Testa

 Oggi è :  29/03/2024

Benvenuto  nel Giornale

CERCA GLI ARTICOLI :

  

Testo scorrevole
Sx

  L'ARTICOLO

30/05/2008

Dimensione carattere normale  Ingrandisci dimensione carattere  Ingrandisci dimensione carattere

Segnala

Per migliorare la qualità della vita sappiamo a chi affidarci

Clicca per Ingrandire L’importanza delle cure palliative per migliorare la qualità della vita di quelli che la medicina tradizionale definisce “malati terminali”. Questo l’obiettivo e la missione dell’Hospice oncologico “Don Uva” di Foggia del complesso ospedaliero Santa Maria Bambina che proprio in questi giorni ha spento la sua prima candelina.

Attrezzato e realizzato secondo criteri qualitativi altissimi l’Hospice, nei primi dodici mesi di attività, ha totalizzato 175 ricoveri, con 3922 giornate di degenza, assistendo malati di un’età compresa tra i 29 e i 92 anni. “Dopo l’assistenza nella struttura foggiana – spiega il dottor Michele Totaro, primario dell’Hospice Don Uva (foto sotto, n. 1) – ben 162 pazienti sono stati in grado di tornare a casa. Il nostro obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita sia curando lo stato fisico, ma anche quello psicologico, quello sociale e donando conforto spirituale a queste persone”.

“Di fronte a malattie come il cancro – ha aggiunto Costanzo Natale, presidente dell’Associazione Amici dell’Hospice Don Uva – il malato ha tre possibilità: o andare incontro all’abbandono, o l’eutanasia, o scegliere un’assistenza sociale, medica e umana come quella che offre l’Hospice. A Foggia il cancro è causa di circa il 50% dei decessi, un aumento di questa patologia si registra in tutta Italia ed è per questo che è necessario continuare a investire in queste strutture e in questi metodi”.

Ospite d’onore del convegno che ha festeggiato il primo anno di attività dell’Hospice Don Uva nella Sala Amgas di Foggia, il dottor Marco Spizzichino (foto sotto, n. 2), funzionario del Ministero, che ha dilettato il pubblico con una lettura magistrale evidenziando l’importanza delle cure palliative non solo per gli adulti ma anche per i bambini che soffrono di particolari malattie. “E’ importante – ha precisato - creare su tutto il territorio nazionale una rete di residenza ospedaliera, residenza hospice, residenza domiciliare e residenza domiciliare integrata. Negli ultimi anni diversi gli interventi normativi a favore degli Hospice e ora il Ministero è impegnato nel dialogo con le Regioni per favorire la creazione di reti di cure palliative pediatriche, che siano di supporto non solo per i bambini, che hanno bisogno di una particolare assistenza rispetto agli adulti ma anche per le famiglie, che spesso vengono lasciate sole”.

Il tema dell’assistenza domiciliare è stato il filo conduttore di tutto l’incontro, proprio perché l’Hospice Don Uva ha da tempo aperto un dialogo con l’azienda sanitaria locale che spera di chiudere concretamente al più presto, al fine di fornire un servizio completo. “Abbiamo bisogno – spiega Giuseppe d’Alessandro, direttore Sanitario dell’Ospedale Santa Maria Bambina di Foggia – di una continuità assistenziale. I nostri pazienti una volta stabilizzati hanno paura di tornare a casa, di non ricevere la stessa assistenza, sentiamo quindi l’esigenza di portare avanti un discorso di assistenza domiciliare e ci impegneremo per questo”.

Attualmente l’Hospice garantisce 12 posti letto per malati terminali in stanza singola, con elevatissimo comfort, e assicura anche il soggiorno 24 ore su 24 con trattamento alberghiero di un familiare del paziente ricoverato e tutto totalmente gratuito. Per questo al fine di continuare a offrire tanta qualità i responsabili sperano che la Regione Puglia al più presto si impegni a riconvertire le rette, “che sono – ha concluso d’Alessandro – le più basse d’Italia”.

Al dibattito hanno preso parte anche Giovanbattista D’Errico, Rocco Laricchiuta, Daniela Pedà e Antonella Attanasio, che con la propria esperienza nel campo hanno arricchito il dibattito di interessanti spunti. Momento toccante è stata la testimonianza di Luisa Migliaccio quando ha raccontato l’esperienza di suo padre all’Hospice, sottolineando l’umanità e la professionalità con cui vengono accolti i pazienti. Altrettanto commovente il documentario “Come sul mare”, scritto e diretto da Ciro Dattoli, con la realizzazione tecnica di Videoreporter Produzioni Televisive, che ha illustrato l’attività e le particolarità dell’Hospice Don Uva di Foggia che oggi, grazie alla sua professionalità, è ormai una realtà.

 Redazione

 

Dimensione carattere normale  Ingrandisci dimensione carattere  Ingrandisci dimensione carattere

Segnala

 

 
 

  Commenti dei Lettori:

 
Dx
 

ACCESSO AREA UTENTI

 

 Username

Password

 

Area Privata

Logout >>

 

     IL SONDAGGIO

 
 

VIDEO DELLA SETTIMANA

ESTATE E SANITA

 

STATISTICHE .....

Utenti on line: 2716

 
 
Inferiore

powered by Elia Tavaglione

Copyright © 2008 new PUNTO DI STELLA Registrazione Tribunale n. 137 del 27/11/2008.

Tutti i diritti riservati.