo e Dante lo inserisce nel XII canto del Purgatorio, come esempio di ira punita. Perdute, invece, le tragedie di Eschilo e Sofocle, ad esso ispirate.

Il convegno avrà inizio alle 18 e si articolerà in tre parti. Nella prima, Gloria Fazia illustrerà l’opera del pittore di Arpi puntando l’attenzione maggiormente sul “vaso dei Niobidi”. Giovanni Cipriani focalizzerà il suo intervento sui modi e sulle tecniche retoriche e formali con cui veniva raccontato e trasmesso il mito nell’antichità. La giovane e promettente studiosa Alba Subrizio parlerà infine del rapporto fra il vaso dei Niobidi e le fonti antiche.

Flora Bozza

 Redazione
 

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